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Redazione

24.10.2014 ( Aggiornata il 24.10.2014 10:47 )

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Massimo Moratti si è pentito, non da ieri, di avere in pratica regalato l'Inter a Thohir e soci (ma sarebbe più giusto dire socio), che non hanno tirato fuori più di 75 milioni di euro 'veri', tutto compreso: il resto sono prestiti alla società (ad un tasso dell'8%!) e garanzie verso le banche rilevate ma scaricate sull'Inter stessa, non certo sul proprio patrimonio personale. La vera notizia ci sembra questa, più delle dimissioni da presidente onorario: cioè dimissioni da nulla, rinforzate però da quelle da consiglieri del figlio Angelomario, di Ghelfi e Manzonetto, che in ogni caso saranno sostituiti da 'suoi' nuovi nominati, visto che il quasi 30% di azioni è sempre lì e lì rimarrà fino al punto della situazione previsto per il 2016, dopo cui sia Thohir che Moratti si riterranno liberi da impegni e l'Inter (se esisterà ancora) sarà pienamente sul mercato dei ricchi in cerca di riflettori. Per i retroscena non bisogna sforzarsi: Moratti non ci sta ad essere sbeffeggiato dalla nuova (Bolingbroke) e semi-nuova dirigenza, che a suo parere ingigantisce l'immagine di un'Inter in stato pre-fallimentare (sottinteso: per la gestione del recente passato), quindi si chiama fuori e prova a fare l'azionista di minoranza da manuale, che conta zero ma ha la possibilità di fare le pulci ad ogni operazione di quello di maggioranza. Contando molto su Thohir per non dover di nuovo ricapitalizzare, tanto per sottolineare il legame tuttora esistente fra i due. Tutto il resto, dalle frasi di Mazzarri (altra storia: l'allenatore imputa a Moratti poca chiarezza sul futuro societario all'atto della firma e lo ha anche fatto scrivere in uno dei tanti modesti libri di argomento calcistico) ai licenziamenti-allontamenti di molti uomini legati alla precedente gestione, peraltro uno dei motivi per cui è stato scelto Thohir (cioè dare una svolta all'Inter in senso manageriale), passando per la freddezza con persone che riteneva di sua osservanza come il direttore sportivo Ausilio (per certi versi più thohiriano di Thohir), fa parte della cronaca ma non certo delle offese mortali. Giova ricordare, anche a Moratti, che uno dei principali motivi per cui Thohir è stato preferito rispetto ad altre offerte (anche italiane) è proprio il suo approccio affaristico-finanziario allo sport e alla vita. Un imprenditore che fra 2 anni, in presenza di una offerta chi gli ripaghi-strapaghi il lavoro fatto, non rimarrebbe a tutti costi. Quasi nessuna delle squadre al vertice in Europa è arrivata in alto, al di là della buona gestione corrente una volta raggiunto il top, senza buttare nella fornace centinaia di milioni, per questo la partita societaria riguardante l'Inter sarà nei prossimi due anni senz'altro più appassionante del 3-6-1 del permaloso Mazzarri. Twitter @StefanoOlivari

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