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Redazione

25.09.2014 ( Aggiornata il 25.09.2014 12:01 )

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L'Inter di Erick Thohir gode di una speciale esenzione dalle critiche. In parte dovuta al fatto che nel giornalismo cosiddetto 'serio' (non è il nostro, quindi) non si possono criticare quei tre club che hanno tre quarti del pubblico calcistico dalla loro parte (in particolare i due che controllano i media italiani e le carriere dei loro giornalisti, fra questi però non c'è l'Inter), con le stesse logiche che valgono per altre squadre nei paeselli di riferimento, in parte al fatto che società e squadra sembrano vivere una eterna transizione verso non si sa bene che cosa. Senza ambizioni non ci sono delusioni, di solito: situazione ben sintetizzata da Walter Mazzarri, allenatore che non accende entusiasmi anche se il 'mai esonerato' è una medaglia e il Vietnam che sta vivendo Benitez a Napoli per certi versi lavora per lui. Thohir ha acquistato la maggioranza dell'Inter poco più di 10 mesi fa, a stagione 2013-14 in corso, quindi il bilancio finanziario 2013-14 è un bilancio da considerarsi assolutamente morattiano. Rimandiamo all'ottimo blog Calcio & Finanza per i numeri e l'analisi dei conti, chiusi con un rosso di quasi 85 milioni di euro. È quindi chiaro anche a posteriori perché il petroliere avesse da un lato tutta questa fretta di vendere l'Inter (dal 2009 la Saras, azienda di famiglia, non distribuisce dividendi) e dall'altro pochi imprenditori veri in fila per rilevarla. Di nostro aggiungiamo che, a quanto ci risulta, l'orizzonte temporale di Thohir è di due anni pieni. Traduzione: a fine stagione 2015-16, nella sua testa, il club dovrà essere in pareggio, alleggerito di molti costi fissi e con contratti di sponsorizzazione e partnership pluriennali. Traduzione della traduzione: Thohir vuole una società leggera, che si mantenga ad alto livello ma che non sia obbligata a vincere (la serie A fa così pena che in molti possono sognare il terzo posto dietro a Juventus e Roma) e che entro breve diventi appetibile per qualcuno intenzionato a pompare soldi significativi. Un giochino tipo quello dei Glazer al Manchester United non è possibile, vista la differenza di flusso di cassa, quindi l'unica strada è quella dell'alleggerimento. Queste le intenzioni, poi c'è anche la realtà. E di sicuro, nonostante un mercato fatto con il freno a mano (gli unici soldi veri sono stati quelli spesi per Medel, per il resto solo prestiti e giocatori a fine contratto) e la liberazione da contratti onerosi, anche la stagione corrente si chiuderà con un rosso significativo. Conclusione? Thohir rischia di rimanere a metà del guado, la situazione che in ogni campo è quella peggiore. E con lui Moratti, con il suo 30%. I soldi e la visibilità della Champions League (la semplice partecipazione vale più della comunque difficile vittoria in Europa League) diventano quindi vitali. Un piccolo problema è che altre squadre che puntano al terzo posto, secondo quanto riferiscono al Guerino procuratori che con quelle squadre lavorano, risultano essere (silenziosamente) in vendita. Twitter @StefanoOlivari

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