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Redazione

18.11.2013 ( Aggiornata il 18.11.2013 11:32 )

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Non è la prima volta che Lionel Messi si infortuna, ma il fatto che questo stop di (realisticamente) due mesi sia avvenuto nelll'anno del Mondiale brasiliano, cioè quello che a 27 anni (li compirà il 24 giugno) dovrebbe indicare con la maglia dell'Argentina il suo vero posto nella storia del calcio, ha mandato tutti fuori di testa con un dibattito surreale a colpi di 'vorrei (dire) ma non posso'. Tranne forse lui, che se l'è presa con la sfortuna e con chi lo accusa di giocare troppo, a volte anche imponendo la sua presenza da acciaccato ad allenatori che vorrebbero preservarlo. E pensare che c'era chi diceva che il gioco di Martino, meno 'da Barcellona' e con un minor numero di palloni toccati da Messi (che parte da destra molto più di quanto facesse con Guardiola e Vilanova), gli avrebbe allungato la carriera… Certo è che tutti possono infortunarsi al bicipite femorale, anche chi non gioca 70 partite all'anno. Ma siccome la storia del calcio interessa il giusto, bisogna sottolineare anche il non detto di tutta la vicenda. E cioè le polemiche sulla gestione per così dire 'medica' del Barcellona, che si interseca con quella personale di Messi: dalla nutrizionista (una maratoneta fidanzata di un ex dirigente dei blaugrana) al fisioterapista passando per altri consulenti privati, un pianeta quasi a parte anche rispetto a quelli di uno Xavi o di un Iniesta che pure non sono seguiti dal nostro dottore della ASL. Materia delicata, dove una malattia seria (una forma di ipopituitarismo, in pratica un problema ormonale che influisce sulla crescita e su varie funzioni, curabile con la somministrazione del famigerato ormone della crescita) lo ha legato per sempre, emotivamente al Barcellona che quando aveva 13 anni puntò di lui pagandogli le cure. Insomma, il megacontratto firmato fino al 2018 è una formalità. Il tutto nel contesto dello sport spagnolo, ormai più un atto di fede (fino a prova contraria) che un modello da copiare acriticamente. Conclusione? Gli infortuni sempre più frequenti possono dimostrare sia l'integrità, perché a certi ritmi anche un super-fisico chiede di fermarsi, che la non integrità di Messi. Di certo c'è che, al netto di considerazioni mediche, nel 2013 i fuoriclasse non possono rischiare di mancare un grande appuntamento per timbrare il cartellino su campi di provincia.

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