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I fiori di Eto'o, puntuale come un metrò

Redazione

30.05.2011 ( Aggiornata il 30.05.2011 10:30 )

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Samuel Eto’o non vende i fiori, come cantano i frustrati nemici. In compenso, segna con la puntualità di un metrò, tanti gol come nessun altro in questa pazzesca stagione. Giù il cappello di fronte all’incrocio realizzato di potenza e classe, di forza e precisione. La Coppa Italia, dal punto di vista del gioco, l’avrebbe meritata il Palermo, bello e arrembante per tutti i 90 minuti dell'Olimpico, primo pure nel possesso-palla e nei passaggi effettuati, ma l’Inter ha un campione straordinario, che si chiama appunto Eto’o. Quando la palla arriva nei suoi piedi, impossibile che perdoni. La doppietta che ha steso il Palermo e che ha donato al giovane Leonardo il primo “titulo” della carriera, vale il gol numero 37 della stagione per il camerunense, che soltanto un anno fa accettava di fare il terzino per portare l’Inter di Mourinho sul tetto d’Europa. E dove lo trovi un altro così? Lo sa bene Moratti, che infatti se lo coccola e lo protegge al caldo di quasi 10 milioni di euro all'anno. Lo sanno ancora meglio i tifosi nerazzurri, che lo venerano e lo difendono dagli stupidi cori razzisti. L’altro giorno alcuni passanti lo hanno ingiuriato uno a due passi dalla stazione di Milano. Qualche giornale vi ha scorto troppo frettolosamente un possibile antipasto della separazione di Samuel dall’Italia. Ma lui ha subito smentito, come ha fatto anche ieri sera al termine della partita. Da noi vive bene, da noi continua a determinare campionati e trofei. Benedetto il giorno in cui l'Inter lo scambiò con Ibra, allora smanioso di andare al Barcellona. Guardando la finale contro i siciliani - per me gradevole e non macchiata dalle solite risse tra giocatori in campo, malgrado qualche decisione molto discutibile dell'uscente Morganti - si aveva netta la sensazione che da una parte ci fosse un gioco corale, ma privo sotto porta del terminale decisivo, dall’altro una squadra pronta a colpire di rimessa, con un fuoriclasse in più dalla sua. E nel calcio italiano di oggi basta e avanza uno così a fare la differenza.

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