Nella prima giornata a Coverciano degli azzurri riuniti da Ventura per preparare le gare contro Liechtenstein e Germania, il selezionatore ha parlato cos&igrave; ai microfoni:  Il Liechtenstein? In tanti anni di calcio non ho mai visto nessuno vincere prima di giocare le partite. Certo, ha perso 8-0 con la Spagna: in quella partita fino al 65% gli iberici erano in vantaggio per 1-0 con poche palle gol create. Si tratta di un avversario accessibile ma dobbiamo prepararci bene per non avere sorprese. Lo dico con molta schiettezza: invece della Germania, avrei preferito un avversario differente, pi&ugrave; alla portata dei nostri giovani. Il cammino internazionale lo si fa per gradi, dando degli esami. Sfidare in questo momento i campioni del mondo &egrave; come arrivare subito a dare la tesi di laurea. Belotti ed Immobile non devo ovviamente scoprirli, li conosco benissimo. Stanno facendo bene, non solo dal punto di vista realizzativo ma anche a livello di prestazioni. Loro due, come altri giocatori che sono qui, sono sulla strada giusta per prendersi la Nazionale: ma come in tutte le cose, &egrave; necessaria la giusta dose di umilt&agrave; per sfruttare i margini di miglioramento. Mai pensare di sentirsi appagati: non si andrebbe da nessuna parte.  Dopo il forfait di Andrea Barzagli gi&agrave; domenica (lussazione della spalla sinistra, due mesi di stop), Ventura non potr&agrave; avere a disposizione anche il rientrante Marchisio: il centrocampista juventino lamenta un sovraccarico articolare all'arto inferiore sinistro ed &egrave; stato sostituito da un altro giovane esordiente. Si tratta del 22enne dell'Atalanta Roberto Gagliardini, che era stato convocato in Under 21 da Di Biagio. Out anche Manolo Gabbiadini, impossibilitato a recuperare dall'infortunio rimediato con il Napoli nell'ultimo match: altro esordio assoluto, in questo caso per il milanista Gianluca Lapadula. Il capocannoniere dell'ultima B non aveva ceduto mesi fa al corteggiamento della federazione peruviana, patria della madre. Non solo, spazio in extremis anche per il difensore del Genoa Armando Izzo. Anche per lui prima convocazione in Nazionale.  &nbsp;  Fabio Ornano @fabio_ornano  &nbsp;

Ventura: "Germania? Avrei preferito ora un avversario diverso". Ko anche Marchisio e Gabbiadini

L'eliminazione azzurra ad opera della Germania, soprattutto per il modo in cui &egrave; arrivata, fa male. Parlando nei minuti successivi ai rigori, i giocatori hanno espresso&nbsp;parole&nbsp;di delusione e tristezza: per la fine non solo del sogno, ma anche della gestione Conte che ha l'indubbio merito di aver creato un gruppo coeso e di carattere.  Non nasconde le lacrime uno dei veterani, Andrea Barzagli:  "Immensa delusione, abbiamo dato veramente tutto. Purtroppo rimane la sconfitta. Di tutto ci&ograve; che di bello abbiamo fatto, secondo me, non rimarr&agrave; nulla ed &egrave; un grande dispiacere. C'era davvero la voglia di stare insieme".  La commozione prende il sopravvento anche nelle parole di Leonardo&nbsp;Bonucci:  "Avevamo detto all'inizio di quest'avventura che se fossimo stati eliminati l'avremmo fatto a testa alta. Per 120 minuti questa Nazionale ha tenuto testa ai campioni del mondo, di questo dobbiamo essere orgogliosi. Ovvio, che uscire fa sempre male. Tutti gli uomini di questa squadra, a cominciare dal Commissario Tecnico e dal Presidente Tavecchio, sono stati grandi. Ringraziamo gli italiani, sono stati con noi e ci hanno portato tanto entusiasmo. Speriamo di averli resi orgogliosi di questa squadra".  Molto provato e scosso il capitano Gianluigi Buffon:  "Tracciato un solco e bisogna proseguire su questa strada, perch&eacute; abbiamo fatto il massimo. Quando si hanno valori, un'organizzazione di gioco, nulla diventa impossibile. Il mister ci ha ringraziato e ci ha espresso l'orgoglio di aver avuto a che fare con noi. Dispiace perch&eacute; meritavamo, anche per ci&ograve; che abbiamo risvegliato nell'animo della gente. &Egrave;&nbsp;dura, ma andiamo avanti. Si prende il risultato e si porta a casa. Un momento particolare e delicato per tutti noi, perch&eacute; pensavamo di aver fatto qualcosa di eccezionale che necessitava&nbsp;ancora di un piccolo passo".  Uno degli elementi pi&ugrave; positivi di questo Europeo azzurro &egrave; stato Marco Parolo:  "Abbiamo creato un'identit&agrave; di gioco, in cui ogni giocatore sapeva esattamente cosa fare. Dare tutto non &egrave; bastato. Ora &egrave; normale che ci sia solo delusione, ma smaltita quella rester&agrave; solo l'orgoglio".  L'ultimo arrivato e titolare "obbligato" Stefano Sturaro:  "Il rimpianto &egrave; quello di non aver passato il turno, usciamo a testa alta nonostante il dispiacere. Per 120 minuti siamo stati all'altezza della Germania e dobbiamo andarne fieri".  Chi lascia a prescindere una traccia indelebile del suo passaggio &egrave; Antonio Conte, che ha avuto modo di togliersi qualche sassolino dalle scarpe dopo la sua ultima partita alla guida dell'Italia:  "Ringrazio i ragazzi, sono stati straordinari. Questi due anni sono stati fantastici, ancora di pi&ugrave; lo &egrave; stato quest'ultimo mese e mezzo in cui abbiamo creato un grande gruppo. Questi ragazzi li porter&ograve; nel cuore. Attraverso il lavoro si possono costruire delle cose bellissime. Termina qui la mia esperienza con la Nazionale: ho bisogno del campo, di allenare tutti i giorni e ora andr&ograve; in Inghilterra. Ma devo&nbsp;sottolineare che in questi due anni non ho ricevuto supporto nel mio lavoro, oltre a quello (scontato) del Presidente Tavecchio: ho cercato di far spostare la finale di Coppa Italia per avere qualche giorno in pi&ugrave; per lavorare con i ragazzi, ma invano... La Nazionale ti d&agrave; grande orgoglio ed emozione, ma anche pressione notevole: spero che un giorno si ricreino&nbsp;le condizioni per ritornare".  Fabio Ornano @fabio_ornano

Parole azzurre. Conte: "Sostenuto da nessuno"

Secondo pari consecutivo e di un gol nemmeno l'ombra. Prima di provare a capire il perch&eacute; della circostanza, &egrave; bene giudicare anche l'altra faccia della medaglia, l'ottima difesa, espressione che si materializza in un'unica persona, Andrea Barzagli. Il migliore della Juventus, senza dubbio, nelle ultime due uscite, ma sarebbe ancora pi&ugrave; corretto non rateizzare i tempi e lodare i suoi balocchi dall'epoca in cui si svilupp&ograve; il concetto di Mezzaluna Fertile. Le assenze di Lichtsteiner e Caceres lo hanno giocoforza spostato sulla corsia di destra e la naturalezza con la quale si dimenava dal blocco dei tre a quello dei quattro merita di essere elogiata. A 34 anni resta una delle risorse pi&ugrave; preziose per i bianconeri e per l'Italia di Conte, se non la pi&ugrave; preziosa quando si guarda alla difesa. 300.000 euro pi&ugrave; bonus &egrave; lo smisurato sforzo che la dirigenza ha dovuto sopportare per riportarlo in Italia - era riuscito a vincere la Bundesliga con il Wolfsburg insieme a Zaccardo e Dzeko -, l'operazione di mercato pi&ugrave; oculata con i parametri zero Pirlo e Pogba. Beneficenza, a vedere i risultati. Per&ograve; quando uno dei tuoi difensori risulta essere l'uomo della partita, forse c'&egrave; qualcosa che non va. O hai subito talmente tanto che hai dovuto far gli straordinari o davanti i tuoi compagni hanno giocato a dama. Le statistiche vengono in aiuto. Dei ventidue tiri totali della Juventus, soltanto due sono arrivati in porta. Dei quattro del Borussia M'gladbach - tutti da fuori area -, nemmeno uno. L'avrete anche notato, con Buffon che per l'intera serata non ha fatto altro che leggere l'ultimo numero del Guerino ed esultare in solitaria dopo aver battuto il record di Del Piero, diventando il bianconero (per minuti) pi&ugrave; presente di sempre. Il problema lampante, quindi, per tornare al discorso di Barzagli, &egrave; la sterilit&agrave; offensiva. Cuadardo, che naturalmente &egrave; da salvare, &egrave; apparso pi&ugrave; fumoso del solito. Pogba, invece, in risalita anche se la testardaggine&nbsp;nel voler strafare da solo resta, ma quella che maggiormente &egrave; da mettere in evidenza &egrave; l'incapacit&agrave;, al 21 di ottobre, di stabilire l'attacco titolare della Juventus per la stagione 2015-2016. Gli infortuni, a giro, non sono stati di ausilio, per&ograve; l'epoca degli esperimenti dovrebbe, sulla carta, essere gi&agrave; finita da un pezzo. Una maglia per Morata c'&egrave; sempre. E l'altra? A turno Mandzukic, Zaza e Dybala? L'argentino &egrave; sul serio l'ultimo cambio di Allegri? Per noi c'&egrave; tanta confusione.  @damorirne

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