Enzo Scaini, il “Gigante buono” e sfortunato del Vicenza

Enzo Scaini, il “Gigante buono” e sfortunato del Vicenza

Friulano, classe 1955, vestì tra le altre anche le maglie di Monza, Verona e Perugia. Morì tragicamente a Roma dopo un’operazione al ginocchio all’età di 27 anni 

Alessandro Lancellotti/Edipress

21.01.2023 ( Aggiornata il 21.01.2023 11:19 )

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Enzo Scaini nacque a Varmo in provincia di Udine il 13 settembre 1955. Cominciò a tirare i primi calci al pallone in Friuli con la squadra dell’Esperia Udine. Era la fine degli anni ’60 del secolo scorso, ben presto il talento di quel ragazzo esile e mingherlino venne notato e così il giovane partì dal natio Friuli in direzione Torino, sponda granata.  

Enzo Scagni, dai dilettanti al professionismo

Dopo la trafila nel settore giovanile fece il suo esordio tra i professionisti in serie D con la squadra biancoceleste del Canelli nella stagione 1972-73 (la compagine della provincia di Asti all’epoca militava nella quarta serie del calcio italiano). Le sue reti nel primo campionato in serie D gli valsero subito il salto di categoria con destinazione Chioggia. Il Clodia-Sottomarina era appena stato promosso dalla serie D ed era guidato dal padovano Omero Tognon (per anni bandiera del Milan). In campionato la squadra si classificò undicesima, Scaini giocò poche partite e nella stagione successiva non si spostò dal Veneto venendo tesserato per la Coneglianese. I gialloblù militavano nel girone C della serie C. L’esordio in campionato avvenne a Lignano Sabbiadoro il 22 settembre 1974, in una gara persa per due ad uno contro i locali. L’esperienza a Conegliano durò un anno: lasciata la squadra guidata da Narciso Soldan, Scaini parti per la Lombardia, al Sant’Angelo Lodigiano. 

In serie C la formazione da professionista di Scaini

I rossoneri militavano in serie C e in quei due anni ci fu la sua consacrazione calcistica. Da esile e mingherlino si era fisicamente sviluppato, era diventato alto quasi un metro e novanta e gli era stato dato il soprannome di “Gigante buono”. La squadra era guidata da Mattè e il capitano era Ferruccio Mazzola. Il primo anno (nel ruolo di centrocampista) contribuì alla salvezza centrata col 14esimo posto; nella stagione seguente segnò otto reti che contribuirono alla conquista della decima posizione. La sua carriera stava prendendo una svolta: era il 1977. A Sant’Angelo lodigiano si era sposato con Rossella e dopo due anni trascorsi con la maglia rossonera passò al Monza in serie B. Nella prima stagione con i brianzoli guidati da Alfredo Magni giocò con calciatori come De Vecchi, Cerilli, Vitali e Cantarutti. 

In Serie B con Monza e Campobasso: il decollo di Scaini 

L’esordio nel campionato cadetto avvenne al vecchio stadio Gino Alfonso Sada in una gara contro il Cesena. Nel 1977-78 per due punti i lombardi non conquistarono la serie A. La stagione successiva risultò ancora più sfortunata in quanto i brianzoli persero lo spareggio promozione per la serie A il 1° luglio 1979 a Bologna contro il Pescara. Lasciata Monza, Scaini prese la via del Centro Italia e arrivò al Campobasso. L’ambiziosa squadra rossoblù militava in serie C, guidata prima da Giovanni Battista Benvenuto e poi da Giovanni Mialich. I molisani mancarono per tre punti la promozione in serie B. La stagione per il nostro fu da protagonista: totalizzò 34 presenze e realizzò 6 reti, la prima di queste segnata all’esordio a Salerno contro la Salernitana. Partecipò anche all’edizione del torneo anglo-italiano: segnò due reti, una contro il Folkstone e una a Londra contro il Dulwich Hamlet. 

Verona, Perugia e Vicenza

L’esperienza con i lupi rossoblù duro solo una stagione: il suo girovagare per l’Italia lo riportò in Veneto questa volta a Verona dove divenne calciatore dell’Hellas. L’esperienza con gli scaligeri in serie B durò solo un anno e si chiuse con 29 presenze e 5 reti. Nella stagione 1981-82 si trasferì in Umbria dove militò nel Perugia del presidente Franco D’Attoma in Serie B, allenandosi con Paolo Rossi in quel tempo squalificato e in rosa con la squadra umbra: collezionò 13 presenze e una rete. Dopo quel campionato tornò in Veneto per la quarta, a Vicenza, dove divenne giocatore del Lanerossi. La squadra berica, costruita per vincere il campionato, si classificò quarta cambiando allenatore (da Caddè a Mazzia). Con i biancorossi collezionò 11 presenze segnando 2 reti contro Rimini e Treviso. 

L’infortunio in Vicenza-Trento, l’operazione e la morte di Scaini

Nella partita del 16 gennaio giocata tra Lanerossi Vicenza e Trento allo stadio Menti al 52’ subì un infortunio che gli causò la rottura dei legamenti: partì per Roma per essere operato il 21 gennaio. L’operazione riuscì, ma dopo un’ora Scaini morì, a soli 27 anni. Lasciò un vuoto incolmabile non solo tra parenti, amici e colleghi, ma anche nel cuore di tutti i tifosi biancorossi. 

Meneghetti e Belloni ricordarono Scaini ne “La Nobile Provinciale”

A Vicenza fu ricordato così: “L’ultimo viaggio del povero Enzo avviene lunedì 31 gennaio, a Vicenza nella chiesa di San Pietro migliaia di persone gli danno l’ultimo saluto, decine e decine di atleti e allenatori giunti da tutta Italia. La bara viene portata a spalla dai giocatori del Vicenza. All’uscita un lungo, interminabile applauso, rompe il silenzio. Poi il corteo raggiungerà a piedi il “Romeo Menti”, distante qualche centinaio di metri. Un altro applauso, da stadio. Quello stadio che era la vita per il Gigante buono”. (Tratto dal Libro “La Nobile Provinciale”, volume 2 di Guido Meneghetti e Alberto Belloni).

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