Rui Jordao, il goleador portoghese tra Benfica e Sporting

Rui Jordao, il goleador portoghese tra Benfica e Sporting

Nato in Angola nel 1952, veniva spesso paragonato ad un altro africano di nascita, Eusebio, con cui giocò tra le fila degli Encarnados

Alessio Abbruzzese/Edipress

09.08.2022 ( Aggiornata il 09.08.2022 10:51 )

  • Link copiato

A Benguela, nell’Angola, il 9 agosto del 1952 nasce Rui Manuel Trindade Jordao. Il paese sudafricano, all’epoca e ancora per buoni vent’anni, è una colonia portoghese, come tra l’altro un discreto numero di paesi del continente nero. Il giovane Jordao, per caratteristiche tecniche, colore della pelle, provenienza africana e lingua parlata, viene paragonato sin dagli albori della carriera alla Pantera Nera Eusebio.

Rui Jordao, all’ombra di Eusebio

Ed è proprio al Benfica che arriva nel 1970, iniziando la carriera da professionista all’ombra del fuoriclasse del Mozambico. Rui Jordao è un attaccante rapido, preciso e molto tecnico con un più che discreto feeling con il gol. Con la maglia degli Encarnados rimane fino al 1976, mettendo in bacheca 4 campionati portoghesi, una coppa nazionale oltre che il titolo di capocannoniere nell’ultima stagione in maglia rossa. Dopo una breve parentesi con il Real Saragozza torna in Portogallo, questa volta allo Sporting Lisbona, dove rimarrà per ben dieci anni. Purtroppo a questo punto della carriera Rui Jordao inizia ad accusare più di qualche infortunio che gli condizionerà gli ultimi anni da calciatore. Presenza fissa nel giro della nazionale lusitana, viene ricordato da molti per le sue prestazioni durante l'Europeo in Francia del 1984, unica fase finale di un torneo a cui partecipa. Jordao gioca con il numero 3 sulle spalle nonostante la posizione in campo, visto che i portoghesi hanno scelto di assegnare casualmente i numeri di maglia. I lusitani arrivano sino in semifinale, dove si arrendono ai padroni di casa trascinati da Michel Platini, nonostante la grande prestazione di Rui Jordao, autore di una doppietta. Il pesante stigma di “erede di Eusebio” se lo porterà dietro per tutta la carriera, motivo per cui è ricordato da alcuni come un giocatore incompiuto. A dire il vero il parallelismo con Eusebio lascia il tempo che trova: Jordao era un giocatore fortissimo, anche sfortunato per certi versi, sarebbe ingeneroso paragonarlo a tutti i costi con la Pantera Nera e di conseguenza vederlo come un incompiuto. Dopo gli anni a Lisbona, una breve comparsa a Setubal e tanti, tantissimi gol, Jordao decide di dire addio al calcio nel 1989, dedicandosi all’arte. Si ritira nel distretto di Cascais, dove dipinge, scolpisce e si gode la sua tranquillità lontano dai riflettori, prima di lasciare questo mondo in un’anonima mattinata autunnale di pochi anni fa. Aveva 67 anni.

Condividi

  • Link copiato

Commenti