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Nato il 3 marzo 1922, il centravanti protagonista della Grande Ungheria è il precursore di un ruolo “moderno”. Da allenatore vinse la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe con la Fiorentina
Dell’Aranycsapat (“squadra d’oro”), la nazionale ungherese più forte di sempre, era il centravanti arretrato, il “falso nueve” come si dice oggi. Un ruolo inventato dal ct Sebes e tagliato su misura per Nandor Hidegkuti che, con i suoi movimenti, lasciava spazio ai veri attaccanti di quella squadra formidabile: Puskas e Kocsis. Ma Hidegkuti i gol li segnava eccome! Ben 39 in 69 partite con la nazionale, tra cui la splendida tripletta ai maestri inglesi a Wembley in un 6-3 che ha fatto storia. Alla vigilia della partita, Gianni Brera chiese al ct inglese Winterbottom se avrebbe fatto marcare a uomo Hidegkuti, la risposta fu: “Il nostro stopper lo seguirà fin quando lo riterrà opportuno”. Il giornalista disse poco dopo a un suo collega: “Domani ne prendono sei”. Previsione azzeccata.
La favola della Grande Ungheria si interruppe poi a Berna dove subì l’unica sconfitta in 50 partite, e purtroppo era la più importante di tutte: la finale dei Mondiali 1954 contro la Germania Ovest. Con un Puskas a mezzo servizio a causa di un infortunio, i magiari si fecero rimontare da 0-2 a 3-2. E pensare che al primo turno avevano strapazzato 8-3 i tedeschi con Hidegkuti autore di una doppietta. Proprio per questo l'inaspettata impresa teutonica passerà alla storia come "il Miracolo di Berna".
Le rivolte di Budapest del 1956 divisero per sempre la “squadra d’oro”: molti si rifugiarono in altri Paesi, mentre il centravanti rimase nella sua Ungheria disputando anche i Mondiali 1958. Poco dopo, arrivò in Italia ad allenare la Fiorentina vincendo la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe nel 1960-61, il primo trofeo europeo conquistato da un'italiana, l'unico della storia viola. In seguito ha guidato anche il Mantova. Oggi, 3 marzo 2022, il primo “falso nueve” della storia avrebbe compiuto 100 anni. E nel calcio che vediamo tutti i giorni, si sarebbe ritrovato sicuramente a suo agio.
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