Atalanta, il primo precedente contro una tedesca è datato 1990

Atalanta, il primo precedente contro una tedesca è datato 1990

Nella Coppa Uefa 1990-91, la Dea del neo presidente Percassi approdava ai quarti di finale eliminando il Colonia semifinalista dell’edizione precedente

Jacopo Pascone/Edipress

10.03.2022 ( Aggiornata il 10.03.2022 10:47 )

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Una Coppa Uefa, quella della stagione 1990-91, che parla italiano. A dire il vero come parecchie delle competizioni europee dell’epoca, quando il calcio nostrano domina il palcoscenico internazionale. Quattro sono le italiane ai nastri di partenza della competizione, le stesse che riescono poi ad approdare fino ai quarti di finale: Atalanta, Bologna, Inter e Roma. Alla fine, come nella stagione precedente, l’ultimo atto vedrà ancora due italiane a contendersi il trofeo.

La prima volta dell’Atalanta contro una tedesca

L’Atalanta – alla seconda partecipazione (consecutiva) alla Uefa – negli ottavi di finale affronta per la prima volta nella sua storia una formazione tedesca: il Colonia, semifinalista della passata stagione. All’indomani della gara d’andata –  giocata al Müngersdorfer Stadion il 28 novembre – sulla prima pagina del Corriere dello Sport-Stadio si legge: “Roma e Inter come panzer, e l’Atalanta resiste a Colonia”. I ragazzi di Frosio pareggiano in terra tedesca 1-1, con Roberto Bordin a rispondere al vantaggio dei padroni di casa arrivato soli quattro minuti prima grazie all’autorete di Progna. Un colpo di testa sul preciso assist di Carlo Perrone, degno del miglior “Elicottero”, come lo chiamavano ai tempi di Cesena, proprio per via delle sue doti aeree, nonostante il metro e 72 di altezza. Il centrocampista nerazzurro, dopo aver lanciato commosso la maglia nel settore gremito da 2mila, coraggiosi, supporters atalantini giunti nel freddo tedesco, commenta così: “È il mio primo gol in Europa, lo dedico alla squadra e a questa gente venuta sino a Colonia per non lasciarci soli. Non so dire quanto sia felice, ho il cuore che mi scoppia. Il cross di Perrone è stato millimetrico: quando ho visto arrivare il pallone ho guardato Illgner mirando nell’angolino alla sua sinistra”. La Dea torna in Italia con un risultato che fa sperare nella qualificazione, raggiunto anche grazie alla straordinaria prestazione di Strömberg, dominatore assoluto del campo, premiato con un bell’8 in pagella.

Colonia al tappeto e Atalanta ai quarti

Due settimane più tardi al Comunale, i nerazzurri (per l’occasione in maglia bianca) portano a casa la qualificazione. Nel giorno in cui il calcio italiano saluta un ex grande portiere come Giorgio Ghezzi, scomparso all’età di 60 anni, le nostre squadre fanno man bassa in Europa: al successo per 1-0 della Dea si aggiunge il facile passaggio del turno della Roma col Bordeaux (aggregato di 7-0); l’avanzamento dell’Inter, a cui basta l’1-1 a Belgrado dopo il 3-0 dell’andata sul Partizan; e il miracolo del Bologna, capace di ribaltare il 3-0 subito nel primo match dall’Admira Wacker. La Dea conquista i quarti grazie alla rete segnata da Eligio Nicolini al 16’, bravo a insaccare il preciso assist di Caniggia, funambolico attaccante argentino tra i migliori in campo. Nel primo tempo è una bella Atalanta, mentre nella ripresa c’è da soffrire tanto, con il portiere Ferron chiamato più volte in causa per blindare il punteggio. Dopo aver raggiunto le semifinali della Coppa Coppe nel 1988, i nerazzurri approdano così per la prima volta anche ai quarti di finale di Coppa Uefa, dove sfideranno e perderanno contro i futuri campioni dell’Inter, che batteranno poi la Roma nella doppia finale di maggio. Per Antonio Percassi – presidente della Dea da poco più di un mese – resta comunque un risultato storico: dovrà aspettare fino ai giorni nostri per rivedere la sua squadra protagonista a quei livelli europei.

 

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