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L’esordio trionfale del leggendario tecnico argentino sulla panchina nerazzurra fu proprio a Bergamo contro gli orobici il 25 settembre 1960
Helenio Herrera approda sulla sponda nerazzurra di Milano nell’estate del 1960. Angelo Moratti, rimasto fortemente colpito dall’allenatore dopo averlo incontrato in Coppa delle Fiere, lo vuole assolutamente sulla panchina dell’Inter, e così fa. Una delle storie più celebri del pallone nostrano, quella del lungo e felice matrimonio tra il Mago e la Beneamata, inizia il 25 settembre del 1960, sul campo dell’Atalanta.
Utilizzando una perifrasi proveniente dal mondo del cinema, vittima ormai di una certa inflazione in casi come questo, potremmo dire “buona la prima” per Herrera. E a buon diritto, visto che la sua Inter ne rifila ben 5 alla malcapitata Atalanta. Bisogna dire ad onor del vero, che i padroni di casa arrivano all’inizio del campionato non in ottima forma: già orfani di Favini, Boccardi e Longoni, dopo appena 7 minuti di gioco si trovano a fare i conti con il forfait di Maschio, faro del reparto offensivo, per un problema muscolare alla coscia sinistra. Senza il suo giocatore di maggior estro, i bergamaschi si ritrovano in grande difficoltà, facendo enorme fatica a sviluppare azioni pericolose in avanti. I nerazzurri dall’altra parte sono invece in stato di grazia: la mano del Mago si vede sin da subito. Dopo appena 20 minuti infatti Firmani la sblocca portando avanti gli ospiti, prima di suggellare il vantaggio appena 20 minuti dopo, con la sua seconda rete. Gli orobici non riescono a tenere e vanno sotto di tre gol poco prima dell’intervallo, questa volta colpiti dalla freccia di Angelillo.
La ripresa diventa una formalità, anche se i nerazzurri inizialmente non si fermano: appena tornati in campo Firmani sigla la tripletta personale e qualche minuto dopo Corso segna il 5-0. A questo punto Herrera lascia tirare i remi in barca ai suoi, dopo aver largamente acquisito il risultato. L’attenzione cala inevitabilmente e al 24’ c’è anche spazio per il più classico dei gol della bandiera per gli orobici, segnato da Magistrelli, unico spunto positivo nella tremenda giornata atalantina.
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