Rocco Pagano, l'ala del Pescara che faceva "impazzire" Maldini

Rocco Pagano, l'ala del Pescara che faceva "impazzire" Maldini

Lo storico capitano del Milan in diretta tv ammise che era proprio il ragazzo di San Nicandro Garganico l'avversario più difficile da affrontare. La carriera e gli anni all'Adriatico con Galeone

Paolo Marcacci/Edipress

23.09.2023 ( Aggiornata il 23.09.2023 08:01 )

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"Raffinato come Figo, come Beckham…": così lo descriveva Giovanni Galeone, uno che amava le definizioni non banali, ma non certo le esagerazioni. Più di una definizione simile, cosa ci si può sentir dire? Forse una cosa, una sola: se Paolo Maldini parla di te come l’avversario più ostico da affrontare. In diretta nazionale, rispondendo a una domanda di Sandro Piccinini, lasciando poi interdetti il conduttore e l’intero studio. Sembra un’ipotesi iperbolica, invece è semplicemente ciò che accadde durante una puntata di “Controcampo” di qualche anno fa.

Rocco Pagano e l'incredibile rivelazione di Paolo Maldini

“L’attaccante che mi ha messo più in difficoltà? – attimo di esitazione e poi il nome che non ti aspetti – Rocco Pagano, del Pescara”. Sic et simpliciter. Come fosse un qualcosa di ovvio, per il modo in cui lo pronunciò l’ex Capitano del Milan, ma che tanto assomigliava a uno scherzo. Eppure Maldini parlava sul serio, perché seriamente i dribbling e le accelerazioni di Pagano lo impegnavano più di tante ali e tornanti dai nomi più celebri, dai guadagni con più zeri. Ironia della sorte, quella sera l’ex ragazzo di San Nicandro Garganico, sessant’anni oggi, era andato a dormire prima che Maldini pronunciasse quel giudizio così lusinghiero al punto da sembrare inverosimile. L’indomani, al risveglio, il suo cellulare borbottava come una caffettiera prima della colazione.

La carriere e l'esplosione con il Pescara di Galeone

Dai primi anni Ottanta con il Banco di Roma passando per Alessandria, Derthona, Perugia, Ancona, Teramo, Ortona. Fino alla sua ultima stagione, nel 2011, alla Tollese. Ovunque, quasi a qualsiasi età, pur di giocare ancora un poco, insomma. In mezzo, “quel” Pescara, proprio quello lì, della seconda metà degli anni Ottanta. Quello dove, incredibilmente per la Serie A attuale, dal 1987 al 1989 militò anche Leo Junior, prima di tornarsene al Flamengo. Era il calcio italiano dell’epoca, pieno zeppo di fuoriclasse e con un livello tecnico medio da Sorbona del pallone. In quel calcio, Rocco Pagano si ritagliò un ruolo da protagonista, con la maglia di un Pescara che in quelle stagioni seppe sempre esprimere un calcio riconoscibile nello spirito propositivo ma tatticamente equilibrato secondo i dettami di Galeone; un Pescara che in più di una occasione seppe indossare gli abiti di gala della squadra castiga grandi, in casa come in trasferta e se fu possibile fu anche per le caratteristiche di un’ala come Pagano, al di là dei paragoni così responsabilizzanti del suo mister.

Dalla primavera della Juve all'incontro con Domenghini al Derthona

Nato centrocampista in una primavera della Juventus con la cui maglia non riuscì a esordire in Serie A, quel passaggio ad Alessandria per assaggiare il calcio dei grandi poi al Derthona, sotto la guida tecnica di Angelo Domenghini, uno che di ali se ne intendeva e se ne intende. "Tu devi giocare larghissimo, da lì puoi far male…": così iniziò a fare, facendo in realtà più che bene. La Juventus l’ha poi battuta allo Stadio “Adriatico” e a Pescara ancora se lo ricordano; si è preso tante soddisfazioni di categoria, senza mai avere la puzza sotto il naso per il fatto di giocare in provincia o di esibirsi davanti a cinquemila persone dopo averne fatte preoccupare ottantamila, proprio come quando contro un Milan leggendario faceva preoccupare Paolo Maldini, che quella sera lo disse in tv, mentre Pagano già s’era infilato sotto le coperte. "Mi sono reso conto la mattina quando ho acceso il cellulare che in due minuti mi sono arrivati una trentina di messaggi. Ho pensato: 'vuoi vedere che ieri sera ha parlato magari di me?'".

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