Mario Ielpo: portiere, avvocato e persino tennista

Mario Ielpo: portiere, avvocato e persino tennista

L’estremo difensore romano ha vestito diverse maglie di prestigio nella sua carriera, facendo incetta di titoli

Massimiliano Lucchetti/Edipress

08.06.2023 ( Aggiornata il 08.06.2023 09:01 )

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Mario Ielpo fin da piccolo ha mostrato una marcata predisposizione per il ruolo di portiere tanto che, notando queste qualità, la Lazio non si lasciò sfuggire l’occasione di portarlo in biancoceleste già alla tenera età di nove anni. Mario completò il percorso nelle giovanili laziali sino a sfiorare il debutto in prima squadra durante la stagione 1983-84. Nel 1984 venne mandato a "farsi le ossa" in prestito in C2, a Siena dove conquistò subito il suo primo campionato; in 34 partite subì la miseria di 22 gol risultando tra i numeri 1 meno battuti del campionato. A quel punto la Lazio lo considerò pronto per far parte della rosa della prima squadra, ma non come titolare, bensì come riserva dietro al più esperto Astutillo Malgioglio. Dopo che il titolare si era reso protagonista di alcuni errori sul campo e un gesto clamoroso che compromise il rapporto coi tifosi, a metà stagione Gigi Simoni decise di affidare la porta al giovane Mario che non sfigurò affatto. Nonostante ciò, l’anno seguente gli fu preferito Giuliano Terraneo e Ielpo dovette accontentarsi ancora una volta del ruolo di riserva. Al termine della stagione le strade tra Ielpo e la Lazio si separarono in maniera definitiva. Qualche tempo fa il nostro protagonista ricordò come "la Lazio è stata la mia formazione, come portiere e come uomo. Sono entrato nel club a 9 anni, sono uscito la prima a volta a 21 e definitivamente a 23".

Tra i pali, una scelta di famiglia

In un’altra occasione Ielpo ricordò a “Il Posticipo” come "Mio padre faceva il portiere della Nazionale Avvocati. È stato lui a mettermi tra i pali fin da piccolo. Anche questa è stata in un certo senso una scelta di famiglia". In effetti Mario, durante la carriera agonistica riuscì a coniugare anche l’impegno con lo studio e a dare nei primi anni di attività alcuni esami alla Facoltà di Giurisprudenza. "Il mio percorso è stato particolare fin dall'inizio. Ho studiato mentre giocavo per diventare un calciatore professionista. Ho frequentato il Liceo classico, poi l'Università ai tempi della Lazio, quando facevo la Primavera quindi il terzo portiere. Ho portato avanti gli altri anni di studio a spizzichi e bocconi con il servizio militare in mezzo". 

Ielpo, la scalata a Cagliari

Lasciata “Mamma Lazio”, Mario accettò con entusiasmo la proposta del Cagliari, ripartendo dalla C1, ma con il numero 1 sulla schiena. Quegli anni furono magnifici: Ielpo si impose sull’isola come uno dei migliori giovani prospetti in Italia e conquistò in pochi anni non solo la Serie A, ma perfino la qualificazione per la Coppa Uefa, grazie al sesto posto nella stagione 1992-93. Il Nostro Avvocato non giocò in Europa con la maglia rossoblù perché, nel frattempo, si era lasciato convincere dalle avance rossonere alla ricerca di un numero 12 affidabile, visti i tormenti esistenziali di Sebastiano Rossi. Ielpo lasciò quindi Cagliari con 205 presenze totali, secondo portiere di sempre dietro l’inarrivabile Ricky Albertosi.

I successi nel Milan

Mario vestì per tre anni la maglia rossonera, periodo che gli consentì di vincere tutto il possibile: due campionati, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e la Coppa dei Campioni. Il lato negativo di questi trionfi, però, fu che scese in campo in poche occasioni. Sicuramente al suo approdo a Milano, sapeva che non sarebbe stato facile scalzare un idolo della tifoseria e un portiere affidabile come Rossi, ma vista la continuità dimostrata negli anni cagliaritani, probabilmente qualche occasione in più l’avrebbe meritata.

Ielpo avvocato e tennista

Chiusa la carriera da calciatore a Genova, sponda rossoblù, si trasferì a Milano in modo da poter svolgere in maniera definitiva la professione di avvocato. "Prima l'Università, poi l'esame di Stato, una bella 'spada di Damocle' – ha ricordato Ielpo –. Il tutto mentre giocavo. Sono riuscito a terminare gli studi prima di andare al Milan. I compagni mi chiamavano 'l'Avvocato', a loro faceva piacere che studiassi. Con i dirigenti e i presidenti era diverso, perché ero sveglio e mi consideravano un rompiscatole". Dopo alcuni anni, nel 2010 Mario tornò sulle scene sportive… questa volta nelle vesti di tennista. Insieme a Stefano Mezzadri, giocatore di medio livello svizzero, vinse il doppio di quarta categoria, che gli garantì una wild card per il challenger di Milano. I due giocatori furono sconfitti al primo turno, ma Mario coronò un altro sogno nel cassetto, vista la sua immensa passione per la sfera tennistica. Mario Ielpo non è stato Dino Zoff e nemmeno Roger Federer, ma come la sua professione di avvocato impone, la serietà e la compostezza, l’hanno portato a raggiungere traguardi di indubbio valore.

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