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L’attaccante sudamericano, dopo una carriera più che discreta, arrivò nel nostro campionato ma non riuscì a lasciare il segno
Forse alcuni tra i più grandi appassionati di Capitan Tsubasa, celeberrimo manga e anime giapponese conosciuto da noi con il nome di Holly & Benji, ricorderanno Ramon Victorino, la Pantera Nera del Sud America che con la sua velocità e il suo tiro insidioso veste la maglia dell’Uruguay durante il Torneo Internazionale di Parigi. Questo personaggio, come altri all’interno dell’opera, è ispirato ad un giocatore realmente esistito: Waldemar Victorino.
Nato a Montevideo il 22 maggio del 1952, trascorre la maggior parte della sua carriera con club della capitale uruguaiana: esordisce con il Cerro, per vestire poi le maglie di Progreso e Club Atletico River Plate. Nel frattempo è anche uno dei giocatori che indossano la maglia della nazionale con più continuità: a fine carriera conterà ben 33 presenze impreziosite da 15 marcature. La svolta arriva nel 1979, quando approda al Nacional portandolo con i suoi gol alla vittoria della Coppa Libertadores oltre che della Coppa Intercontinentale in finale contro il Nottingham Forest. Quest’ultimo match, disputato a Tokyo, farà innamorare il 20enne Yoichi Takahashi, creatore di Holly & Benji, dell’attaccante sudamericano, che tra l’altro decide la partita con una rete.
Tra la fine del 1980 e l’inizio del 1981 va in scena, proprio in Uruguay, il Mundialito, torneo riservato esclusivamente alle nazionali vincitrici di una Coppa del Mondo. Il 3 gennaio l’Uruguay batte l’Italia per 2-0, Victorino è l’indiscusso protagonista del match, non dà tregua a Collovati e segna anche la rete del raddoppio. Alvaro Amarugi ne rimane profondamente colpito e poco più di un anno dopo, nell’estate del 1982, lo porta a Cagliari. L’anno in rossoblù è a dir poco disastroso: Victorino, ormai nel pieno della fase calante della sua carriera, fa poco o nulla, costringendo Giagnoni a lasciarlo in panchina. Il Cagliari a fine stagione retrocede e ad oggi l’attaccante uruguaiano è ricordato dai tifosi sardi come una delle più grandi delusioni di sempre.
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