Steve McManaman, l’ala destra di Liverpool e Real icona degli anni ’90

Steve McManaman, l’ala destra di Liverpool e Real icona degli anni ’90

Nato l’11 febbraio 1972, ha giocato con i Reds pur tifando l’Everton. Con le Merengues sono arrivati i successi più importanti della sua carriera

Alessio Abbruzzese/Edipress

11.02.2022 14:34

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Se nasci a Liverpool e segui il football ben presto ti troverai davanti ad un bivio: Blue o Red, Goodison Park o Anfield Road, Everton o Liverpool. Anche Steve McManaman ci si è trovato davanti, e da subito non ha avuto dubbi scegliendo l’Everton. Ovviamente non aveva idea che la sua vita di calciatore professionista lo avrebbe portato da lì a pochi anni sull’altra sponda del Mersey.

 Un Toffees ad Anfield Road

Sin da piccolo tutti si rendono conto che Steve è destinato a fare il calciatore e i primi a bussare a casa McManaman sono proprio i Reds. Nonostante le proteste del ragazzo che avrebbe volentieri fatto a meno di vestire la maglia dei rivali cittadini, i genitori non gli lasciano scelta. Dopo la lunga trafila nelle giovanili, a soli 18 anni esordisce in prima squadra, dove ben presto diventa un titolare inamovibile. Ala destra dotata di una grande velocità e un ottimo dribbling, è ricordato come uno dei giocatori più forti della sua generazione. Già celebre in patria, otterrà la fama internazionale durante gli europei inglesi del 1996, risultando appena 24enne uno dei giocatori migliori del torneo.

 Il passaggio al Real Madrid e il ritorno in Inghilterra

Nel 1999, dopo quasi un decennio passato ad Anfield Road, decide di cedere alle lusinghe dei Blancos di Madrid, approdando alla corte diLorenzo Sanz.In Spagna ottiene ottimi risultati durante lastagione d’esordio, primadi venire chiuso dall’arrivo di Luis Figo, giocando sempre meno. In ogni caso a Madrid si toglierà delle grandi soddisfazioni vincendo duecampionati e due Champions, segnando anche nella finale vinta 3-0 contro il Valencia nel 2000, con un gran destro da fuori area. Nel 2003, svincolato, torna in patria, precisamente al Manchester City. Qui ritrova il suo grande amico Robbie Fowler, compagno in campo e non solo ai tempi del Liverpool. I due infatti sono celebri in patria per i bagordi fuori dal terreno di gioco, nella stessa maniera per cui lo sono per le gesta sul rettangolo verde. Nel 2005, dopo due stagioni, decide che è arrivato il momento di smettere, ritirandosi dal calcio giocato a 33 anni.

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