Giovanni Silva de Oliveira, “l’underdog” brasiliano di Barça e Olympiakos

Giovanni Silva de Oliveira, “l’underdog” brasiliano di Barça e Olympiakos

Arrivato 24enne in Catalogna, nonostante le sue grandi doti, non diventerà mai celebre come i suoi connazionali degli anni ‘90

Alessio Abbruzzese/Edipress

04.02.2022 ( Aggiornata il 04.02.2022 10:03 )

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Come diceva Pelé, “Il Brasile mangia, dorme e beve calcio. Vive di calcio”. Con il loro modo scanzonato e quasi “bailado” di giocare, centinaia di calciatori brasiliani spesso fuggono dalla terra natia e illuminano i campionati di tutto il mondo. Negli ultimi 30 anni, il giocatore verdeoro che arriva in Europa è diventato praticamente un cliché, con annessa narrazione della favola moderna del ragazzino povero o quasi indigente che grazie al football diventa ricco, famoso, un idolo per i bambini e via dicendo. C’è un calciatore brasiliano che però rischia di rimanere nell’ombra, oscurato dalla fama dei vari Ronaldo, Rivaldo, Bebeto, Ronaldinho ecc... Un calciatore che non ha molto da invidiare a questi campioni assoluti, ma che per un motivo o per un altro non è diventato una vera e propria star: Giovanni Silva De Oliveira.

I primi anni e l’approdo al Barcellona 

Dopo le primissime esperienze da professionista con Tuna Luso, Remo, Paysandu e Saocarlense approda al Santos nel 1994 dove si rivela uno dei giovani più promettenti della sua generazione. Dopo la prima stagione l’autorevole rivista brasiliana Placar gli assegna la Bola de Ouro, premio al miglior giocatore del campionato e alla porta dei Santistas bussa il calcio che conta davvero, in questo caso sotto le sembianze del Barcellona. Il giovane talento vola in Catalogna dove rimane per tre anni. Giovanni è un giocatore bello da vedere, ha un piede educatissimo con cui disegna geometrie, salta gli avversari, li sbeffeggia con il sombrero, fa assist e spesso segna anche di testa. Il Barcellona gli affida infatti “la diez” nella prima stagione in cui vengono assegnati i numeri fissi e compaiono i nomi dietro la casacca. Con i blaugrana rimane solo tre stagioni, alza una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, unaspagnola, due Coppe del Re e due campionati, prima di accasarsi al Pireo tra le filadell’Olympiakos.

L’Olympiakos e gli ultimi anni di carriera 

In Grecia si conferma come uno dei calciatori più forti della sua generazione ma, inevitabilmente, esce leggermente dai radar del grande calcio. Ad Atene tutti si innamorano del suo talento eccezionale, che gli permette in sei stagioni di vincere il campionato per ben 5 volte. Nel 2005 torna a casa, al Santos, ma ci rimane poco perché inizia una lunga girandola che lo porta in Arabia Saudita, di nuovo in Grecia e poi allo Sport Recife, prima di tornare definitivamente tra le fila dei Santistas giusto in tempo per salutare tutti e appendere gli scarpini al chiodo.

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