Dario Marcolin: da Cremona a Napoli, una vita in mezzo al campo

Dario Marcolin: da Cremona a Napoli, una vita in mezzo al campo

Nato il 28 ottobre 1971, il centrocampista bresciano ha vissuto una carriera altalenante, tra serie cadetta e vittorie europee, ottenute anche con la maglia della Nazionale Under 21 

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Jean-Paul Sartre era solito dire che il calcio è una metafora della vita. E aveva ragione. Gli obiettivi, le regole, i conflitti che si creano sul rettangolo verde sono spesso una perfetta sintesi di quello che succede là fuori, nel mondo. Anche il calcio come la vita, non di rado e soprattutto dopo una cocente delusione, ti dà una seconda chance, ti permette di toccare il fondo e di rilanciarti verso vette a cui mai avresti pensato di aspirare. Lo sa bene Dario Marcolin, la cui parabola nel mondo del calcio rispecchia perfettamente questo cammino.

Il giorno più buio

È il 10 giugno del 1995. Il centrocampista bresciano, cresciuto nella Cremonese, è di proprietà della Lazio, ma da due anni è a farsi le ossa in prestito, prima al Cagliari e ora al Genoa. Dopo una stagione sfortunata, i rossoblù sono a Firenze per contendersi con il Padova lo spareggio per non finire nella serie cadetta. Il capoluogo toscano è colpito da un diluvio incessante, che di estivo ha davvero poco. Il campo è pesante, la pressione sui giocatori enorme, la partita è una guerra. I tempi regolamentari finiscono uno pari con le reti di Vlaovic e Skuhravy, a decidere le sorti delle due squadre sono i calci di rigore. Marcolin fallisce il terzo, permettendo al Padova di andare ad oltranza e infine di vincere, dopo l’errore decisivo di Fabio Galante. Così termina la sua avventura a Genova, a fine stagione viene infatti richiamato a casa dai biancocelesti.

Il riscatto e le vittorie con la Lazio

Nonostante lo sfortunato epilogo, Marcolin nelle due stagioni in prestito è diventato un calciatore vero, potendo vantare tra l’altro due Campionati Europei Under 21, di cui uno vinto con la fascia di capitano. La Lazio lo sa e decide che la sua avventura in giro per l’Italia è terminata. Dal 1995 al 2000 - con una breve parentesi al Blackburn da gennaio 1999 a fine stagione -fa parte di quel gruppo di campioni creato da Cragnotti che colleziona vittorie in Italia e in Europa. Anche se da comprimario, metterà la firma su due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e uno scudetto, vantando così un palmarès di un certo livello oltre che guadagnandosi un posto d’onore nel cuore dei supporter biancocelesti.  

Gli ultimi anni

Dopo l’anno dello scudetto, chiuso senza presenze in campionato, ormai ai margini del progetto, decide di cambiare aria rimettendosi in gioco in Serie B con la Sampdoria. Qui, ormai veterano del centrocampo, si guadagna anche la fascia di capitano, cosa che gli capiterà anche quando si trasferirà al Napoli, con cui otterrà la salvezza in entrambi i campionati. Appende gli scarpini al chiodo lasciando un ottimo ricordo di sé praticamente ovunque, ma soprattutto al termine di una carriera vissuta appieno, che gli ha fatto vivere momenti contrastanti, che lo ha fatto sia cadere nel baratro sotto il diluvio di Firenze che toccare la vetta dell’Europa nella splendida nottata di Monaco.

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