Bruno Pereirinha, l'esterno che non lasciò traccia nella Lazio

Bruno Pereirinha, l'esterno che non lasciò traccia nella Lazio

Arrivato a gennaio del 2013, è rimasto due stagioni e mezzo a Roma, non riuscendo mai a lasciare il segno

Paolo Colantoni/Edipress

27.01.2024 ( Aggiornata il 27.01.2024 09:01 )

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Il calciomercato invernale, come da tradizione, è generalmente fatto di tante idee e pochi soldi. I club meno facoltosi e impossibilitati a spendere cifre folli, provano a fiutare l'affare, cercando un colpo a sorpresa tra chi, nella prima parte della stagione, ha trovato poco spazio. Nella Lazio il mercato di gennaio è stato contraddistinto spesso da affari low cost e tentativi di far uscire il classico coniglio dal cilindro. Se in alcune, sporadiche occasioni (come a gennaio del 2010, quando vennero acquistati Floccari, Dias e Biava) la società si è mossa con forza, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono registrati tentativi illusori.

Il jolly bidone

A gennaio del 2013 la Lazio di Petkovic viaggiava spedita dopo un avvio straordinario. La squadra era pienamente in lotta per un posto in Champions (per larghi tratti era stata considerata la vera anti Juve), in finale di Coppa Italia e in corsa in Europa League. Il tecnico lamentava però delle alternative sulle fasce laterali. Gli infortuni di Konko e Radu (spesso costretti a saltare numerose gare), la poca esperienza di Cavanda e uno Scaloni arrivato ormai a fine carriera, imponevano al club un intervento sul mercato, per regalare al tecnico delle valide alternative per far ruotare i suoi terzini.

Dopo una lunga telenovela e negli ultimi giorni di mercato, venne acquistato il semisconosciuto Bruno Pereirinha, esterno dello Sporting Lisbona. Venne presentato come un vero e proprio jolly, in grado di giocare indifferentemente da terzino, da quinto e da attaccante esterno, su entrambe le fasce. Ma i proclami entusiastici, si scontrarono immediatamente con la dura realtà.

Acerbo, sistematicamente fuori dagli schemi e nettamente indietro dal punto di vista della preparazione, Pereirinha non fu mai in grado di regalare il suo apporto. In campionato Petkovic gli da subito fiducia e gioca titolare (nel ruolo di terzino destro) cinque gare consecutive: la Lazio (che fino a quel momento in 22 giornate di campionato aveva incassato solo cinque sconfitte), ne perde quattro. A Milano, contro i rossoneri, dopo 45' in cui viene frastornato da el Shaarawy, viene lasciato negli spogliatoi all'intervallo. Fino alla fine della stagione collezionerà solo altri tre spezzoni di gara.

La stagione successiva, dopo un illusorio ritiro pre campionato (nel quale chiude addirittura come capocannoniere delle amichevoli disputate ad Auronzo), si alterna tra la panchina e qualche sporadica apparizione. Contro il Catania regala un assist ad Ederson, unica scintilla della sua esperienza laziale. Da gennaio, con l'arrivo di Reja in sostituzione di Petkovic, si eclissa. Viene rispolverato solo per le ultime due (inutili) gare di campionato. Resta ancora un anno nella capitale: nella stagione 2014-15, che si chiude con il raggiungimento del terzo posto sotto la guida di Stefano Pioli, colleziona tre gettoni in serie A. La sua esperienza romana si chiude a giugno del 2015: 27 presenze, zero gol e un assist. Ancora oggi Bruno Pereirinha viene ricordato come uno dei più grandi flop del mercato biancoceleste. “Vado via senza rimpianti”, dichiarò una volta lasciato il club. I tifosi la pensano diversamente.

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