Hugo, piccolo Maradona, in Italia nel nome di Diego

Hugo, piccolo Maradona, in Italia nel nome di Diego

Il Napoli lo acquista per far felice El Pibe de Oro e lo gira all’Ascoli dove trovò Walter Casagrande 

Paolo Marcacci/Edipress

20.07.2023 ( Aggiornata il 20.07.2023 08:01 )

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Quelli che giocarono insieme a lui in quell’Ascoli assicurano che non era un bidone. La sua intera parabola calcistica, in effetti, dice che più di qualcosa di buono, distribuita dagli anni delle giovanili, anche in Nazionale, la fece. Dice altre due cose, in verità: che se la base per la sua valutazione doveva essere il paragone con suo fratello Diego, chiunque ne sarebbe uscito con le ossa rotte; poi, che molti tendono a dimenticare il livello tecnico di “quella” Serie A, quella di fine anni Ottanta. Hugo Hernán Maradona, detto “El turco”, il più piccolo dei tre fratelli calciatori tra gli otto figli di Don Diego e Dona Dalma, dei quali Diego era il maggiore. L’altro era Lalo.  Fisico da brevilineo, fin troppo leggero, una certa indolenza che balugina a tratti in campo; però un gran piede, il destro; ottimi tempi di gioco in mezzo al campo, una evidente predisposizione per l’ultimo passaggio. “Tra due anni mi scade il contratto con il Napoli. Potrei rinnovarlo solo se la società prenderà mio fratello Hugo. Mi piacerebbe tanto giocare con lui”: così Diego dopo il Mondiale vinto in Messico nel 1986. Hugo era reduce da ottime cose fatte vedere con l’Argentina Under 16 e poi dalle prime esperienze con la prima squadra dell’Argentinos Juniors. 

Hugo e il calciomercato

Hugo viene acquistato dal Napoli nell’estate del 1987, effettivamente, ma visto che gli slot per gli stranieri sono solo due all’epoca e il Napoli ha appena acquistato Careca, dopo la spesa di quattrocento milioni di lire bisogna dirottarlo in prestito. Dopo aver vagliato le possibilità di mandarlo all’Avellino, all’Empoli, al Pescara, al Pisa, tutte trattative sfumate, Hugo alla fine va all’Ascoli, il cui presidente è all’epoca Costantino Rozzi, buon amico del DG partenopeo Luciano Moggi. Sin dall’inizio della stagione, il ragazzo evidenzia una tecnica certamente molto raffinata, ma una scarsa voglia di soffrire e una incapacità di adattarsi all’agonismo asfissiante e al tatticismo esasperante della Serie A italiana. 

Maradona l’incompiuto

L’Ascoli al termine di quella stagione riesce a guadagnarsi la permanenza in Serie A; il giovane Maradona totalizza tredici presenze in campionato e sei in Coppa Italia. Non sono i numeri di un “bidone”; è più che altro la statistica di un giocatore ancora incompiuto. Sarà la sua unica stagione italiana, ben sintetizzata dalle parole del tecnico dei marchigiani in quella stagione: “Aveva una buona tecnica e dei colpi geniali. Certamente non era formato atleticamente e fisicamente, quindi faceva fatica a reggere i 90 minuti. Ma forse un'altra possibilità l'avrebbe meritata”. Ha poi giocato in Spagna, Venezuela, Giappone, Canada, fino all’ultima stagione con l’Almirante Brown in Argentina, nel 2000, Hugo Maradona detto “El turco”.  Nato il 9 maggio del 1969, ha salutato il mondo improvvisamente a cinquantadue anni, nella sua casa di Monte di Procida, per un arresto cardiaco. 

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