Margaret Smith Court: moglie, madre e tennista di ferro

Margaret Smith Court: moglie, madre e tennista di ferro

Nasceva 80 anni fa la giocatrice più vincente della storia, prima nel conquistare il Grande Slam nell’Era Open

Alessio Abbruzzese/Edipress

16.07.2022 ( Aggiornata il 16.07.2022 01:07 )

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La storia e la carriera sportiva di Margaret Smith Court ci consegnano una tennista straordinaria, una donna battagliera oltre che un’atleta tenace e vincente. Nata in Australia, nel Nuovo Galles del Sud il 16 luglio del 1942, è stata un’instancabile e metodica esponente di un tennis molto muscolare, privo di lob o palle corte o fantasia, ma estremamente efficace. Il suo gioco rispecchia al meglio anche il suo rapporto con il tennis, non ne era ossessionata, ma lo praticava con sana e cauta passione, forse non avendolo mai considerato più di un ottimo impiego: nella vita di Margaret Smith Court, infatti, ai primi posti ci sono sempre stati la sua fede incrollabile, l’impegno con la Chiesa Pentecostale e la famiglia.

Una carriera costellata di vittorie

Margaret Smith Court sarà stata anche una giocatrice non particolarmente spettacolare, ma senza alcun dubbio è stata la più vincente di sempre: con le sue 64 vittorie in prove del Grande Slam, di cui 24 nel singolare femminile, ha di certo i numeri dalla sua parte. La carriera di Margaret parte prestissimo, a 18 anni vince il suo primo Australian Open, nell’edizione del 1960, dimostrandosi già una delle giocatrici più promettenti del circuito. A casa sua si rivelerà imbattibile, vincerà tutte le successive 6 edizioni, prima di ritirarsi temporaneamente: il tennis può aspettare, d’altra parte ha già all’attivo diversi trionfi anche a Wimbledon, Roland Garros e US Open, anche se ancora non è riuscita, a volte per un soffio, a portarsi a casa il Grande Slam. Nel 1966 dunque si ferma, convoglia a nozze con Barry Court, ne prende il cognome e contribuisce a renderlo immortale accanto al suo. Ricomincia a giocare nel 1968, ma ingrana a fatica. L’anno successivo ritorna ai suoi livelli, manca di nuovo il Grande Slam per pochissimo, infrangendosi contro la britannica Ann-Haydon Jones in semifinale a Wimbledon ma preparandosi a quello che sarà l’anno della sua definitiva consacrazione: il 1970. L’annus mirabilis della ragazza australiana inizia con la vittoria su Kerry Melville Reid nella finale dellAustralian Open, continua con quelle su Helga Niessen Masthoff al Roland Garros e Billie Jean King a Wimbledon, e si conclude splendidamente con il trionfo su Rosemary Casals allUS Open. È la prima tennista a riuscire nell’impresa nell’Era Open, raggiunta solamente da Steffi Graf diciotto anni più tardi. Nel frattempo la sua carriera è costellata di vittorie sia nel doppio che nel doppio misto, ma è destinata a subire un altro stop dovuto a cause di forza maggiore: gioca e perde la finale di Wimbledon dell’anno seguente incinta di qualche settimana del suo primo figlio, contro la connazionale Evonne Goolagong.

Il fine carriera e le controversie

La sua carriera sta volgendo in un’altra fase, di pari passo con la sua vita: va di nuovo ad un passo dal Grande Slam nel 1973, mancando anche questa volta l’appuntamento con la vittoria a Wimbledon, dove si ferma in semifinale contro l’enfant prodige Chris Evert. Poi si ferma di nuovo nel 1974 per la nascita della sua secondogenita, torna a giocare, vince il suo ultimo US Open nel 1975 prima di ritirarsi definitivamente nel 1977, una volta appreso della sua terza gravidanza.

Conservatrice e fervente cristiana, non ha mai nascosto la sua avversione nei confronti dell’universo LGBT, fatto che spesso la rende protagonista di controversie e dibattiti in patria. Nel 2003 è stato intitolato in suo onore lo Show Court One del Melbourne Park , tasto dolente di molti dei suoi detrattori, che preferirebbero un profilo più politically correct a cui dedicare il nome della struttura. Polemiche a parte, Margaret Smith Court con i suoi 11 titoli è la tennista più vincente della storia dell’Australian Open, e nessuno più di lei ha il diritto di prestare il nome allo stadio di Melbourne.

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