LeBron James, 20 anni fa il suo ingresso in Nba

LeBron James, 20 anni fa il suo ingresso in Nba

Nel draft del 2003 "The Chosen One" venne scelto dai Cleveland Cavaliers, squadra della sua regione, fin lì con un curriculum abbastanza modesto. LBJ comunque avrebbe rivoluzionato la pallacanestro sia dentro il campo che fuori, curiosamente subito dopo il ritiro di Michael Jordan

Alessandro Ruta/Edipress

26.06.2023 ( Aggiornata il 26.06.2023 15:01 )

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Anno zero dell'era LeBron James, il primo grande marziano dell'era moderna del basket. Era il 26 giugno 2003 e tutti sapevano che al Draft Nba la prima scelta sarebbe stato lui, questo ragazzone di Akron, Ohio, poco più che maggiorenne ma già indicato come decisivo, risolutivo, tutti gli aggettivi più esagerati. "The Chosen One", "Il Prescelto", in un'era in cui il film "Matrix" era di moda, come Neo, il personaggio interpretato da Keanu Reeves: vent'anni fa entrava nella Nba e, come dire, è ancora qua.

LeBron James e il draft 2003

Che James fosse diverso da tutti gli altri lo si era capito dalla copertina che gli aveva già dedicato "Sports Illustrated", la Bibbia dello sport americano, quando ancora giocava con la squadra liceale di Saint Vincent-Saint Mary, sempre nella sua Akron, una zona poverissima non solo dell'Ohio, ma di tutti gli Stati Uniti, a pochi passi da Cleveland, altro postaccio ma un po' più grande, "The mistake on the Lake", "L'errore sul Lago". Nessun altro giocatore prima di LeBron aveva catturato tanto hype, come si direbbe oggi, tante aspettative. Perché era oggettivamente un cestista unico, anche se all'epoca totalmente privo di esperienza tra i professionisti. Ufficialmente classificato come "ala piccola", in realtà poteva giostrare in tutti i ruoli, come avrebbe dimostrato nei successivi vent'anni di carriera: play, guardia, ala grande o alla bisogna addirittura centro. Con quel fisico, che oggi è scolpito in 2 metri e 6 centimetri per 113 chili di pura muscolatura, era in grado di fare davvero ogni cosa, dominando i rivali a piacimento. Molto più di altri grandissimi come Michael Jordan, che era una guardia, o Magic Johnson, playmaker atipico (era alto praticamente come LeBron) che era stato utilizzato da centro in partite specifiche, quasi alla disperata. No, James era il basket moderno che irrompeva con forza, quello dei giocatori universali e degli atleti clamorosi. Con una spiccata intelligenza cestistica che gli ha permesso quasi di gestirsi, di non avere mai degli infortuni gravi e di essere ad oggi il miglior marcatore di ogni epoca della Nba con 38.652 punti, superando proprio in questa stagione Kareem Abdul-Jabbar e dopo aver sorpassato altri giganti come Karl Malone e Kobe Bryant.

La Nba ai tempi di LeBron

LeBron James entra nella Nba il 26 giugno 2003 scelto dai Cleveland Cavaliers, una delle peggiori squadre della Nba, che nella loro storia fin lì avevano sporadicamente raggiunto i playoff e basta. Già nel 2007 arriveranno alla finale trascinati dal loro ragazzone, perdendo contro la corazzata San Antonio, e nel 2016 conquisteranno l'agognato primo titolo Nba. Uno dei quattro vinti da LeBron, con tre squadre diverse (le altre, Miami e Los Angeles Lakers, suo attuale club). Alla sua epoca le stelle erano Tim Duncan dei San Antonio Spurs, freschi campioni Nba al momento del draft del 26 giugno, Shaquille O'Neal e Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers, coppia di fenomeni che non sempre andavano d'accordo fuori dal parquet, Allen Iverson dei Philadelphia 76ers e Tracy McGrady degli Orlando Magic, grandissimi realizzatori, e poi Jason Kidd dei New Jersey Nets finalisti, più Kevin Garnett dei Minnesota Timberwolves o il tedesco Dirk Nowitzki, giocatore rivoluzionario perché pur essendo alto 2.13 tirava da tre come una guardia. Il 2003 per la Nba è anche l'ultima stagione di Michael Jordan, uno che ha rivoluzionato la pallacanestro a 360 gradi, facendola diventare uno sport di consumo popolare grazie non solo alle sue mirabolanti imprese sul campo ma in quanto a interesse mediatico: abbigliamento, film, spot pubblicitari, MJ era stato oltre che un cestista un perfetto uomo-immagine per i propri marchi e per la lega nel suo complesso. Come in una ideale staffetta Jordan lascia (militava nei Washington Wizards dopo un decennio abbondante con i Chicago Bulls e 6 titoli conquistati) ed entra LeBron, che prenderà assolutamente il suo ruolo come ambasciatore globale del brand Nba. James se possibile ancora di più, perché ogni sua decisione verrà messa sotto la lente d'ingrandimento dei media o sfruttata a fini mediatico-commerciali, come quando annuncerà "urbi et orbi" la sua scelta di passare da Cleveland a Miami nell'estate 2010. Vent'anni dopo la Nba è un prodotto ancora più planetario, LeBron è diventato un simbolo anche a livello politico negli Stati Uniti ed è un deus ex machina non solo dei Lakers, ma probabilmente dell'intera lega. Questo, il 26 giugno 2003, mentre veniva scelto dai Cleveland Cavaliers, non tutti se lo immaginavano. 

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