Quando la Juventus fece dimettere Spalletti

Quando la Juventus fece dimettere Spalletti

All'inizio della stagione 2009-10 il tecnico toscano lasciò la Roma dopo un pesante 1-3 contro i bianconeri all'Olimpico
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Luciano Spalletti è il nuovo allenatore della Juventus dopo l'esonero di Tudor e l'intermezzo di Brambilla. Il tecnico di Certaldo torna quindi in Serie A sulla panchina della Vecchia Signora, una squadra contro cui in carriera ha avuto un record decisamente negativo, con appena 5 vittorie in 31 partite e 6 pareggi. Una delle 20 sconfitte ottenute sfidando i bianconeri poi fu particolarmente dolorosa, poiché provocò nientemeno che le dimissioni di Spalletti: 30 agosto 2009, Roma-Juventus 1-3.

 

 

 

 

Qualche scricchiolio

Non tirava una bella aria all'inizio di quella stagione in casa romanista. Il ciclo con Luciano Spalletti in panchina iniziato nel 2005 aveva avuto alti clamorosi e qualche crollo inspiegabile: l'allenatore toscano aveva trasformato Francesco Totti da fantasista di talento a centravanti e costruito attorno a lui una batteria di incursori con pochi eguali in Europa, da Mancini a Taddei fino a Perrotta. Lontanissimi i tempi comunque dei 4 allenatori in una stagione, il punto più basso, tra il 2004 e il 2005. A serate di puro godimento tipo le vittorie a Madrid con il Real e a Lione erano seguiti crolli imbarazzanti come l'1-7 di Manchester in Champions League. E se in patria arrivavano le Coppe Italia (2), in campionato il piazzamento ricorrente era il secondo posto dietro all'inavvicinabile Inter: tre volte consecutive al posto d'onore, ma nessuno scudetto. E nel 2009 addirittura un sesto posto, niente più Champions, bensì il brodino dell'Europa League. Anche per questo motivo, in un effetto domino innescato dai meno soldi a disposizione del club, già nell'estate del 2009 si dice che Spalletti possa persino lasciare. I rapporti con la società e parte dello spogliatoio sono ai minimi storici, a parte con i fedelissimi tipo Pizarro e Cassetti. Le richieste sul mercato non vengono prese in considerazione della presidentessa Rosella Sensi. Fino a quando, inizia il campionato, ed è subito sconfitta, 3-2 in casa del Genoa. Calcio d'agosto, si pensa, la Roma ha preso già 6 gol in 4 partite nei preliminari di Europa League contro i modesti Gent e Kosice (pur superandoli), ma il peggio deve ancora arrivare. Alla seconda giornata infatti ecco la Juventus.

 

 

 

 

"Un fenomeno all'Olimpico"

A vedere con il senno di poi quella partita viene quasi da sorridere. Il risultato, 1-3, ci parla di una Juventus dominatrice in lungo e in largo con un allenatore, Ciro Ferrara, che giustamente gonfia il petto, alla seconda vittoria consecutiva; dall'altra una Roma slabbrata, svagata, un gruppo di atomi che non gioca da squadra e che viene punito inesorabilmente. Il vantaggio lo realizza Diego, brasiliano di grande talento che pare destinato a spaccare in due la Serie A. Lo aiuta molto Cassetti, che di fatto lo manda in porta, ma l'ex del Werder Brema compie giocate straordinarie. Il pareggio di De Rossi è quantomai illusorio, ancora Diego e Felipe Melo, un altro brasiliano meno dotato tecnicamente, completano l'opera inchiodando il povero Julio Sergio che, a proposito di brasiliani, debutta quel giorno come portiere della Roma. "Un fenomeno all'Olimpico", sono i commenti, parlando di Diego. Per i giallorossi, un disastro. Certificato dalle parole di Spalletti dopo il fischio finale. "Ci manca lo spirito battagliero. Serve sostanza, non i colpi di tacco". E ancora: "Molti giocatori non sono in condizione: Baptista non poteva andare in panchina, Juan ha chiesto di non giocare la partita. Ma il problema è che non lottiamo. È colpa anche mia". La cupio dissolvi dell'allenatore toscano si materializza il giorno dopo, quando intorno alle 11, vestito con una camicia bianca, Spalletti si presenta a Villa Pacelli per parlare con Rosella Sensi. In meno di un'ora è già uscito, ha rassegnato le dimissioni, accettate dalla società. La Roma riparte da Claudio Ranieri, da zero punti in classifica e da un ambiente a pezzi. Riuscirà quasi a vincere lo scudetto, beffata in volata di nuovo dall'Inter, destinata a completare il Triplete. E la Juventus? Come in un incredibile contrappasso, vedrà la sua stagione spegnersi fino a concludere addirittura settima, con Ferrara esonerato e rimpiazzato da Alberto Zaccheroni; e Diego, l'ex "Fenomeno all'Olimpico", ridotto a comparsa.

 

 

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