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Già da quel primo gol avremmo dovuto capire molte cose, innanzitutto che Pippo Inzaghi, non ancora Superpippo, aveva una specie di calamita che attirava le reti o comunque le occasioni per segnare. Capitò il 29 ottobre 1995 quando una sua zampata all'ultimo minuto consentì al Parma di sconfiggere 3-2 il Piacenza, ma soprattutto permise a lui di rompere il ghiaccio in Serie A.

Il primo di 156 non si scorda mai. Quel Parma in realtà avrebbe dovuto essere quello del Pallone d'Oro in carica, Hristo Stoichkov, acquisto stellare di una squadra già stellare di suo, fresca vincitrice della Coppa Uefa battendo in finale la Juventus e arricchita in attacco da un calciatore straordinario anche se bizzoso come il bulgaro. E invece Stoichkov dopo il gol su punizione alla prima giornata di Serie A si sarebbe come fermato, arrivando in totale ad appena 6 reti in campionato. L'equivoco tattico stava tutto lì, nel pensarlo come centravanti quando in realtà l'ex Barcellona era una specie di super-fantasista che aveva bisogno a sua volta di un riferimento offensivo, tipo Romario in blaugrana o prima ancora Julio Salinas.

Stoichkov-Zola coppia da leccarsi i baffi, ma forse composta da due doppioni, incredibile ma vero. E Nevio Scala a struggersi, su come mantenere l'equilibrio cercando di non scontentare nessuno. E allora riecco Alessandro Melli, per esempio, centravanti buono per tutte le stagioni del Parma, oppure l'ultimo arrivato, quel Filippo Inzaghi strappato al Piacenza nell'estate del 1995 dopo due stagioni da 28 gol complessivi tra i cadetti. Già 6 presenze per Inzaghi in campionato, 4 delle quali però da subentrato. Fino all'ottava giornata, buttato nella mischia sul 2-2 contro il Piacenza al minuto 87 al posto di Massimo Crippa: cambio offensivo quindi, con il 16 (Pippo) dentro per il 9 (Crippa), a posteriori un curioso mix di numeri di maglia.

E la partita, già. Due volte in vantaggio con altrettante punizioni magistrali di Zola, il Parma si fa raggiungere prima da Angelo Carbone e poi da Caccia su rigore. Gara a ritmi forsennati, con tre pali colpiti dai padroni di casa, di cui due centrati da Melli, che poi deve lasciare il posto a Stoichkov. Due allenatori sulla carta conservatori come Scala e Cagni danno vita a un pomeriggio comunque di mosse e contromosse e di calcio-spettacolo. Fino a quando il tecnico del Parma decide che è tempo di vincerla e toglie, appunto, Crippa per inserire Filippo Inzaghi, 22enne centravanti di Piacenza ed ex proprio del Piacenza. Con gli ospiti in 10 l'occasione è ghiotta per spingere, Di Chiara vola a sinistra e mette al centro un cross dalla linea di fondo.

Dentro l'area piccola piomba proprio Pippo Inzaghi, è il minuto 47 del secondo tempo e il centravanti di fatto liscia il pallone. Miracolo, la sfera non si sa bene perché ma rimane lì e non rimbalza altrove. Lì dove Inzaghi sempre con il sinistro può fulminare il portiere Taibi con un diagonale secco. Rapido, sveglio, non perfetto tecnicamente ma che non sbaglia due volte di fila. Vi suona qualcosa? Esatto. Un po' tutta la vita calcistica di quello che di lì a poco diventerà SuperPippo, futuro centravanti di Atalanta, Juventus, Milan e nazionale italiana. E che si sbloccò in un pomeriggio autunnale di Parma.
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