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Una capriola con la palla in mano e via, rimessa laterale effettuata: Risto Kallaste non è stato il calciatore più forte nella storia dell'Estonia, ma sicuramente uno dei più conosciuti, non solo in Italia. Il motivo? Appunto, quella maniera unica di effettuare i falli laterali. Una specialità vista anche contro gli azzurri, in una partita di qualificazione al Mondiale 1994.

In un'epoca come quella in cui un altro Hristo, ma con la H, era un giocatore che faceva la differenza (parliamo di Stoichkov naturalmente) vincendo anche il Pallone d'Oro, il meno famoso Kallaste sembrava essere uno qualsiasi in una squadra qualsiasi. Se oggi tutto sommato l'Estonia pur senza arrivare mai nemmeno vicino a qualificarsi a un Europeo o un Mondiale è da considerare una nazionale dicreta, 25-30 anni fa le cose erano molto diverse. Non al livello di San Marino, ma quasi. Subito dopo aver ottenuto l'indipendenza come Stato, i baltici per anni hanno faticato a raggiungere un livello decente. Le stelle? Martin Reim, futuro commissario tecnico, e Andres Oper, il portiere Mart Poom che giocava addirittura in Premier League. E poi c'era Risto Kallaste, onesto terzino che di quella nazionale era un pilastro, un punto di riferimento: 36 gettoni in totale per lui con l'Estonia, senza segnare, ma del resto anche solo fare gol per la squadra baltica era un'impresa. Nel girone di qualificazione al Mondiale del 1994, con Portogallo, Svizzera, Scozia e Italia, l'Estonia segnò solamente una rete, subendone 27.

Ed eccolo Risto Kallaste contro l'Italia: 14 aprile 1993, stadio Nereo Rocco di Trieste e 2-0 netto per gli Azzurri, con reti di Roberto Baggio e Beppe Signori. Un 2-0 sofferto in realtà, con il raddoppio trovato solo a 5' dalla fine. Un classico comunque dell'Italia di Arrigo Sacchi, e non solo. Tuttavia quella sera una delle attrazioni principali, cercando di trovare una lettura diversa rispetto a quella tattica onestamente povera, fu Risto Kallaste, molto atteso per via delle sue rimesse laterali con capriola. Ed eccola, l'occasione, dalla sinistra, nel secondo tempo, con risultato abbastanza mediocre: palla lunga, sì, lunghissima, come una catapulta, ma facile preda della difesa italiana. Sufficiente comunque per entrare nell'immaginario collettivo. Oggi che le rimesse laterali sono un fattore anche senza capriola si guarda a Kallaste come a una curiosa mosca bianca. Divertente e nulla più. E Risto? Classe 1971, adesso è nello staff tecnico del Flora Tallinn, il club estone più prestigioso. Suo figlio Ken gioca nel Levadia, sempre a Tallinn, dopo un'onesta carriera anche in Polonia. Ma non fa le capriole come suo padre, quando batte le rimesse laterali.
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