Cinque attaccanti stranieri della Cremonese prima di Vardy

Cinque attaccanti stranieri della Cremonese prima di Vardy

In Serie A non sono stati moltissimi, alcuni di culto, altri molto più regolari. Da Juary ad Aloisi, ecco i migliori
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Un altro attaccante straniero per la Cremonese in Serie A, è Jamie Vardy è le attese su di lui sono già tantissime. Attesa o hype, per dirla nella lingua di Shakespeare. Non molte stagioni in A per i grigiorossi, ancora meno bomber di questo calibro, anche se qualcuno ancora oggi rievoca bei ricordi. Ne abbiamo ripescati cinque.

 

 

 

 

Juary e i balletti

Ma come, anche la Cremonese? Ebbene sì. Non solo Inter, Avellino e Ascoli, ma pure un viaggetto nella bassa lombarda per il brasiliano, con le sue esultanze tipiche, correndo intorno alla bandierina del calcio d'angolo. Non moltissime in realtà nella sua ultima stagione italiana, la seconda della Cremo tra i grandi dopo oltre mezzo secolo di attesa. Due, le reti di Juary, entrambe nel girone di ritorno di un campionato pessimo conclusosi con la retrocessione, nel 1984-85. Esiste però un attaccante più Anni Ottanta del brasiliano? No.

 

 

 

 

Neffa per il ritorno

Passano quattro anni e la Cremonese torna in Serie A, regalandosi due stranieri per l'attacco. Al grido di "Crepi l'avarizia" il nome più esotico è quello di Gustavo Neffa, paraguaiano, macchina da gol all'Olimpia de Asunciòn. In realtà il suo cartellino apparterrebbe alla Juventus, che lo presta volentieri ai grigiorossi. Come spesso succede in questi casi le buonissime prove in Sudamerica non si ripetono in Serie A, in un'epoca di grandi difensori. Neffa resiste tre anni a Cremona segnando appena 3 volte, ma guadagnandosi la fama grazie a un rapper che, folgorato dalle sue esibizioni, decide di prendere il suo cognome come nome artistico.

 

 

 

 

Gustavo Dezotti, il titolare dell'Argentina

Due Gustavo al prezzo di uno, questo però con un impatto molto migliore rispetto a Neffa. Incredibile ma vero, all'inizio degli anni Novanta, prima dell'era-Batistuta e di tutta una generazione di grandi attaccanti, il titolare dell'Argentina giocava nella Cremonese ed era Dezotti, appunto. Che loro pronunciavano "Desotti", giustamente. Origini italiane, come no, fisico robusto, riccioli in testa inconfondibili. Uno spiccato senso del gol, addirittura un lustro a Cremona tra Serie A e Serie B. Titolare nella finale del Mondiale di Italia '90, persa dall'Argentina con espulsione dello stesso Dezotti, maglia numero 9 per ruolo e perché si andava in ordine alfabetico.

 

 

 

 

Matjaz Florjancic, brivido sloveno

Abituata a lanciare e a utilizzare soprattutto giovani nostrani, per poi monetizzare vendendoli in certi casi a peso d'oro (Cabrini, Vialli), la Cremonese comunque in Serie A ha avuto i suoi stranieri di culto, specie in attacco. Di Neffa lo abbiamo già detto, con lo sloveno è andata decisamente meglio. Perfetto per creare quella situazione, tipica del calcio di una volta, in cui esiste una coppia d'attacco formata da uno alto e grosso e da un altro piccoletto e svelto. Florjancic apparteneva alla seconda categoria; con lui giostrava soprattutto il cavallone Andrea Tentoni, magari assieme a un certo Enrico Chiesa. Cinque anni anche per lo sloveno a Cremona prima di andare al Torino.

 

 

 

 

John Aloisi, l'australiano

Europa, America, in tempi più recenti Africa, e persino l'Oceania. La Cremonese ha pescato davvero ovunque, in certi casi davvero bene. Campionato 1995-96, il primo con i numeri di maglia, e dopo un avvio deludente al mercato di novembre (quando esisteva ancora) i grigiorossi tirano fuori dal cilindro questo australiano grande e grosso, con chiare origini italiane. Ci mette meno di due minuti, Aloisi, per farsi notare: gol al Padova e si inizia a sognare. Due settimane dopo, gol anche al Bari. E poi basta, almeno in Serie A, visto che arriva anche la retrocessione.

 

 

 

 

 

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