William Negri, il portiere dell’ultimo scudetto del Bologna

William Negri, il portiere dell’ultimo scudetto del Bologna

La storia di “Carburo”: in quattro stagioni dall'Interregionale alla nazionale e il trionfo in rossoblù
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“È passato dalla Quarta Serie alla maglia azzurra sempre sotto la guida di Fabbri. Ha ventisette anni ed è sicuro di se stesso” scriveva così “La Stampa” di William Negri il 9 novembre 1962, antivigilia di un “arduo esordio” della “nazionale delle novità” contro l'Austria. È cosa mai vista che il portiere della nazionale giochi nel Mantova, ma la favola del “Piccolo Brasile” capace in quattro campionati di passare dall'Interregionale alla serie A ha fatto innamorare l'Italia. Al punto che il suo tecnico, Edmondo Fabbri, è passato dal biancorosso all'azzurro portandosi dietro il suo portierone, William Negri da Bagnolo San Vito. Negri, per gli amici “Carburo” perché lavora nella pompa di benzina del padre, è passato dalla Governolese – sempre nella terra dei Gonzaga – alla Ozo Mantova, squadra del capoluogo di Provincia denominata in quel modo per via della raffineria di petrolio alle porte della città che la sponsorizzava. E pensare che avrebbe dovuto giocare a pallavolo. General manager è un altro nome che ha fatto la storia del calcio italiano, Italo Allodi, ma a dispetto della fortunata contingenza spazio-temporale, per Negri a ventuno anni arriva il momento di rispettare gli obblighi di leva così è costretto a trasferirsi nella caserma di Palermo come autiere. In Sicilia continua comunque a giocare a calcio: i rosanero lo ingaggiano a novembre ma lo girano in Interregionale al Bagheria, dove riesce comunque a tenersi in forma in vista del sospirato ritorno a casa, nell'estate del 1958. L'anno in cui comincia la sua scalata alla A. Della squadra appena promossa in C Negri è il secondo, ma ecco che il titolare Tonelli si fa male e tocca a lui essere schierato tra i pali. Anche se al suo esordio contro il Casale non gioca granché bene, non esce più dal campo: “Incassammo subito il nostro goal principalmente per colpa mia. La settimana dopo Tonelli non era ancora a posto e venni riconfermato”. Il Mantova non avrà di che pentirsene, vincerà dieci partite di fila e Negri conquisterà la fiducia di tutti. A discapito del povero Tonelli.

 

 

 

 

Dalla Juventus allo Scudetto

 

Giunto in A, Negri esordisce addirittura contro la Juventus: “Se fossi un tipo impressionabile avrei commesso chissà quante papere contro lo squadrone bianconero. Invece pareggiammo” spiega. Nel suo debutto in nazionale è ugualmente sereno, tanto che gli azzurri, reduci dalla delusione nei Mondiali in Cile, battono 2-1 l'ex Wunderteam al Prater a ventisette anni dall'ultima volta. La carriera di Negri svolta nell'estate 1963, quando si trasferisce a Bologna affermandosi una volta per tutte come uno dei migliori portieri italiani. Con “Fuffo” Bernardini in panchina, le stelle del danese Harald Nielsen, del tedesco Haller, di Pascutti, Bulgarelli e Pavinato, brilla anche quel parvenu mantovano e i rossoblù tornano a vincere lo scudetto nell'anno dell'unico spareggio per il titolo nella storia della serie A. A farne le spese è l'Inter, fermata a San Siro sullo 0-0 grazie a un rigore parato a Mazzola da Negri e poi sconfitta in partita secca il 7 giugno 1964 all'Olimpico. Per il portiere, unica novità stagionale dei neo campioni e sempre presente nel corso della stagione, appena diciotto gol subiti: una differenza di meno ventuno rispetto all'annata precedente. “Questi sono cazzi miei” pare abbia risposto con la sua consueta ritrosia alle domande al cronista andato ad intervistarlo dopo la vittoria del titolo mentre era intento a pescare.

 

 

 

 

L’infortunio e il Mondiale mancato

La stagione che segue è quella che precede il Mondiale 1966 e il neo campione d'Italia Negri è ormai il candidato in pectore alla porta azzurra. Con i rossoblù ha l'onore di disputare la Coppa dei Campioni ma un infortunio di gioco stronca i suoi sogni azzurri a un passo dalla partenza per l'Inghilterra. E chissà se ci fosse stato lui al posto di Albertosi il tiro del “dentista” nordcoreano Pak Doo-ik sarebbe entrato lo stesso. Da lì in poi Negri non si riprende più del tutto. Il grave infortunio gli ha fatto perdere reattività e dopo quattro anni a Bologna passa al Lanerossi Vicenza, poi fa una parentesi al Genoa e quindi chiude la carriera agonistica nella sua Mantova, senza tuttavia mai giocare. Si è spento il 26 giugno 2020 dopo una lunga malattia, ma nella sua città e a Bologna, anche se non è riuscito a conquistare la nazionale, sarà sempre ricordato come il portiere dei ruggenti anni Sessanta.

 

 

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