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Dietro un futuro che si presenta ricco, anche se molto faticoso, un passato caratterizzato da incertezze ed esperimenti vari, intervallati da una lunga pausa: è la storia del Mondiale per Club, il nuovo happening calcistico della Fifa, che fino al 13 luglio catalizzerà l’attenzione degli appassionati di calcio del pianeta. Proverà a farlo, perlomeno, coinvolgendo trentadue squadre e sei confederazioni continentali (Uefa, Concacaf, Conmebol, Caf, Afc e Ofc).
In principio fu...il Brasile: correva l’anno 2000 e nella patria d’elezione del football venne organizzata la prima edizione, con otto club partecipanti: “Campeonato mundial de Clubes da Fifa 2000”, dal 5 al 14 gennaio, animato da Real Madrid, Vasco da Gama, Al-Nassr, Manchester United, South Melbourne, Necaxa, Raja Casablanca e Corinthians, club quest’ultimo che si aggiudicò il trofeo dopo i calci di rigore nella finale tutta brasiliana contro il Vasco da Gama. Di quell’edizione si ricorda che le europee non interpretarono la manifestazione con la giusta soglia agonistica anche se, paradossalmente, al Manchester United in Inghilterra piovvero addosso molte critiche perché pur di volare oltreoceano i Red Devils rinunciarono a disputare una manifestazione storica e blasonata come la FA Cup. La dimensione ancora sperimentale del torneo era dimostrata dal fatto che non era stata ancora cancellata la Coppa Intercontinentale, che anche nel 2000 si era svolta in gara unica a Tokyo, come da tradizione.
Per i tre anni successivi, la manifestazione non venne disputata a causa del fallimento della società ISL, una compagnia di marketing e promozione sportiva che fu protagonista della gestione di alcune competizioni internazionali di calcio, compresi alcuni tornei Fifa, a causa di una frode in ambito contabile e dei problemi finanziari conseguenti. Non è corretto definire Isl come lo sponsor del primo Mondiale per Club, come è stato scritto erroneamente in passato: va considerato compartecipe all’organizzazione. Nel 2005 la Fifa ha voluto la rinascita del torneo, disputato dalle compagini vincitrici delle competizioni continentali, con l’aggiunta del club vincitore del campionato nel Paese che avrebbe ospitato l’edizione annuale. Fino al 2008 è stato il Giappone la nazione ospitante, sotto il patrocinio pubblicitario della Toyota, in continuità con la Coppa Intercontinentale.
Nell’albo d’oro domina la Spagna, con le cinque vittorie del Real Madrid e le tre del Barcellona; seguono Corinthians e Bayern Monaco, poi una vittoria a testa per Liverpool, Chelsea, Internacional di Porto Alegre, Manchester United, San Paolo, Milan, Inter e infine il Manchester City, detentore del trofeo. Dall’edizione del 2007 in poi la squadra vincitrice del torneo appone sulla propria maglia il “Fifa Club World Cup Champions Badge”, un simbolo che deterrà fino alla successiva edizione. L’annuncio ufficiale avvenne il 7 febbraio 2008 a Zurigo, nel quartier generale della Fifa, con la compresenza del Segretario Jerome Valcke e dell’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani, perché la società rossonera era all’epoca la detentrice del trofeo. Nell’ottica della pretesa - da parte della Fifa - “globalizzazione” del Mondiale, ossia dell’allargamento della competitività oltre il cerchio della consueta egemonia Europa-Sudamerica, vanno ricordate le edizioni del 2010 e del 2013: nella prima occasione, a raggiungere la finale, poi persa contro l’Inter, sono stati i congolesi del TP Mazembe; tre anni dopo i marocchini del Raja Casablanca si sono guadagnati l’ultimo atto contro il Bayern Monaco, poi vincitore della Coppa per quella edizione.
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