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A Monaco di Baviera, il 26 maggio 1993 in campo per l'Olympique Marsiglia vincitore della Champions League contro il Milan giocava uno dei primi doppi ex di Paris Saint Germain e Inter: Jocelyn Angloma. Campione di Francia, di Spagna, d'Europa, due stagioni al Torino, Angloma ha un ricordo dolce dell'Inter di Hodgson, che nel 1996-97 arriva in finale di Coppa Uefa contro lo Schalke 04 da super favorita e perde ai rigori: “Una squadra speciale, che porterò sempre nel cuore”. In Uefa è tra i protagonisti della sfortunata cavalcata nerazzurra, mentre in campionato si mette in luce sin dalla terza giornata, segnando contro la Lazio il 21 settembre 1996 a San Siro. Il Corriere definisce “ciclopico potere aereo” il colpo di testa con cui pareggia il gol iniziale di Signori, ma a fine anno si trasferisce a Valencia. Oggi allena la nazionale della nativa Guadalupa. A Parigi Angloma ha disputato solo una stagione, la 1990-91, conclusa con ben sei gol all'attivo, ma nell'Inter 1996-97 non è il solo ad avere un passato al Parco dei Principi: con lui c'è il fantasista franco-armeno Youri Djorkaeff.
Stella del PSG che nel 1995-96 alza il suo primo e unico trofeo continentale, la Coppa delle Coppe, battendo in finale il Rapid Vienna, dopo un anno da leader dell'attacco interista con ben quattordici centri, Djorkaeff subisce l'arrivo di Ronaldo il Fenomeno, che lo relega in un ruolo di secondo piano. La sua esperienza nerazzurra è comunque positiva, con la ciliegina del 3-0 alla Lazio nella finale di Coppa Uefa del 6 maggio 1998, e sarà ricordata sempre per il gol meraviglioso segnato in rovesciata alla Roma il 5 gennaio dell'anno prima. Una rete talmente incredibile da essere ritratta sugli abbonamenti allo stadio interisti della stagione 1997-98.
Nell'annata della Coppa Uefa vinta proprio al Parco dei Principi di Parigi, di Gigi Simoni e del contatto Ronaldo-Iuliano, l'Inter acquista pure un altro ex PSG: Benoit Cauet. A Parigi ha disputato una sola stagione, la 1996-97, conclusa con una sconfitta nella semifinale di Coppa delle Coppe contro il Barcellona del solito Ronaldo. Dinamico tuttofare di centrocampo, Cauet rimane a Milano ben quattro stagioni e nel 2006, a carriera finita, torna in nerazzurro come consulente per la tv del club e poi allenatore del settore giovanile sino al 2016: “L'Inter è parte della mia vita, la mia seconda famiglia” ha detto, anche se per lui sarà difficile scegliere chi tifare in finale. Uno che non avrà sicuramente dubbi è il difensore Zoumana Camara, che ha giocato molto al Paris Saint Germain e poco all'Inter. Arrivato in nerazzurro nemmeno ventenne nel 1998 e girato subito in prestito all'Empoli, è diventato una colonna a Parigi tra il 2007 e il 2015, disputando oltre duecento partite in tutte le competizioni. A Milano è difficile trovare qualcuno che si ricordi di lui.
Nell'estate 2000 arriva invece all'Inter dal Corinthians per circa trenta miliardi di lire l'indimenticato brasiliano Vampeta, crasi tra vampiro e capeta (in portoghese, diavolo). Ha grandissime credenziali, soprattutto da parte dell'amico Ronaldo con cui ha giocato a Eindhoven, e Giancarlo Antognoni lo definisce addirittura “un Tardelli moderno”. Vabbe'... Segna subito nella Supercoppa Italiana persa contro la Lazio in agosto, poi si perde a causa di una lentezza disarmante. Nel mercato invernale passa al PSG in cambio del cartellino del giovane Stéphane Dalmat, che in nerazzurro giocherà una sessantina di partite prima di lasciare per il cattivo rapporto con Cuper ma che in vista della sfida di Monaco non ha dubbi: “Andrò a sostenere l’Inter, perché una volta indossata e onorata questa maglia, la gente non ti dimentica”. Vampeta, invece, lascerà dopo sei mesi Parigi e tornerà in Brasile per troppa saudade nell'operazione Adriano. Vincerà da comprimario il Mondiale 2002 poi diventerà modello per riviste erotiche e un'icona gay. A conti fatti, visto che è ritenuto uno dei più grandi bidoni degli anni Duemila, poteva pure andare peggio.
Più recenti sono i passaggi di Thiago Motta dall'Inter del Triplete al PSG degli sceicchi nel 2012, quello di Ibrahimovic, all'Inter dal 2006 al 2009 e poi al Paris dal 2012 al 2016 dopo le esperienze al Barcellona e al Milan e quella del terzino brasiliano Maxwell, in nerazzurro negli stessi anni dello svedese e quindi in Francia dal 2012 al 2017. Sabato tiferà i francesi e a RMC Sport ha dichiarato: “Il nostro desiderio era di vedere il PSG in finale e spero con tutto il cuore che vincano questa partita”.
Tra gli ultimi interisti a trasferirsi a Parigi per provare a vincere la Champions ci sono due ex capitani nerazzurri, Icardi e Skriniar. Entrambi hanno chiuso male un'esperienza milanese lunga e piena di soddisfazioni ma, soprattutto per il secondo, Parigi si è rivelata un ambiente difficile e l'eccessiva competizione li ha stritolati spingendoli nel calcio turco. È andata meglio ad Achraf Hakimi, protagonista dello Scudetto 2022 con Antonio Conte e oggi pilastro del Paris che all'Olympiastadion spera di alzare la coppa in faccia agli ex compagni: “Sono felice di giocare contro di loro, ma ora che sono a Parigi, farò di tutto per batterli” ha detto a France Tv. La sfida a distanza con il suo successore Dumfries sarà tra le più interessanti della gara. Un tempo era il Paris Saint Germain che vendeva a Milano i suoi pezzi pregiati, mentre da quando sono arrivati i qatarioti è il contrario. Solo a Monaco, tuttavia, si scoprirà quale delle due società, unite da tante operazioni di mercato, ha operato meglio. Da Angloma a Skriniar, tanti ex staranno a guardare, allo stadio o di fronte alla tv. Hakimi andrà invece guardato con attenzione in campo.
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