Everton, il trionfo in Coppa delle Coppe a due settimane dall'Heysel

Everton, il trionfo in Coppa delle Coppe a due settimane dall'Heysel

Esattamente 40 anni fa i Toffees superarono 3-1 il Rapid Vienna al De Kuip di Rotterdam ma non poterono giocare la Supercoppa europea e la Coppa Campioni della stagione seguente per le sanzioni della Uefa in seguito alla tragedia di Bruxelles
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Il 29 maggio 1985 all'Heysel di Bruxelles sono morte trentanove persone innocenti e oltre seicento sono rimaste ferite a causa della furia cieca e brutale di un drappello di hooligans che finge d'interessarsi al calcio. Quelle esistenze strappate, quelle vite interrotte da un muretto instabile crollato di schianto non torneranno mai più, ma con tutte le dovute proporzioni e i distinguo del caso, quella sera maledetta rappresenta una linea di cesura netta anche per un movimento, quello del calcio inglese anni Settanta e Ottanta, che domina le coppe europee. Tra le squadre più penalizzate ci sono sicuramente i cugini “poveri” dei Reds, l'Everton, dominatori incontrastati della stagione 1984-85. Anno d'oro del People's Club.

L’incredibile 1985 dell’Everton

I Toffees, allenati da Howard Kendall, hanno vinto con largo anticipo la First Division – l'attuale Premier League – e il 15 maggio 1985 dopo una cavalcata trionfale sognano di conquistare un double epocale nella finale di Coppa delle Coppe allo stadio De Kuip di Rotterdam. Lungo il cammino si sono sbarazzati al primo turno degli irlandesi dell'University College Dublin, non senza soffrire, poi dei cecoslovacchi dell'Inter Bratislava, 1-0 in trasferta e 3-0 in Inghilterra, quindi degli olandesi del Fortuna Sittard nei quarti di finale con un rotondo 5-0 complessivo. La semifinale è contro il fortissimo Bayern Monaco di Rummenigge, Hoeneß, Matthäus, Augenthaler e del danese Søren Lerby, che ha schiantato la Roma di Eriksson nei quarti, ma nemmeno i tedeschi riescono ad avere la meglio del gioco fisico, rapido e imprevedibile dei campioni britannici. Dopo un pareggio 0-0 in Baviera l'Everton vince in rimonta con un perentorio 3-1 al Goodison Park, subendo il primo gol della competizione dopo sette partite con la porta inviolata ma conquistando la finale in Olanda. Grande protagonista del torneo è lo scozzese Graeme Sharp, che chiuderà il campionato con ventuno centri, ma in vista della finale la sfortuna sembra essersi messa di traverso per mister Kendall. “Ho veramente temuto di non poter mandare in campo la formazione migliore” dichiara l'allenatore dei Toffees alla vigilia della sfida decisiva al Rapid Vienna. Fino a pochi giorni prima, la lista degli infortunati elenca i nomi di Reid, Bracewell e dei due punti fermi dell'attacco: Sharp, appunto, e il poderoso centravanti Gray, suo connazionale.

 

 

Il percorso del Rapid Vienna

I biancoverdi viennesi sono collezionisti di campionati locali, tanto che nel 1985 ne contano già ventisette, ma in campo continentale possono vantare appena una Coppa dell'Europa Centrale nel 1930 e una Mitropa nel 1951. Le stelle sono il talentuoso bomber ex Barcellona Hans Krankl e il praghese Antonín Panenka, eponimo del rigore a cucchiaio, che a suon di gol hanno trascinato il Rapid sino alla finale. Un traguardo raggiunto grazie a un fumogeno lanciato disgraziatamente dai tifosi del Celtic contro l'austriaco Weinhofer all'Ibrox di Glasgow, in una partita dominata 3-0 dagli scozzesi ma fatta ripetere dall'Uefa per punire l'incidente. Consentendo al Rapid di qualificarsi ai quarti battendo gli avversari in campo neutro. Passato il turno, i viennesi eliminano due Dynamo orgoglio rispettivamente della DDR e dello sport sovietico, Dresda e Mosca, e mettono a nudo i limiti del calcio giocato nei Paesi del Patto di Varsavia, a volte fin troppo schematico.

La finale della Coppa delle Coppe 1985

La finale, arbitrata dall'italiano Casarin, parte a ritmi non esaltanti. I tifosi inglesi sfottono i rivali con uno striscione che inneggia alla partecipazione del Celtic e in uno stadio entusiasta ma con numerosi posti vuoti le due squadre passano un tempo a studiarsi. Tutti i pronostici danno l'Everton favoritissimo, ma quando gli inglesi attaccano gli austriaci tengono cinque o sei uomini a presidio dell'area di rigore e non corrono rischi. Il gol che fa saltare il tappo della partita arriva solo al 57esimo e il demerito è tutto del Rapid Vienna, che in pieno controllo del pallone lo regala agli attaccanti avversari. Retropassaggio sciagurato del terzino destro austriaco Leo Lainer verso il futuro numero uno romanista Michael Konsel – che all'epoca avrebbe ancora potuto raccoglierla con le mani – Sharp si avventa sul pallone, evita l'uscita disperata del portiere e gira a Gray: sinistro al volo a porta vuota e 1-0. Sulle ali dell'entusiasmo l'Everton mette alle corde il Rapid con belle azioni corali. Konsel salva il risultato in almeno tre occasioni con voli plastici e i biancoverdi rimangono asserragliati nella propria metà campo, incapaci di riprendersi. Al 72esimo l'irlandese Kevin Sheedy va a battere con il mancino un calcio d'angolo sulla destra, fa spostare un fotografo che seduto sulla sua valigetta gli complica la rincorsa e mette in mezzo con una traiettoria fiacca. Konsel è inchiodato sulla linea, due difensori austriaci bucano l'intervento e il pallone rimbalza verso il numero sette Trevor Steven, che la gira in gol. Il 2-0 sembra oggettivamente impossibile da rimontare per il Rapid, mai pericoloso e ormai rassegnato, ma a cinque minuti dal novantesimo la stella Krankl segna in contropiede il gol della speranza. I tifosi dell'Everton hanno un brivido, ma dura pochissimo. Appena un minuto dopo, con la tv che trasmette ancora il replay della rete austriaca, la palla è nelle mani di Neville Southall, il portiere dei Toffees, che nella più classica strategia kick and run da calcio inglese anni Ottanta rinvia lunghissimo verso la trequarti avversaria. Gray raggiunge il pallone di testa per una sponda, Sharp lo controlla al limite e di destro lo allunga sulla corsa per Sheedy, che ancora con il suo bel mancino la mette sotto la traversa. È delirio Everton, ma dopo appena due settimane gli hooligans del Liverpool rovineranno ogni cosa. Il calcio inglese subirà ripercussioni pesantissime dai tragici fatti dell'Heysel e i Toffees, oltre a non potersi giocare la Supercoppa europea, non esordiranno mai in Coppa dei Campioni.

 

 

 

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