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Il 13 gennaio 1985 i lariani di Ottavio Bianchi espugnarono il Meazza battendo 2-0 i rossoneri di Nils Liedholm grazie alle reti di capitan Matteoli e Pasquale Bruno
Dal mare di Kara, nell'Artico russo, è piombata sull'Italia un'ondata di gelo spessa come un lastrone di ghiaccio. Dai primi di gennaio 1985 le temperature sono scese un po' dappertutto e nel mantovano si è toccato addirittura i -23, ma è a Milano che accade qualcosa di mai visto: la notte del 15 gennaio cade la “nevicata del secolo”. Così i milanisti la mattina di lunedì 16 possono parlare d'altro piuttosto che della partita di calcio. Alla vigilia del derby lombardo contro il Como, il presidente Farina si è preso gli applausi dell'assemblea dei soci per aver promesso un nuovo stadio “moderno, coperto, con tutti i posti numerati, comodo da raggiungere” ma mister Liedholm è preoccupato. Il bomber Hateley è recuperato, ma con il rischio di un campo molto duro sarebbe meglio aspettare a schierarlo. L'altra punta, Scarnecchia, è caduto durante un allenamento fratturandosi un polso. Il giovane Filippo Galli soffre di una contrattura e Tassotti è out. Più dell'avversario e della sfortuna, tuttavia, lo stregone svedese teme l'eventualità che la partita si trasformi in una gara di pattinaggio. “San Siro sarà ghiacciato e io lo farò presente al direttore di gara, ben sapendo che si dovrà scendere in campo per forza” constata amaro capitan Baresi prevedendo cadute. “Squadre di operai stanno togliendo la lastra di ghiaccio” prova a consolarlo il Ds Ramaccioni. Prima della gara ferve il dibattito sulle scarpette più adatte per provare a mantenere l'equilibrio. La temperatura prevista è di -2 gradi e il fondo rischia di essere scivoloso, ma i milanisti non possono procurarsi le scarpe da neve: “Sono tutti sponsorizzati" chiosa Liedholm. "Giocheremo condizionati dall'idea di farci male”, mette le mani avanti Verza. Il Como, invece, grazie al tedesco Hansi Müller – che nel cuore è rimasto interista – ha acquistato in Germania speciali scarpe da footing dalla suola di gomma con sessantaquattro piccole ventose e in mezzo alla bufera è pronto a dare battaglia ai più quotati rivali. Rimanendo in piedi, innanzitutto.
Hateley a sorpresa scende in campo dal primo minuto, ma come gli altri dieci in maglia rossonera è mobile come un pupazzo di neve. Nelle due aree dei portieri ci sono ampie chiazze di segatura, sugli spalti grigi dello stadio vaste porzioni libere e il Milan passa in svantaggio al 25esimo. Il capitano lariano Matteoli intercetta al limite una respinta della difesa milanista e di destro al volo dalla lunetta batte Terraneo. In quel gelido pantano la zona di Liedholm non funziona, così mentre la neve prende a cadere a fiocchi spessi il Como fa 2-0. Con i milanisti letteralmente in ginocchio, Pasquale Bruno incorna in rete un bel cross da destra di Fusi. Nella ripresa il campo è ormai del tutto imbiancato e una nuvola gelata vela i giocatori. Il Milan fa pochissimo per ribaltare il risultato e il Como sfiora addirittura lo 0-3: “Hanno deciso le suole delle scarpe”, si scuserà Liedholm con il solito aplomb. E la neve ammanterà i brutti pensieri.
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