Quando Maradona fece un gol di testa

Era il 1° marzo 1987 quando, per una volta, El Pibe de Oro fu decisivo anche se non usò i piedi per l’1-1 contro la Sampdoria: era l’anno dello scudetto

Quando Maradona fece un gol di testa

Tommaso Guaita/EdipressTommaso Guaita/Edipress

Pubblicato il 1 marzo 2025, 08:36

Pibe de Oro, d’accordo, e la testa? Anche la Mano de Dios, ci mancherebbe altro, ma quanti gol “de cabeza” ha mai segnato Diego Armando Maradona? Pochissimi, e per questo motivo indimenticabili. Dall’alto del suo metro e sessanta o poco più l’argentino ha usato la testa soprattutto come decorazione, qualche palleggio per scaldarsi (poi che fossero palloni o arance cambiava relativamente), ma mai come arma per finalizzare un’azione. Ecco, il 1° marzo del 1987 il San Paolo assistette, come un’apparizione, a un gol di testa del suo idolo con la maglia numero 10, nell’1-1 contro una gagliarda Sampdoria.

 

Lorenzo fa e disfa

Non il miglior Napoli quel giorno. Azzurri in testa alla classifica, come poi sarà a fine campionato, il primo vinto dai partenopei, ma imbrigliati dai blucerchiati di Vujadin Boskov. Senza Mancini la Sampdoria schiera come attaccante accanto all’inamovibile Vialli il giovane Giuseppe Lorenzo, con Salsano a fare da raccordo con il centrocampo. Partita aperta, nessuno specula, portieri attivi da ambedue le parti, specialmente il doriano Bistazzoni. In contropiede però gli ospiti fanno male e colpiscono proprio con Lorenzo, che approfitta di un mezzo rimpallo nato da un tiro da fuori del tedesco Briegel. Sassata sotto la traversa e Sampdoria in vantaggio alla mezz’ora. Pochi minuti dopo Lorenzo però si divora il raddoppio, calciando a lato l’ennesimo buon contropiede blucerchiato. A questo punto il Napoli si sveglia.

 

Come un centravanti

Ci pensa Renica, uno dei migliori in campo in quel pomeriggio di sole napoletano. Il libero prende palla a sinistra e inizia a galoppare su quella fascia, senza essere preso da nessuno. Cross al centro e un tizio con la maglia numero 10, praticamente inginocchiandosi sul terreno, con la testa che a momenti tocca l’erba, si accovaccia e realizza il pareggio. Il “tizio” naturalmente è Maradona, che però di solito è abituato a dare spettacolo con il pallone tra i piedi, soprattutto il sinistro, e non di certo con un gesto tecnico da centravanti puro. Quello però è il genio di Diego, capace di incunearsi nelle pieghe della partita e di sfruttare ogni buona occasione. Nono gol in campionato per Maradona in 20 giornate, anche se da lì in avanti in stagione Diego andrà a bersaglio solo in un’altra occasione, sbagliando addirittura un rigore. La partita poi si mantiene vivace, la Sampdoria è una buonissima squadra che ha in embrione il nucleo del gruppo dello scudetto del 1991 di fatto. Al Napoli però il pareggio tutto sommato sta bene, dopo 5 vittorie consecutive in campionato, per mantenere aperta la striscia vincente tenendo la Juventus e l’Inter a distanza. Grazie a un Maradona inedito, ma sempre decisivo.

 

 

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