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Tradizione di grandi allenatori per il club portoghese: la panchina biancorossa è stata trampolino di lancio per Conceiçao, Fonseca e più di recente per Amorim
Con la qualificazione agli ottavi già in tasca, c’è il primato da blindare per la Lazio di Marco Baroni che nell’ultima giornata del maxi-girone di Europa League fa visita allo Sporting Braga, in tempi recenti fondamentale trampolino di lancio per alcuni dei tecnici attualmente più quotati in Europa.
Tra questi c’è il 50enne Sergio Conceiçao, che con la Lazio ha vinto uno scudetto da calciatore e da poche settimane è tornato a cercare gloria in Serie A, chiamato dal Milan a sostituire l’esonerato Paulo Fonseca che proprio a Braga, per uno strano incrocio del destino, era stato il suo successore a metà dello scorso decennio. Capace di vincere subito la Supercoppa con il Diavolo (superando Juve e Inter a Riyad), l’ex ala biancoceleste inizia la sua carriera da allenatore in patria nel gennaio del 2012, quando prende in corsa il timone dell’Olhanense per condurlo alla salvezza e dimettersi poi nello stesso mese dell’anno seguente. E dopo una stagione nella Primeira Liga alla guida dell’Academica Coimbra, la squadra della sua città, ecco che nel 2014 viene nominato tecnico del Braga con cui inizia a mettere in mostra le sue idee e la sua filosofia di gioco, staccando il pass per l’Europa League (quarto in campionato) e arrendendosi solamente in finale nella Coppa di Portogallo, persa ai calci di rigore contro lo Sporting Lisbona.
Il rapporto con i biancorossi però si rompe: Conceiçao si trasferisce al Vitoria Guimaraes e poi al Nantes (una sola stagione in Francia prima di andare a collezionare trofei con il Porto dal 2017 al 2024) e nell’estate del 2015 il presidente Antonio Salvador lo sostituisce con Paulo Fonseca (oggi 51enne), reduce dalla seconda e poco esaltante avventura al Pacos Ferreira in cui era tornato dopo l’esonero dal Porto (condotto però alla vittoria della Supercoppa di Portogallo). E sulla panchina degli “Arsenalistas” (soprannome dovuto ai colori sociali adottati dal Braga negli anni ‘30 in omaggio ai londinesi) il futuro allenatore di Roma e Milan si rilancia, prendendosi anche una personale rivincita: quarto posto in campionato e trionfo ai calci di rigore contro il Porto nella finale della Coppa di Portogallo. Brillante anche il cammino in Europa League con il primo posto nel girone (davanti all’Olympique Marsiglia) e i passaggi del turno contro Sion e Fenerbahce, prima di uscire ai quarti di finale contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk per i quali Fonseca decide di firmare a fine stagione.
Passano poi tre anni e mezzo dal suo addio e il Braga, all’inizio del 2020, decide di dare un’occasione al giovane Ruben Amorim, oggi 40enne manager del Manchester United che il biancorosso lo aveva già vestito da centrocampista (nella stagione 2012-13, in prestito dal Benfica). Dopo qualche mese alla guida della squadra riserve, viene promosso per sostituire Ricardo Sa Pinto e lui ripaga subito la fiducia, vincendo 7-1 al debutto il 4 gennaio sul campo del Belenenses e trionfando poi tre settimane dopo nella finale di Coppa di Lega (1-0 al Porto di Conceiçao tra le mura amiche del Municipal). Lo Sporting di Lisbona se ne innamora e non aspetta nemmeno il termine della stagione, mettendo sul piatto 10 milioni di euro per portarselo via già a marzo e dare così il là a un ciclo ricco di successi (due scudetti, due Coppe di Lega e una Supercoppa di Portogallo), durato fino al suo sbarco in Premier League nello scorso novembre. C’è invece il 59enne e navigato Carlos Carvalhal a guidare oggi il Braga, in attesa del prossimo “profeta”.
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