I vent'anni del debutto di Messi con il Barcellona

I vent'anni del debutto di Messi con il Barcellona

Era il 16 ottobre del 2004 quando il giovanissimo argentino esordiva con la maglia del club che avrebbe trasformato in una superpotenza mondiale

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Lui è ancora lì che sgambetta, gioca sempre uguale ma a velocità rallentata, e ci mancherebbe altro perché ha 37 anni e la pancia calcisticamente piena: Lionel Messi però, "La Pulce", è nel giro da due decenni giusti, dal 16 ottobre del 2004, da quando debuttò con la maglia del Barcellona nella Liga, contro l'Espanyol.

L'inizio di una grandissima epopea calcistica, un non ancora campione destinato a cose mai viste prima, ma che da qualche parte doveva pur cominciare.

 

Messi, un 17enne predestinato

Sconosciuto ai più, nell'ottobre del 2004 Lionel "Lio" Messi è ancora un ragazzino che mangia un sacco di alfajores, dolce tipico argentino, e che rimane per ore davanti allo schermo con i videogiochi. Gioco preferito, ovviamente, il calcio.

In allenamento fa cose strabilianti da tempo, però se lo godono fin lì solo quelli del Barcellona B, la squadra giovanile dove è il più giovane della rosa, diversi passi avanti rispetto non solo ai coetanei, ma anche e soprattutto rispetto ai grandi.

La cosa bella dei club spagnoli è che quando la squadra A è ridotta ai minimi termini in quanto a infortuni e squalifiche può pescare dalla sua formazione-B.

Così fa il Barcellona di Frank Rijkaard, che in rosa ha uno che ha già messo sotto la sua protezione quell'argentino arrivato da Rosario con tutta la famiglia, gracile e piccolino ma assolutamente immarcabile: è Ronaldinho, padrone dello spogliatoio blaugrana e che chiama Messi "hermanito", fratellino.

La partita è contro l'Espanyol, un derby peraltro e in trasferta, allo stadio Montjuic di Barcellona dove i blaugrana stanno disputando le loro partite interne da un anno in attesa della ristrutturazione del Camp Nou: minuto 82, fuori Deco e dentro Messi, maglia anonima (la numero 30) e vittoria 1-0 che rimane, gol proprio di Deco, fino al fischio finale.

Visto a posteriori, un cambio ultra-offensivo, visto che Deco era un sublime trequartista che legava attacco e centrocampo come pochissimi in Europa, attuale direttore sportivo del Barcellona, mentre Messi una punta esterna rapida e imprendibile.

 

Un ingresso in sordina nelle rotazioni

L'argentino aveva già debuttato con la maglia del Barcellona ma in una partita non ufficiale, contro il Porto, nel 2003. Lì il suo nome aveva cominciato a girare, con la promessa di un ingresso in prima squadra di lì a breve.

Troppo forte, come detto, per i suoi coetanei, con quel piede sinistro, quella nazionalità e tutto sommato quel ruolo che faceva ripensare a un altro argentino che a Barcellona era rimasto poco ma lasciando un segno indelebile: Diego Armando Maradona.

In quella stagione con il Barça dei grandi Messi totalizzerà 9 presenze, segnando un gol contro l'Albacete su assist ovviamente del suo grande amico "hermanito" Ronaldinho. Sarà subito trionfo nella Liga, il primo di una lunghissima serie di 10 campionati intascati, con un'importanza e un peso nel gioco blaugrana sempre maggiore.

Ma tutto da qualche parte doveva iniziare, curiosamente proprio a Barcellona però in un'altra parte della città, in un altro stadio diverso dal Camp Nou e da quello della Masìa, in cui dava spettacolo con il Barcellona-B. 

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