Ryan Giggs, il recordman del Manchester United

Ryan Giggs, il recordman del Manchester United

L'esterno gallese per un quarto di secolo ha militato nei Red Devils: formidabile ala sinistra, vinse due Champions League, 13 Premier League ed è il calciatore con più presenze nella storia del club

Alessandro Ruta/Edipress

29.11.2023 ( Aggiornata il 29.11.2023 15:39 )

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I tifosi deliravano per lui, anche quelli neutrali. Ryan Giggs è stato un pezzo di storia del calcio moderno, vincendo di tutto e di più con il Manchester United, la squadra della sua vita, quella con cui ha battuto svariati record e che lo ricorda ancora con grande affetto.

 

Giggs tra due Manchester

 

Ryan Giggs all'anagrafe in realtà sarebbe Ryan Wilson, il cognome paterno. E invece quando papà Danny, più che discreto giocatore di rugby con 5 gettoni anche in nazionale, e mamma Lynne si separano arriva il cambio: Giggs, come la madre, a cui è legatissimo. In quel momento ha 16 anni, il gallese, ed è già un giocatore del Manchester United, seppur in prova. Di lui si era accorto Alex Ferguson quando Ryan con il suo Salford aveva preso a pallate i Red Devils in una partita del campionato under 15: «Ragazzo, vieni qua: firma», gli dice Ferguson, che ha visto tutto dalla finestra del suo ufficio che dà su Old Trafford. Il giorno del suo 14esimo compleanno, 29 novembre 1987, quello che ancora si chiama Ryan Wilson diventa un giocatore dello United.

Del resto non si era mai vista un'ala sinistra così forte, così devastante nell'uno contro uno e formidabile anche al momento del tiro. Dal papà, cognome a parte, ha preso senza dubbio la capacità rugbistica di non perdere il controllo in mezzo ai rivali con il pallone tra i piedi, come ce l'avesse in mano. La storia d'amore tra Giggs e i Red Devils inizia lì, con un convitato di pietra che rimane beffato, lasciandoci con un grande "What if?", per dirla proprio all'inglese: "Cosa sarebbe successo se...?". Ryan infatti gioca nel Salford ma su di lui vorrebbe puntare il Manchester City, e questo Ferguson lo sa benissimo. Quindi contratto di prova, poi "vero", e nel frattempo il gallese ha già iniziato a seminare capolavori.

Giggs è troppo più forte rispetto ai coetanei, è addirittura capitano delle nazionali giovanili inglesi. Sir Alex impazzisce per lui e il 2 marzo 1991 a nemmeno 18 anni debutta in Premier contro l'Everton. Entra al posto dell'irlandese Denis Irwin, un difensore: c'è da rimontare, lo United perde ma intanto il ghiaccio è rotto. Contro quale squadra segnerà Giggs il suo primo gol in Premier? Ma contro il City, naturalmente: 4 maggio 1991.

Un giocatore unico

 

Per lo United è come se si aprisse un mondo. Non è un periodo facile almeno a livello nazionale per i Red Devils, ma non appena Giggs diventa titolare, e lo fa prestissimo, cominciano a fioccare titoli: saranno alla fine ben 13, le Premier vinte dal gallese, più 4 FA Cup e 4 Coppe di Lega. Questo solo "in casa", perché poi c'è il resto. Nel 4-4-2 ferreo di Ferguson comunque il posto di Giggs è ben definito: esterno sinistro di centrocampo, se possibile palla a lui e quello che viene è tutto di guadagnato, che siano gol o cross per gli attaccanti cambia poco. Magro come un chiodo, silenzioso, l'allenatore dello United gli proibisce di dare interviste fino ai vent'anni, per non buttarlo in pasto ai media.

Oltre ai titoli in Premier, però, la gloria vera arriva nel magico 1999 quando i Red Devils completano il "treble", vincendo tutte le competizioni. Una delle immagini dell'anno è la rete che Giggs segna in FA Cup all'Arsenal, in cui parte praticamente da centrocampo, dribbla mezza difesa dei Gunners e poi scarica una saetta all'incrocio dei pali che fulmina Seaman: puro Ryan, un giocatore unico su cui si fiondano altre grandi d'Europa come l'Inter che farebbe carte false per averlo e invece niente. Non segna, nella finale di Champions League contro il Bayern Monaco, ma è titolare inamovibile di una squadra che entra nella leggenda fin da subito, assieme ad altri coetanei come un certo David Beckham, che gioca sull'altra fascia interpretando il ruolo di esterno destro a modo tutto suo.

Allo United Giggs vincerà un'altra Champions League, nel 2008. Col tempo non è più un'ala sinistra irrefrenabile, si è trasformato in una sorta di regista cerebrale capace di giocare in mezzo con la stessa efficacia di quando era esterno. Il piede del resto non è cambiato, con il sinistro potrebbe mettere il pallone a 50 metri. Nella finale contro il Chelsea entra a pochi minuti dal 90' al posto del suo amico Paul Scholes e segna uno dei rigori, l'ultimo, con cui i Red Devils riescono a piegare i Blues in quel di Mosca, sotto la pioggia. A quasi 35 anni per il gallese è il coronamento di una carriera formidabile che l'ha portato a disputare più di 1000 partite, incluse quelle con la nazionale dei Dragoni, senza mai portarla né a un Europeo né a un Mondiale: ce la farà da commissario tecnico, anche se alcuni problemi legali gli impediranno di essere presente fisicamente a Euro 2020, nel 2021.

Con lo United invece ha vinto e rivinto tutto, diventandone il giocatore con più presenze in assoluto, 963, suddivise in 22 stagioni consecutive (un record) in cui ha segnato almeno una volta in 21 di queste (altro record). La sua esperienza a Manchester la finisce in lacrime, da allenatore-giocatore al termine del campionato 2013-14 quando subentra al licenziato David Moyes e conduce la squadra nelle ultime 4 gare di Premier: 2 vittorie, un pareggio e una sconfitta. Più le lacrime, appunto, per lo stress. Ma Ryan Giggs non può e non deve lasciare ricordi tristi: ha segnato un'epoca e sarà difficile anche solo provare ad avvicinarglisi.

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