David Seaman, croce e delizia tra i pali

David Seaman, croce e delizia tra i pali

Parate prodigiose e papere incredibili hanno caratterizzato la carriera del portiere ma, nonostante momenti complicati e critiche feroci, resta uno dei migliori numeri uno inglesi di sempre

Massimiliano Lucchetti/Edipress

19.09.2023 ( Aggiornata il 19.09.2023 00:11 )

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Nato a Rotherham il 19 settembre 1963, la carriera di David Andrew Seaman, cominciò nelle giovanili del Leeds United, club di cui divenne subito tifoso; tuttavia il suo mister, Eddie Gray, non credeva fino in fondo nelle sue potenzialità al punto che, con grande dispiacere, il giovane David si dovette trasferire al Peterborough United Football Club; nelle due stagioni tra le fila dei Posh, all’epoca nella Fourth Division, le qualità del giovane portiere vennero fuori al punto che molti club si interessarono a lui; la spuntò il Birmingham City che, grazie alle prestazioni del suo giovane numero 1, centrò subito la promozione in First Division.

Nel 1986 il QPR si aggiudicò le prestazioni di Seaman, per la cifra di 225.000 sterline: in quattro stagioni disputò 141 incontri, venne convocato per la prima volta dalla nazionale inglese (1988) e, grazie all’aiuto dell’allenatore dei portieri Bob Wilson (ex numero uno dell’Arsenal), divenne una vera e propria saracinesca.

 

I successi con l’Arsenal

 

Il nome di David Seaman viene associato immediatamente alla maglia dell’Arsenal: nei tredici anni tra le fila dei Gunners ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere. Nonostante ciò, sono stati anni altalenanti in cui è passato dall’essere un idolo dei tifosi a una sciagura, da capelli corti al codino, da portiere titolare a portiere di riserva; come detto però, nonostante tutto, Seaman e l’Arsenal saranno per sempre legati indissolubilmente.

La storia iniziò nel 1990 quando l’allenatore George Graham decise di cedere John Lukic al Leeds e acquistare Seaman per la cifra di 1,3 milioni di sterline (all'epoca record britannico per un portiere). Scelta migliore non poteva essere fatta considerando che nel 2003 – anno in cui lasciò la squadra – la sua bacheca personale poteva constare su 3 campionati inglesi, 4 Community Shield, 1 Coppa di Lega inglese, 4 Coppe d’Inghilterra, 1 Coppa delle Coppe; Nelle statistiche individuali David chiuse come sesto giocatore più presente di sempre con 564 presenze, nonché primatista tra i numeri uno. Inoltre, è stato votato dai tifosi nella formazione all-time dell’Arsenal.

Ci sono due momenti che fotografano perfettamente la carriera sinusoidale di David. Il primo è nel 1995 quando in semifinale di Coppa delle Coppe respinse i rigori di Mihajlovi?, Jugovic e Lombardo, permettendo all’Arsenal di battere la Sampdoria e conquistare la finale. Ma fu proprio in finale contro il Real Saragozza che, con un errore clamoroso durante i supplementari, su un tiro da 40 metri di Nayim, contribuì in modo determinante a un’amara sconfitta.

Per il secondo dobbiamo andare fino alla stagione 2002-03 quando un Seaman già con il codino e considerato ormai sul viale del tramonto si inventò una delle parate più belle di sempre, nella partita di FA Cup contro lo Sheffield United; Peter Schmeichel, allora ospite della BBC, definì quell’intervento, come il più bello mai visto fare a un collega.

 

I tormenti con la nazionale inglese

 

Raccogliere l’eredità lasciata da numeri uno come Gordon Banks, Ray Clemence e Peter Shilton non era certo impresa facile; Seaman ci ha provato difendendo la porta della nazionale inglese per quindici stagioni consecutive - vero e proprio record – pur non riuscendo a conquistare alcun trofeo con la maglia dei Tre Leoni.

Anche a proposito di Nazionale, ci sono due episodi che riaffiorano nei ricordi degli appassionati. Il primo è Euro 96, probabilmente l’apice della carriera del nostro protagonista. Intanto gli appassionati del ruolo ricorderanno per sempre le divise che indossava: rossa e giallo sgargiante, tipicamente stile anni ’90. In quell’Europeo Seaman fu perfetto: parò un calcio di rigore contro la Scozia, nella famosa partita del girone decisa da una prodezza di Paul Gascoigne e poi rivestì nuovamente i panni dell’eroe nei quarti di finale contro la Spagna.

Il secondo episodio, purtroppo, è quello per cui tutt’oggi è ricordato maggiormente. Nel corso dei Mondiali 2002, allo Shizuoka Stadium, si disputano i quarti di finale tra Inghilterra e Brasile; la nazionale dei Tre Leoni va in vantaggio con Owen al 23’, ma Rivaldo impatta il match al 40’; nel secondo tempo al cinquantesimo minuto viene fischiato una punizione a favore della squadra verde-oro della cui battuta si incarica Ronaldinho. Tutti, compreso il nostro David, si aspettano una palla scodellata in mezzo all’area; in attesa del cross David si posiziona qualche metro fuori dalla porta; invece, il genio carioca calcia direttamente in porta e la palla si infila beffardamente tra la traversa e la testa di Seaman: L’episodio causò l’eliminazione inglese e chiuse la carriera di David – unanimemente individuato come capro espiatorio – in Nazionale.

Nonostante qualche errore grossolano di troppo, nessuno potrà mai dimenticare l’iconica maglia gialla a Euro ’96, il codino nella seconda parte di carriera e le 1000 partite che fanno di David Seaman uno dei migliori portieri inglesi di sempre.

 

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