Argentina-Camerun, a San Siro scoprimmo il Mondiale delle Notti Magiche

Argentina-Camerun, a San Siro scoprimmo il Mondiale delle Notti Magiche

L’8 giugno 1990 la partita tra l’Albiceleste e i Leoni Indomabili inaugurò una delle edizioni della Coppa del Mondo rimasta più impressa nella memoria collettiva italiana

Paolo Valenti/Edipress

07.06.2023 16:55

  • Link copiato

La mattina dell’8 giugno 1990 l’Italia era finalmente pronta a sollevare il sipario sul suo Mondiale e mostrarlo come uno scrigno prezioso agli occhi del pianeta. Città bardate a festa, atmosfera frizzante, strutture ricettive pronte ad accogliere gli stranieri, aria di vacanze anticipate. È giusto pensare che quella manifestazione abbia rappresentato una linea di passaggio tra il Paese che negli anni Ottanta aveva vissuto di “edonismo reaganiano” (per dirla col gergo della trasmissione di Renzo Arbore “Quelli della notte” che a metà di quel decennio riempiva di una comicità originale la seconda serata televisiva della Rai) e una nuova era nella quale la nazione avrebbe modificato i suoi connotati. E chissà se fu solo un caso, o un segno voluto dalla storia, che la partita di apertura di quel torneo venisse giocata a San Siro, in quella Milano da bere iconizzata nelle pubblicità dell’epoca e raccontata come la capitale economica e morale di una società che di lì a poco si sarebbe svelata uguale da nord a sud nei suoi vizi peggiori, trovando proprio nel capoluogo lombardo l’epicentro iniziale di una crisi di valori fino a quel momento relegata nella vulgata comune ai palazzi romani della politica.


L'Italia organizza il Mondiale 

Assegnata all’Italia il 19 maggio 1984, l’organizzazione del Mondiale portò con sé sprechi e approssimazioni il cui impatto ha pesantemente gravato sullo Stato anche negli anni seguenti la conclusione della manifestazione. I costi per la costruzione ex novo (o l’ammodernamento) degli stadi e delle infrastrutture necessarie ad ospitare l’evento subirono una lievitazione ingente in corso d’opera. Molti dei lavori vennero ultimati a ridosso dell’inizio del torneo, talvolta in maniera approssimativa. Ma, una volta arrivato l’8 giugno, le questioni sull’argomento vennero messe da parte per lasciare spazio ai campi di gioco e ai suoi protagonisti. Pochi, quel giorno, immaginavano che il carico di emozioni che avrebbe portato il Mondiale italiano sarebbe rimasto impresso nella memoria collettiva della nazione per gli anni a venire, tanto che, ancora oggi, l’eco di quell’evento riecheggia nei ricordi sempre vividi di chi quelle Notti Magiche le ha vissute in prima persona.

Nacquero le Notti Magiche

Notti Magiche accompagnate dalle note di “Un’estate italiana”, singolo interpretato da Edoardo Bennato e Gianna Nannini diventato immediatamente un successo, colonna sonora ideale per i sogni di un popolo che, dopo il Mondiale del 1982, voleva riassaporare la gioia della vittoria in casa propria: un’affermazione che avrebbe significato l’apogeo per un Paese che da tempo viveva oltre le proprie reali capacità economiche. Un successo inseguito da tutti, in primis da Antonio Matarrese, ambizioso presidente della Federcalcio, che da un eventuale trionfo avrebbe acquisito ulteriore prestigio e potere personale. Cercato da Luca Cordero di Montezemolo, giovane manager rampante amato da Gianni Agnelli, messo alla guida del Comitato Organizzatore; sognato da Azeglio Vicini, tecnico di una Nazionale cresciuta a sua immagine e somiglianza, fautore della trasformazione dei suoi ex talentuosi ragazzini dell’Under 21 in giocatori pronti a sollevare al cielo di Roma la coppa più importante del mondo.

Italia 90, un Mondiale equilibrato

Per raggiungere quell’obiettivo bisognava sbaragliare la concorrenza di altre ventitré nazionali, allineate su valori piuttosto omogenei che avrebbero dato vita a un campionato molto equilibrato con pochi gol (alla fine la media sarà di 2,21 a partita) e gare spesso ai limiti della noia, che nella fase a eliminazione diretta avranno più volte bisogno di tempi supplementari e calci di rigore per trovare un vincitore. Uno spettacolo dall’estetica discutibile come la mascotte della manifestazione, quel Ciao che, sin dalla presentazione, sollevò molte critiche per via della sua smilza essenzialità: un pupazzetto tricolore composto da elementi cubici e da un pallone che volevano rappresentare la figura stilizzata di un calciatore.

Mondiali Italia 90: il Camerun sorprende l'Argentina all'esordio

Preludio appropriato di quello che si vide in quel mese di calcio fu proprio la partita inaugurale disputata dai campioni uscenti dell’Argentina e dal Camerun. L’Albiceleste ha ancora in Maradona la sua guida tecnica e spirituale, anche se il Pibe ha addosso quattro anni in più di quegli eccessi che, a stretto giro, ne condizioneranno pesantemente la carriera e la salute. I Leoni Indomabili fanno della fisicità estrema e dell’entusiasmo le loro armi migliori e con quelle colpiscono le velleità di replicare la vittoria di Messico 86 dei sudamericani. Giocano duro, ai limiti del regolamento e oltre, raccolgono cartellini di ogni colore (a fine partita saranno due gialli e due rossi) ma col gol realizzato da Omam-Biyik al 67’ vincono e regalano al Mondiale la sua prima, grande sorpresa.

Condividi

  • Link copiato

Commenti