Zico-Udinese, un affare che fece storia

Zico-Udinese, un affare che fece storia

Il 1° giugno 1983 il club friulano annunciò l'acquisto del fuoriclasse brasiliano per 4 miliardi: un colpo sensazionale che rischiò di provocare scossoni anche a livello geopolitico

Alessandro Ruta/Edipress

01.06.2023 ( Aggiornata il 01.06.2023 15:22 )

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Una squadra di metà classifica della Serie A che mette sotto contratto uno dei migliori giocatori del mondo: anche questo era il nostro campionato negli anni Ottanta, il decennio d'oro del pallone italiano, quando uno come Zico poteva finire all'Udinese. L'1 giugno del 1983, quarant'anni fa, l'annuncio ufficiale del brasiliano in Friuli.

 

Zico all'Udinese, il colpo

Il 15 maggio era finito il campionato, con la grande vittoria della Roma di Nils Liedholm, trascinata tra gli altri in campo da un altro brasiliano, quel Paulo Roberto Falcao che al mondiale del 1982 assieme proprio a Zico aveva messo in difficoltà la nazionale di Enzo Bearzot. Il centrocampista aveva segnato il 2-2, l'attaccante era stato "massaggiato" da Claudio Gentile, rendendosi pericoloso solo in pochissime occasioni, finendo pure con la maglia squarciata.

Da tre anni avevano riaperto le frontiere, in Serie A, e praticamente tutti i migliori erano venuti a giocare. Anche molti "bidoni", certo, ma in generale il livello si era alzato, e dovevano ancora arrivare altri fenomeni come Maradona o Rummenigge. In compenso gente come Falcao o gli juventini Boniek e Platini rappresentavano l'ambizione di certi club di avere il meglio in circolazione.

Nessuno, però, si sarebbe aspettato un colpo del genere dall'Udinese, che aveva chiuso il campionato 1982-83 al sesto posto, niente male, grazie a venti pareggi, ma con un attacco asfittico (25 gol in 30 giornate). Ecco l'ultima formazione dei friulani di quella stagione, 1-1 con l'Avellino (tanto per cambiare): Borin, Galparoli, Tesser, Gerolin, Edinho, Cattaneo, Causio, Miano, Mauro, Surjak e Virdis. Allenatore Enzo Ferrari, solo omonimo del "Drake" della casa automobilistica.

Maglia numero 10 sulle spalle di Ivica Surjak, fantasista jugoslavo (oggi sarebbe croato) autore di appena 2 gol in 29 partite, ma destinato all'addio. O meglio, ad essere "parcheggiato" per un anno in tribuna con uno stipendio di 300 milioni di lire, perché solo due stranieri potevano scendere in campo e per Surjak, pennellone mancino di 1.90, non c'era più posto. L'altro intoccabile naturalmente era Edinho, difensore brasiliano tuttofare.

La 10 sarebbe toccata, invece, ad Arthur Coimbra Antunes meglio conosciuto come Zico.

Zico all'Udinese, i dettagli

Architetto di questa operazione clamorosa è Franco Dal Cin, all'epoca quarantenne drittone del mercato. Dopo settimane di spifferi in cui si dava il "Pelé bianco" nei radar della Roma, della Juventus o del Real Madrid, ecco l'annuncio ufficiale, l'1 giugno 1983: in cambio di 4 miliardi Zico si sarebbe trasferito dal Flamengo, la squadra con cui tra le altre cose aveva vinto due volte la Coppa Libertadores, all'Udinese. Dal Cin aveva chiuso tutto da un mese, addirittura provando a depistare gli operatori di mercato buttando lì il nome di Batista, che invece poi finirà alla Lazio.

Contratto di un miliardo di lire lordo al giocatore per due stagioni con l'obbligo da parte di Zico di rinunciare a tutti i diritti di sfruttamento della sua immagine. Di mezzo c'è pure una misteriosa società, la Grouping Limited, con sede legale a Londra in una chiesa sconsacrata che come capitale ha appena 4 sterline, ma che acquista parte del cartellino del fuoriclasse brasiliano per 3,5 miliardi.

Questa storia ha tutto per essere degna di un libro giallo. Anche perché mentre i tifosi friulani esultano si scomodano a intervenire Luciano Lama, segretario generale della Cgil ("Lamberto Mazza, presidente dell'Udinese, spende miliardi per Zico ma intanto mette in cassa integrazione i suoi impiegati della Zanussi"), e soprattutto il presidente della Federcalcio, Federico Sordillo. Per quest'ultimo l'affare si è chiuso troppo tardi e il giocatore non può vestire il bianconero. Aggiungendo che per gli stranieri si stanno spendendo troppi soldi.

Apriti cielo, la gente di Udine scenderà in piazza nelle settimane successive al grido di "Zico o Austria", minacciando clamorose secessioni. Per fortuna di tutti la situazione si calmerà e a luglio arriverà l'ufficialità, dopo un mese di limbo. Si scomoderà persino il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini: «Mi piacerebbe vedere il brasiliano nel nostro campionato». Ed effettivamente succederà proprio questo: Zico all'Udinese (e negli stessi giorni anche Cerezo alla Roma), roba da matti.

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