Cunningham, un ballo finito troppo presto tra il Real Madrid e la strada

Cunningham, un ballo finito troppo presto tra il Real Madrid e la strada

L’inglese di origine giamaicana scomparve prematuramente in un incidente stradale nel 1989. Per alcuni l’erede di Best, visse nel 1979-80 la sua miglior stagione ai Blancos

Paolo Valenti/Edipress

15.03.2023 ( Aggiornata il 15.03.2023 15:39 )

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Non sappiamo bene quante siano state le vittime della strada nell’estate del 1989: non è una statistica che qui interessa analizzare. Quello che possiamo sapere è che tre di esse erano nel cuore non solo dei loro cari ma anche dei milioni di tifosi che gli avevano regalato l’anima sperando che le loro gesta portassero le squadre in cui giocavano alla vittoria. Prima di Kazimierz Deyna e Gaetano Scirea, il cui tragico destino si sarebbe consumato poche settimane più tardi, il 15 luglio 1989 perdeva la vita in un incidente automobilistico Laurie Cunningham, talentuoso giocatore in quel momento in forza al Rayo Vallecano, che a Madrid era arrivato dieci anni prima avendo sedotto i dirigenti e lo staff tecnico del grande Real.

Calcio e ballo, le grandi passioni di Laurie Cunningham

Una vita costantemente in bilico, la sua. Tra danza e calcio, arte e persecuzione, voglia di esprimersi liberamente e costrizioni. Di genitori giamaicani trasferitisi a Londra, sin da bambino mostra evidenti inclinazioni per la musica, il ballo e la pittura, che in una sorta di connubio sportivo riesce a rappresentare nel suo modo di giocare a calcio, veloce e raffinato da far girare la testa. Lo sceglie il Leyton Orient quando ancora lui stesso forse non ha davvero deciso se nella sua vita sarà il calcio o la danza ad avere un ruolo primario. E’ il dramma di chi si sente pervaso da più passioni, fonti di ispirazione ma anche diavoli tentatori se non riescono a portarti sulla strada del successo. Nonostante le notti in discoteca e i numerosi ritardi agli allenamenti, Laurie attira l’attenzione del West Bromwich Albion, che nel 1977 gli permette di esordire in First Division. Non solo: in quello stesso anno Cunningham è il primo inglese di colore ad essere convocato in una selezione nazionale, quella dell’Under 21, con la quale esordisce realizzando il gol della vittoria contro la Scozia. Nel WBA Cunningham si lancia definitivamente insieme ai compagni, anch’essi di colore, Cyrille Regis e Brendon Batson. La nota assume rilievo per via dell’atipicità, per l’epoca, della compresenza in un club di più calciatori non bianchi, che dal tecnico Ron Atkinson vennero ribattezzati The Three Deegrees, prendendo spunto da un trio musicale molto trendy in quegli anni.

L’approdo di Laurie Cunningham al Real Madrid

Le merengues si innamorano di lui dopo averlo visto all’opera negli ottavi di finale della Coppa Uefa 1978-79, quando le sue giocate superlative portano all’eliminazione il Valencia di Kempes. La trattativa tra le società ha un esito scontato, c’è solo da decidere quanto debbano incassare gli inglesi: alla fine quasi un milione di sterline. Cunningham approda così in Spagna nella fase di fermento successiva alla dittatura franchista, quando Madrid è un luccichio notturno che si alimenta di musica, evasione e voglia di assaporare la libertà riconquistata. È il periodo della Movida Madrileña alla quale colui che veniva considerato da molti il più grande talento britannico dopo George Best non sa resistere. La prima stagione tutto fila per il verso giusto: gol e ottime prestazioni arridono al giovane inglese, che in un memorabile clasico disputato al Camp Nou esce dal campo dopo una prestazione che fa ammattire i blaugrana e costringe agli applausi conviti il pubblico presente sugli spalti. Campionato e Coppa nazionale impreziosiscono il suo palmares, talento naturale e forza dell’età gli consentono quella vita sul doppio binario che, alla lunga, è difficile continuare. Se ne accorge nella seconda stagione, quando si rompe un piede in uno scontro di gioco e il giorno stesso che lascia l’ospedale viene avvistato in un night. Il Real Madrid si indispettisce e gli commina una salatissima sanzione di un milione di pesetas.

Laurie Cunningham, gli ultimi anni e il declino

È l’inizio di una precoce parabola discendente che porta Laurie ad attraversare i sentieri sdrucciolevoli degli infortuni, dei rientri claudicanti e delle ricadute. Nel 1981 gioca la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool in condizioni tali da renderlo inoffensivo. Vincono i Reds e le stagioni successive sono sempre più da comprimario, con passaggi estemporanei a Manchester (United), Sporting Gijon, Olympique Marsiglia, Leicester, Rayo Vallecano, Charleroi e, nel 1987-88, Wimbledon, dove riesce a partecipare alla conquista della FA Cup prendendosi una parziale rivincita sul Liverpool. È l’ultimo bagliore prima di tornare al Rayo e spegnere definitivamente i riflettori al termine di un’ennesima serata nella quale fu la morte a concedergli l’ultimo ballo. 

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