Liverpool-Inter, il doppio ex Paul Ince tra il centrocampo e la moglie Claire

Liverpool-Inter, il doppio ex Paul Ince tra il centrocampo e la moglie Claire

Cresciuto nel West Ham, maturato al Manchester United, passato per San Siro e Anfield, il calciatore inglese è rimasto celebre anche per le scelte condizionate dai motivi familiari

Redazione Edipress

08.03.2022 ( Aggiornata il 08.03.2022 10:20 )

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“Perchè perché la domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone…” cantava Rita Pavone nel lontano 1963, rafforzando quel cliché un po’ latino (ma non necessariamente) del rapporto un tantino morboso dell’uomo con il calcio, che lo porta a trascurare affetti e impegni per “la partita di pallone”. Ma non è sempre così. La storia del football è costellata qua e là di figure femminili che non solo l’hanno vissuta, ma che l’hanno addirittura influenzata. Una di queste, e molti di voi la ricorderanno, è senza dubbio Claire Ince, moglie del centrocampista Paul, che ne condizionò con le sue bizze tutta la carriera.  

Il mastino di Ilford

Paul Ince nasce nel nord est di Londra il 21 ottobre del 1967 e per motivi prettamente geografici non può che iniziare a giocare a calcio nel West Ham United. Con gli Hammers fa tutta la trafila delle giovanili prima di esordire nella First Division, dimostrando le sue grandissime doti di incontrista. Ince è un vero e proprio mastino del centrocampo, grintoso e attento in fase di non possesso ed essenziale in fase di possesso. Non disdegna gli inserimenti offensivi, caratteristica che gli permette un certo feeling anche con il gol. Dopo 3 stagioni nel club di Stratford viene prelevato dal Manchester United, a cui legherà per sempre il suo nome. Alla corte di Sir Alex diventa uno dei giocatori migliori del campionato facendo incetta di trofei oltre ad iniziare a vestire la maglia dei Tre Leoni con continuità. Nel corso degli anni diventerà il primo calciatore di colore ad indossare la fascia di capitano della nazionale. Intanto la relazione con Claire si fa sempre più seria, i due si sposano, nel 1992 nasce il primogenito Tom e la signora, in un’Inghilterra ancora priva di Spice Girls e Spice Boys, si prende lo scettro di First Lady del calcio inglese.

L’Inter, i capricci di Claire ed il Liverpool

Nell’estate del 1995 il neo presidente dell’Inter Massimo Moratti lo vuole a tutti i costi a Milano, intavolando una delle trattative più bizzarre della storia del calcio. Per quanto riguarda l’accordo con il Manchester United e con il calciatore non ci sarebbero problemi, il generoso patron nerazzurro è pronto a sborsare 17 miliardi di lire per il cartellino e ad elargirne circa due all’anno al ragazzo. Il problema è la signora Ince, che quello scettro di Firs Lady delle wags inglesi non lo vuole proprio mollare e come dirà con parole squisitamente sue “mi spiace, sotto un certo livello non scendo”. Il passaggio di Paul a Milano diventa un caso, il calciatore temporeggia e nel frattempo parte la caccia alla dimora perfetta per Mrs Ince. Le fanno visionare una decina di lussuose ed esclusive ville sul Lago di Como, ma niente. Moratti le regala personalmente un anello di diamanti, deciso fino in fondo a portare il mastino di Ilford in nerazzurro. Claire non gradisce affatto la destinazione italiana, il pargolo Tom è piccolo e non vuole farlo crescere lontano dall’Inghilterra. Alla fine si accontenterà della villa che era stata di Jonk, vista lago a Carate Urio, facendo spallucce come se le avessero proposto un alloggio popolare. Decisivo molto probabilmente è l’intervento dei Red Devils, che a fronte di veder sfumare un affare da 17 miliardi intimano a Paul e signora di finire la commedia. Alla fine Ince arriva in nerazzurro e ci passa due anni fantastici: è l’idolo di San Siro che intona spesso il celebre coro “c’mon Paul Ince, c’mon”. L’idillio purtroppo è destinato a terminare, udite udite, proprio per le ulteriori bizze di Claire. Due anni nella location da sogno del Lago di Como l’hanno visibilmente provata, sogna ancora i rossi palazzi di Stockport e quel cielo grigio che mai e poi mai avrebbe voluto abbandonare. Anni dopo Paul dirà: “Gli anni più belli della carriera. Non me ne sarei mai andato, lho fatto solo per ragioni familiari. E ancora oggi me ne dispiaccio. Ricordo il gol in rovesciata a Cagliari, il cuore doro di Moratti che mi avrebbe tenuto a qualunque costo e il rapporto con i compagni: Paganin quasi un fratello, poi Winter e ovviamente Zanetti. Siamo arrivati insieme e lui è ancora lì! Ma a mancarmi è soprattutto il sentimento con i tifosi: dopo un derby vinto andavo in giro per la città e mi sentivo un re!”Messo alle strette dalla moglie, Ince torna in Inghilterra, questa volta al Liverpool. Ad Anfield Road trascorre due stagioni prima di trasferirsi al Middlesbrough e poi al Wolverhampton dove passa quattro stagioni. Una volta ritiratosi inizia la carrierada allenatore, che fatica a decollare. Intanto il primogenito Tom cresce in Inghilterra e diventa anch’egli calciatore professionista. Chissà, magari alla fine aveva ragione Claire.

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