Barcellona-Napoli: Neeskens e Krol, storie a tinte Oranje

Barcellona-Napoli: Neeskens e Krol, storie a tinte Oranje

Protagonisti assoluti con l’Ajax e la Nazionale, cambiarono il calcio europeo negli anni Settanta e poi furono di nuovo grandi su due diverse sponde del Mediterraneo

Paolo Marcacci/Edipress

17.02.2022 ( Aggiornata il 17.02.2022 13:16 )

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Se nella proiezione utopica di una società nuova il sole dell’avvenire è o era rosso di colore, nella storia del calcio sorse all’alba degli anni Settanta di un bell’arancione intenso, ma passando per le bande biancorosse verticali dell’Ajax. Una grandezza subitanea priva di una tradizione alle spalle, quella del club olandese e della nazionale che ne era una filiazione diretta; un demiurgo come Rinus Michels, plasmatore di un’identità e capo carismatico in grado di compiere il miracolo dei miracoli: trasfondere in una nidiata irripetibile di splendidi solisti l’attitudine a mettersi al servizio del collettivo; a cominciare dal più grande di tutti, quel Johan Cruijff che scriveremo sempre secondo l’ortografia originaria, mai seguendo i caratteri di un’anonima grafia internazionale. Era destino che, dopo aver mietuto tre Coppe dei Campioni, una Supercoppa europea e una Coppa Intercontinentale, quel collettivo che aveva sconquassato il mondo vestito da Olanda – arrivando due volte a un passo dal conquistarlo, nel 1974 e nel 1978 – spargesse schegge della sua grandezza nei campionati più facoltosi dell’epoca. In occasione del confronto di Europa League tra Barcellona e Napoli abbiamo deciso di ricordare altri due fuoriclasse che non furono soltanto interpreti straordinari dei rispettivi compiti in campo, ma entrambi incarnarono un’evoluzione dei ruoli di competenza.

Johan Neeskens, un tuttocampista per il Barcellona

Johan Neeskens, detto “Johan II” per motivi che non c’è bisogno di spiegare, è forse l’autore del giudizio più riduttivo e semplicistico sulle sue doti; si è infatti sempre definito come “un mediano difensivo che sapeva anche segnare”. Se non ne fosse lui medesimo l’autore, giudicheremmo la definizione quantomeno irriguardosa: in quel calcio psichedelico che portava sul terreno di gioco il futuro sotto gli occhi dei contemporanei, Neeskens era il miglior interprete del prototipo del calciatore, non solo come centrocampista, universale; dotato di una progressione inesorabile sulla quale era innestata una tecnica sublime, poteva essere utilizzato indifferentemente da terzino, da mediano, da vero e proprio regista o da trequarti- sta, sempre in grado di far brillare la sua conclusione perentoria e precisa. All’Ajax dal 1970 al 1974, dopo aver vinto con i Lancieri tutto ciò che c’era da vincere, arriva al Barcellona nel 1974, subito dopo il mondiale tedesco perso in finale contro la Germania Ovest. In blaugrana fino al ‘79, lascia in dote 233 presenze condite da 54 reti, una Coppa delle Coppe, una Coppa del Re

Ruud Krol, un regista difensivo "totale" per il Napoli

Ruud Krol è un altro splendido prodotto del vivaio dell’Ajax, con la cui maglia debutta nel 1968 e dove sarà un monumento difensivo fino al 1980. Elegante e morbido nei movimenti, inizia la sua carriera come difensore laterale sinistro, per poi occupare la posizione di centrale. Alla riapertura delle frontiere italiane nel 1980 arriva al Napoli dopo una breve comparsata nel Vancouver. I tifosi partenopei e la stessa stampa pensarono a un glorioso e declinante turista reduce della grande Olanda; trovarono un leader che seppe insegnare a una squadra e a una città ad aspirare alla grandezza che non pensavano di meritare. Qui arriva il primo insegnamento incarnato da Ruud Krol: un grande giocatore smette di essere tale soltanto quando decide di spegnere l’interruttore che ha in testa; solamente quando ha esaurito davvero il propellente della sua tempra caratteriale. Mai prima. Ecco perché alla fine è rimasto quattro stagioni, dal 1980 al 1984.?Oltre al carisma e all’esempio di una fulgida regia difensiva, Krol porta in dote alla società azzurra l’intelligenza calcistica e la duttilità tattica che sono un moltiplicatore della sua immensa classe. Lui, che era stato un indimenticabile terzino sinistro ma che, proprio in virtù dei dettami di un maestro come Michels, aveva assimilato subito la predisposizione all’intercambiabilità dei ruoli: a Napoli reciterà da regista difensivo “totale”, come il calcio in cui era nato.

Neeskens e Krol, il bilancio con l'Arancia Meccanica

Il meglio della prima, grande nazionale olandese, la cosiddetta Arancia Meccanica, loro due lo hanno vissuto, incarnato e rappresentato acavallo tra la grandezza assoluta di un calcio evolutivo da ogni punto di vista e la duplice, epocale frustrazione di due finali di Coppa del Mondo perse in quattro anni, entrambe contro la nazionale del paese organizzatore: in Germania Ovest nel 1974, in Argentina nel 1978. Debuttante in nazionale a soli diciannove anni, nel 1970 contro la Germania Est, Johan Neeskens con la maglia arancione ha disputato da protagonista tutti e due quei Campionati del mondo, oltre al Campionato europeo del 1976. Al termine della sua avventura con gli Oranje, conterà 49 partite ufficiali con 17 reti messe a segno. Ruud Krol ha esordito con l’Olanda nel 1969, in amichevole contro l’Inghilterra. Nel febbraio del 1983 ha giocato la sua ultima gara in arancione, in una partita di qualificazione all’Europeo del 1984 contro la Spagna. Ha disputato, come Neeskens, l’Europeo di Jugoslavia del 1976 - valso alla selezione olandese la medaglia di bronzo, dopo la finale di consolazione disputata proprio contro i padroni di casa e le due Coppe del mondo del ‘74 e del ‘78. 83 presenze per lui, condite da 4 reti.

 

 

 

 

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