Celtic-Rangers: perché l'Old Firm non sarà mai solo una partita di calcio

Celtic-Rangers: perché l'Old Firm non sarà mai solo una partita di calcio

Quello tra gli Hoops e i Gers è il derby più acceso del mondo. La rivalità affonda le radici in una moltitudine di questioni extra sportive

Alessio Abbruzzese/Edipress

02.02.2022 16:04

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Ci sono solo due parole che tengono svegli tutti gli appassionati di football di Glasgow: Old Firm. La più antica rivalità calcistica, in uno dei luoghi più significativi di questo sport, è qualcosa che va ampiamente al di là di una semplice partita. Più di Boca-River, Central-Newell’s, Barça-Real, Lazio-Roma, la stracittadina di Glasgow affonda le radici della forte contrapposizione tra i propri supporter a molto prima dell’esistenza del football. Celtic-Rangers rappresenta tante, forse troppe questioni extra calcistiche, che con il passare del tempo non hanno fatto altro che acuire un odio che di sportivo ha davvero poco: sulle due sponde del fiume Clyde si contrappongono i cattolici, laburisti e separatisti filo-irlandesi del Celtic e i protestanti, conservatori unionisti dei Rangers.  

Glasgow: dal 1890 ad oggi, una rivalità più che accesa

La prima sfida tra i due club di Glasgow si gioca nel lontano 1890, da allora l’Old Firm è andato in scena per ben 426 volte. Sin da quel giorno le questioni extra sportive fagocitano quelle di campo: sono anni duri durante i quali la minoranza cattolica subisce gravi discriminazioni. Gli Hoops biancoverdi del Celtic, conosciuti ancora oggi con questo nomignolo, diventano ben presto i punti di riferimento della comunità cattolica, mentre dall’altro lato i Rangers si confermano il club dell’élite conservatrice, non tesserano giocatori non protestanti e sugli spalti inneggiano spesso ai Billy Boys, i temibili gangster che terrorizzavano la minoranza cattolica all’inizio del secolo scorso. A dirla tutta, la questione della discriminazione dei cattolici risale al XVI secolo, quando gli inglesi sbarcati in Irlanda fanno partire una violenta repressione ai danni di chi non si converte al protestantesimo, costringendo molti a rifugiarsi in Scozia o negli USA. Che l’Old Firm non sia solamente una partita di calcio è assodato, e questa non è una semplice frase fatta che potrebbe utilizzarsi per qualsiasi rivalità sportiva. Sono numerosi gli episodi controversi succedutisi durante la storia dell’incontro. Artur Boruc, portiere polacco del Celtic, dopo una rete dei suoi si voltò verso i tifosi dei Rangers facendo più volte il segno della croce. Ma il gesto rimasto rimasto più impresso nella mente dei tifosi scozzesi e non solo durante un Old Firm è quello di Paul Gascoigne, personaggio non nuovo a comportamenti irriverenti. Questa volta Gazza però forse non si rende conto fino in fondo di quello che fa, come racconterà in seguito: finge di suonare un flauto immaginario facendo imbestialire i tifosi degli Hoops. Il gesto ricorda The Sash, una canzone popolare suonata durante le sanguinose parate orangiste in Irlanda del Nord, ai danni dei cattolici. Come dirà lo stesso Gazza, la sua carriera non è stata più la stessa. L’ex centrocampista racconta di numerose minacce di morte, e che Scotland Yard lo istruì su come aprire la posta assicurandosi l’assenza di esplosivi. Perché, per citare un altro scozzese doc come Bill Shankly, soprattutto a Glasgow il calcio non è questione di vita o di morte, è molto, molto di più.

 

 

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