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Duro e arcigno in campo, timido e riservato fuori, è entrato nella leggenda insieme agli eroi di Superga
Il 10 gennaio del 1922 nasceva a Chioggia Aldo Ballarin, leggendario terzino destro del Grande Torino, entrato tragicamente nella storia del calcio quel maledetto 4 maggio ?del 1949, nella strage? di Superga. Proveniente da una famiglia numerosa, Aldo aveva tre fratelli e due sorelle. Tra questi Renato, che nel 1984 ha ricordato come Aldo si sentisse campione anche da bambino, “si comportava come un campione anche quando giocavamo noi quattro”.
Giocatore molto abile in entrambe le fasi del gioco – anche per via del suo passato da ala offensiva, univa la sua corsa al grande temperamento, oltre all’ottimo colpo di testa – riuscì ad adattarsi egregiamente al “sistema”, nonostante avesse passato svariati anni giocando con il modello del “metodo”. Era uno dei migliori difensori a livello mondiale che il panorama calcistico degli anni '40 potesse offrire. Giocava come terzino destro e insieme a Maroso formava una coppia a dir poco eccezionale.
Iniziò a giocare appena tredicenne, nel 1935 con le giovanili del Clodia. Poi gli anni di gavetta al Rovigo, prima dell’esordio in Serie A con la Triestina (26 ottobre 1941). Nel 1944 disputò con il Venezia il Campionato Alta Italia per poi approdare alla corte di Ferruccio Novo l’anno successivo. Il presidente granata spese addirittura 1,5 milioni di lire per il suo cartellino, più di quanto sborsato per l’accoppiata Loik-Mazzola: mai un calciatore del suo ruolo era stato pagato tale cifra. Con i granata arrivò anche la chiamata in Nazionale, con la quale scese in campo 9 volte. L’esordio in campionato avvenne il 14 ottobre 1945, proprio in un derby della Mole contro la Juventus. Memorabile il suo primo gol, il 27 gennaio 1946 in trasferta contro il Genoa: tiro di destro all’incrocio dei pali dopo una mischia in area. Con quella squadra da leggenda vinse tutti e quattro i campionati, compreso l’ultimo assegnato postumo.
Aldo aveva una “doppia vita”: duro e coraggioso in campo, molto più timido e riservato nella sfera privata. Nella strage di Superga fu coinvolto anche suo fratello Dino, terzo portiere dei granata, voluto proprio da Aldo due anni prima, nel 1947. In ricordo di Aldo e Dino, gli stadi comunali di Chioggia e di San Benedetto del Tronto oggi portano il loro nome.
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