Stadio Bentegodi, dall’inaugurazione a Italia ’90: la storia

Stadio Bentegodi, dall’inaugurazione a Italia ’90: la storia

Costruito agli inizi degli anni ’60, qui l’Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli festeggiò lo scudetto 1984-85. Con i suoi 13.328 pannelli solari è il più grande impianto fotovoltaico d'Italia su una struttura sportiva

Vincenzo Lo Presti/Edipress

30.10.2021 ( Aggiornata il 30.10.2021 17:29 )

  • Link copiato

Verona, la città di Romeo e Giulietta, dell’Arena, del buon vino e… dello stadio Marcantonio Bentegodi. Progettato dall’ingegner Leopoldo Baruchello per sostituire il vecchio comunale, anch’esso intitolato allo storico promotore e benefattore dello sport veronese vissuto nel XIX secolo (1818 - 1873), si compone di tre ordini di scalinate sovrapposte e di una pista di atletica a otto corsie che nell'agosto del 2010 è stata sostituita da una nuova in asfalto, dipinta con i colori blu e giallo e aperta al pattinaggio. Una soluzione ardita e indispensabile per realizzare quello che all’epoca, all’inizio degli anni ’60, rappresentava il primo stadio semi-coperto del nostro Paese.

Inaugurazione: tripudio sugli spalti, sconfitta in campo

Inizialmente soprannominato “stadio dei quarantamila” o “stadio del miliardo”, alludendo rispettivamente alla capienza originaria – oggi i posti omologati sono 31.045 – e ai costi necessari per erigerlo, venne inaugurato il 15 dicembre 1963 in occasione del derby di Serie B tra Verona e Venezia. Festa grande sugli spalti, con i dirigenti del club che regalarono un pandoro augurale agli uomini presenti sugli spalti e un mazzo di fiori alle donne, meno in campo, dove ad avere la meglio furono i lagunari grazie alla rete di Salvemini dopo 8’ di gioco. Una falsa partenza insomma. Pietro Cappellino, capitano degli scaligeri, successivamente dirà: “Eravamo abituati al vecchio stadio, con la gente lì vicino, che ti incitava, che giocava quasi con te. Nel nuovo stadio, la gente era lontana, non fu facile abituarsi. Credo che se avessimo giocato ancora nel vecchio Bentegodi, saremmo andati in A, perché quella era una grande squadra”. Ma con i se e con i ma, si sa, la storia non si fa, dunque avanti con il nuovo Bentegodi.

Bentegodi in festa, l’Hellas Verona è campione d’Italia

Passano gli anni e il Verona fa la spola tra Serie A e cadetteria. Nel 1981 l’arrivo del “Messia”, Osvaldo Bagnoli, uno che all’Hellas aveva giocato dal 1957 al 1960. Con lui in panchina la squadra vince subito il campionato di Serie B e torna tra i grandi. Sarà un crescendo. Il 23 gennaio 1983, in occasione di Verona-Roma - i giallorossi al termine della stagione vinceranno lo scudetto - si registra il record di presenze di tutti i tempi al Bentegodi: 47.896 spettatori (di cui 38.767 paganti e 9.129 abbonati). Intanto la squadra diverte e la gente sogna. Nel 1985 i tempi sono maturi e il Bentegodi si veste con l’abito delle grandi occasioni per festeggiare una delle favole più belle del calcio moderno, un traguardo che nemmeno il tifoso più ottimista avrebbe mai immaginato: l’Hellas Verona è campione d’Italia.  

Il Bentegodi cambia look per Italia ’90

Proprio in quell’anno iniziano i lavori di ristrutturazione del Bentegodi, riammodernato per ospitare i Mondiali del 1990. Venne costruito il terzo anello e la copertura, dunque lo stadio si ingrandì ma senza una significativa variazione del numero dei posti in quanto vennero allargati i percorsi di fuga e installati i seggiolini numerati. A Verona si giocarono tre partite del Gruppo E più l’ottavo di finale tra Spagna e Jugoslavia. Più recentemente, tra luglio e dicembre del 2009 sulla copertura del Bentegodi è stato installato un impianto fotovoltaico del valore di circa 4 milioni di euro e della potenza nominale di circa 1 MW (9591 m² di pannelli per una potenza di 999 kWp), diventando così il primo stadio solare d'Italia ed il più grande impianto fotovoltaico d'Italia su una struttura sportiva, grazie all'installazione di 13.328 pannelli solari.

Condividi

  • Link copiato

Commenti