Sampdoria-Napoli, lo “scudetto scucito” e l’ultimo tango di Maradona

Sampdoria-Napoli, lo “scudetto scucito” e l’ultimo tango di Maradona

Il 24 marzo 1991 un poker blucerchiato affossò gli azzurri a Marassi: fu la gara che sancì la fine della storia d’amore tra il club partenopeo e il fenomeno argentino

Jacopo Pascone/Edipress

23.09.2021 ( Aggiornata il 23.09.2021 10:48 )

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Sampdoria-Napoli del 24 marzo 1991, una partita storica per più motivi. Innanzitutto per l’importanza sportiva del risultato: un 4-1 con cui i blucerchiati scuciono simbolicamente lo scudetto dal petto dei partenopei, beneficiando anche della sconfitta dell’Inter nel derby di Milano che porta i nerazzurri a -3, quando mancano ormai otto giornate al termine. Ma anche perché sancisce la fine dell’irripetibile storia d’amore tra il Napoli e Diego Armando Maradona

Il poker della Sampdoria

 

Marassi gremito per inseguire il sogno scudetto. Vialli e Mancini a guidare l’attacco della corazzata di Boskov, che passa in vantaggio già al 12’ con il corner del Mancio e il colpo di testa di Toninho Cerezo. Sette minuti più tardi è ancora il 10 a ispirare il suo Gemello Vialli, bravo a battere Galli con un preciso diagonale. La gara sontuosa di Mancini viene “macchiata” da un paio di errori sotto porta, ma il fantasista della Samp è letale nelle vesti di assistman, confezionando un’altra traiettoria perfetta sulla quale si fionda ancora Vialli. Al 75’ un guizzo in area di Zola steso da Mannini, regala l’ultima “gioia” nel campionato italiano al Pibe de Oro: il rigore del 3-1 trasformato da Diego rimarrà l’ultimo sigillo con la maglia del Napoli per l’argentino. Ce ne sarebbe un altro, ma il guardalinee annulla il bel gol di Maradona pescato in fuorigioco. La contesa viene chiusa a cinque dal termine da Attilio Lombardo, bravissimo nello spedire in rete il pallone del 4-1. Un gol seguito da un’esultanza grintosa, immortalata da uno scatto iconico in cui Popeye scuote la maglia blucerchiata sotto la Gradinata del Ferraris. Un poker senza storia che bissa il parziale scaturito all’andata, quando Mancini, con un sensazionale tiro al volo, aveva segnato uno dei gol più belli di sempre.

Maradona e Mancini: una maglia e un passaggio di consegne

 

Il Napoli e la Sampdoria, Maradona e Mancini: un passaggio di consegne. Non solo per lo scudetto scucito, ma anche per quella maglia numero 10 rossa indossata quel giorno dal Pibe a Marassi. L’attuale Ct dell’Italia ha recentemente svelato che al termine di quella gara, l’argentino lo ha omaggiato con un presente dal valore inestimabile: la sua ultima maglia indossata in Serie A. La 10 con tanto di dedica per il figlio Filippo è stata infatti donata dal Pibe al Mancio. Il capitano della Samp – come Diego d'altronde – non poteva lontanamente immaginare cosa sarebbe successo a poche ore di distanza dalla partita. Proprio in un ristorante genovese viene comunicato a Maradona l’esito del test antidoping effettuato una settimana prima al termine di Napoli-Bari: Diego risulta positivo alla cocaina. È la stoccata finale a una leggenda. La squalifica verrà confermata fino al 30 giugno 1992, decretando così – dopo due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa Uefa, una Supercoppa Italiana, 259 presenze, 115 gol e migliaia di giocate irripetibili – Sampdoria-Napoli come l’ultimo tango di Maradona con la maglia azzurra: l’inizio della fine di quello che da molti è riconosciuto come il calciatore più forte di tutti i tempi.

 

 

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