Berrettini e i suoi "fratelli": le grandi imprese del tennis italiano

Berrettini e i suoi "fratelli": le grandi imprese del tennis italiano

Il tennista romano è il primo azzurro ad arrivare alla finalissima di Wimbledon. Nella storia solo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta hanno portato a casa tornei del grande slam

Paolo Colantoni/Edipress

11.07.2021 ( Aggiornata il 11.07.2021 10:12 )

  • Link copiato

Riscrivere la storia del tennis italiano. Diventarne protagonista a tutti gli effetti, al pari dei più grandi atleti azzurri. Matteo Berrettini è riuscito in questa straordinaria impresa. Con la finale a Wimbledon, il tennista romano ha raggiunto la definitiva consacrazione. Dopo la vittoria nel torneo del Queens, Berrettini non si è fermato e sul prato di Wimbledon ha continuato a stupire. Mai nessun tennista nostrano era mai riuscito ad arrivare così in alto nel torneo inglese. Nicola Pietrangeli si era fermato in semifinale nel 1960. Il suo sogno venne interrotto dall'australiano Laver, che lo ha fermato ad un passo dalla finalissima in un match tirato e concluso al quinto set. Adriano Panatta ha raggiunto al massimo i quarti di finale (nel 1979). Berrettini entra nel gotha del tennis internazionale e irrompe, con la stessa forza dei suoi colpi da fondo campo, nel mondo dorato dei tennisti azzurri capaci di imprese memorabili nei tornei del grande slam. 

La Doppietta di Pietrangeli

 

Il primo tennista azzurro a lasciare il segno è stato Nicola Pietrangeli, vincitore di due edizioni del Roland Garros. Nel 1959 esordisce battendo il messicano Llamas, poi elimina Couder e Ulrich, prima di sconfiggere in semifinale il campione australiano Neale Fraser. La finale del torneo è con il sudafricano Ian Vermaak. La testa di serie numero tre, contro la numero quattro. Una sfida dalle mille emozioni. Vermaak si aggiudica il primo set, poi cede alla distanza sotto i colpi micidiali del tennista italiano, che porta a casa vittoria (3-6 6-3 6-4 6-1)e titolo. Il primo torneo del Grande Slam nella storia del nostro tennis. Per il secondo bisogna attendere solo dodici mesi. Lo scenario e il protagonista sono gli stessi: sul centrale del Roland Garros, Nicola Pietrangeli concede il bis. L'avversario stavolta è il cileno Luis Ayala. Due stili diversi, forse sarebbe più giusto dire due mondi opposti. La sera prima il cileno ripassa con il suo tecnico i colpi dell'italiano. Quest'ultimo si “rilassa” in discoteca, tirando l'alba, nonostante i consigli dei suoi amici più fidati che provano in tutti i modi a riportarlo in albergo. Ma Nicola non fa una piega e il giorno dopo sfodera una prestazione super. Un match che assume gli epici contorni della battaglia. “La finale del Roland Garros 1960 contro Ayala fu davvero una partita all'ultimo sangue – ha ricordato Pietrangeli sulla sua pagina Facebook a distanza di anni - Il mio avversario, infatti, aveva intuito che mi spostavo molto bene lateralmente, ma che avevo difficoltà a correre avanti e indietro. E così, iniziò a farmi muovere ripetutamente in questa direzione. Durante la pausa al termine del 3° set, però, dopo essermi tolto le scarpe, mi accorsi per la prima volta che avevo i piedi completamente insanguinati. Rientrai in campo, ma ovviamente la cosa andò avanti per tutta la partita, conclusasi poi a mio favore. Fu una finale davvero sofferta, nel vero senso della parola”. Il match è un concentrato di emozioni. Ayala vince il primo set (3-6), ne cede due a Pietrangeli (6-3, 6-4) e poi “risorge” al quarto (4-6). L'ultimo set è spettacolare, incerto e viene vinto dall'azzurro (6-3). Due successi consecutivi al Roland Garros. Un'impresa rimasta ancora oggi ineguagliata nella storia del nostro tennis.

L'impresa di Panatta

 

Per ritrovare un'altra vittoria azzurra nei tornei del Grande Slam bisogna attendere il 1976. A firmarla, sempre sui campi in terra francesi, è Adriano Panatta. Il romano arriva al Roland Garros fresco vincitore degli Internazionali d'Italia ed è uno dei tennisti più attesi. Un trionfo straordinario e per certi versi ineguagliabile: basti pensare che la sua avventura poteva interrompersi al primo turno, quando fu costretto ad annullare un match point al ceco Pavel Hutka. La sfida, che assunse i contorni della maratona, si chiuse al quinto set, che Panatta portò a casa al ventiduesimo games (12-10). Dopo aver sconfitto Kuki ed Hrebec, nei quarti di finale arriva la grande impresa: Panatta sconfigge ed elimina Bjorn Borg, numero tre al mondo e testa di serie n. 1 del torneo. Lo svedese, campione in carica, era reduce da 18 vittorie consecutive al Roland Garros ed era il favorito per la vittoria finale. La sconfitta con Panatta, fu la sua ultima debacle nel torneo francese, che vincerà per quattro anni consecutivi. Adriano, sulle ali dell'entusiasmo sconfigge agevolmente Eddie Dibbs in semifinale e nella finalissima affronta lo statunitense Harold Salomon, che aveva già battuto a Roma in una gara dalle mille polemiche. Nel quinto e decisivo set l'americano abbandonò la sfida per proteste, convinto di aver subito un torto dal giudice di linea. Salomon prepara la finalissima come una rivincita personale, ma la sua voglia di rivalsa viene annientata da Panatta, che si impone in quattro set: 6-1, 6-4, 4-6, 7-6.

I successi al femminile

 

Da Panatta in poi il tennis italiano non ha più assaporato il dolce nettare del successo in un torneo dello Slam. Almeno in ambito maschile. Nel 2010 Francesca Schiavone vince il Roland Garros battendo in finale l'australiana Samantha Stosur, mentre nel 2015 Flavia Pennetta trionfa agli US Open, imponendosi in una finale tutta italiana contro Roberta Vinci. Ora sarà Berrettini a tentare di riscrivere la storia.

 

Condividi

  • Link copiato

Commenti