Juan Manuel Fangio, 110 anni fa nasceva la leggenda della F1

Juan Manuel Fangio, 110 anni fa nasceva la leggenda della F1

Ha vinto 5 Mondiali (1951, ’54, ’55, ’56, ’57) con Alfa Romeo, Mercedes, Ferrari e Maserati, dimostrandosi abile a trionfare con qualunque monoposto a più di quarant’anni di età

Daniele Drago/Edipress

24.06.2021 08:32

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Un altro mondo. La Formula 1 degli anni ‘50 è la fase pionieristica delle monoposto a ruote scoperte. I piloti vanno in pista con pantalone elegante di cotone o velluto, maglietta della salute o giacca, mostrano girovita abbondanti e si mostrano ai fotografi per quello che sono: Cavalieri del Pericolo. Perché corrono in un’era in cui le macchine sono già potentissime e pericolosissime, in Gran Premi che sono tutto fuorché sicuri. Il più grande di questi temerari, oggi, avrebbe compiuto 110 anni. Juan Manuel Fangio da Balcarce. Per quasi cinquant’anni, nessuno come lui.

Dall'Argentina all'Europa

Papà abruzzese emigrato in Argentina, lì dove invece è nata la madre. Juan Manuel nasce a Balcarce, nell’hinterland di Buenos Aires. Inizia a dare una mano al padre in officina: è lì che nasce la passione per i motori. Che più che passione è un amore vero e proprio, un rapporto diretto uomo-macchina. Fangio ha infatti la sensibilità di percepire da subito l’auto come un essere vivente a tutti gli effetti: va trattata con riguardo, solo così essa risponderà bene in pista. Nel 1940 con una Chevrolet coupé vince la sua prima gara importante, il Gran Premio Internacional del Norte. A quella macchina Fangio rimarrà legato per tutta la vita, conservandola gelosamente in garage fino alla fine dei suoi giorni. Le vittorie in patria gli valgono un biglietto per i Grand Prix europei. Nel 1949 si fa conoscere al mondo delle corse vincendo a Sanremo, Pau, Perpignan e Marsiglia. Quando vinceva gli organizzatori facevano partire, in mancanza di alternative, l’inno brasiliano: e chi l’aveva mai visto, questo fenomeno argentino? Ma sta per iniziare l’avventura della F1: e lì, “Oíd, mortales” riecheggerà spesso.

Con Alfa Romeo il primo Mondiale 

Nel 1950 parte il primo Mondiale della Formula 1. Fangio ha un contratto con Alfa Romeo, guida la mitica “Alfetta” 158. Il suo compagno di squadra è Nino Farina: fra i due amore-odio, ma più odio che amore. Fangio vince tre GP, ma non basta, perché nella sfida finale di Monza si ferma per noie al motore, consegnando il titolo al pilota torinese. Si rifà nettamente l’anno successivo. La sua Alfa 159A vince a Berna, Reims e a Barcellona: tanto basta per aggiudicarsi il suo primo storico titolo piloti. Nel 1952 firma con Maserati. A Monza è protagonista di un brutto incidente, dopo aver guidato in auto da Parigi all’Italia senza sosta a causa di un volo perso a Belfast, dove si trovava per una corsa. Nel 1953 tenta di rifarsi, ma la sua A6GCM si piazza seconda alle spalle del ferrarista Ascari.

Mercedes, Ferrari e Maserati 

Con la Mercedes, Fangio ritrova il sorriso. A bordo dell’avveniristica W196, vince il suo secondo Mondiale (anche se in Argentina e Belgio trionfa con Maserati poiché la monoposto tedesca non era ancora pronta), successo che replica nel 1955. Da indiscusso miglior pilota al mondo, nel 1956 firma il contratto con la Ferrari. Non un rapporto ideale, con la scuderia di Maranello. Ma il pilota è il pilota, e porta la D50 di Maranello in vetta al Mondiale. Nel 1957 ha il tempo di vincere il titolo anche con Maserati, mostrandosi il corridore più eclettico di sempre, in grado di vincere su qualunque macchina, a età che vanno oltre i 40 anni.

Quel rapimento a Cuba

Nel 1958 si ritira da leggenda. Ma ha il tempo di vivere in prima persona un episodio particolare e poco conosciuto. Il 23 febbraio ’58 Fulgencio Batista indice il Gran Premio di Cuba per mera propaganda. Fangio si reca nel Paese latino per partecipare, ma viene rapito da un commando legato alle forze di Castro e “Che” Guevara. I rapitori lo “prelevano” per farsi notare e far capire che non scherzano, ma trattano la star benissimo. Gli permettono anche di guardare il GP in tv. Al Malecon di L’Avana ci sono 150mila persone. Fangio in realtà ringrazia i suoi rapitori, perché aveva già capito che, con la scarsissima organizzazione della corsa, non sarebbe andata a finire bene. E infatti, quando la 250 Testa Rossa del ferrarista Armando Cifuentes finisce tra la folla, avviene la tragedia: 7 morti e oltre 40 feriti. Non era destino per lui andarsene via a Cuba, da cui poi venne rilasciato sano e salvo. Morirà infatti nella sua Balcarce il 17 luglio 1995, dopo 51 Gran Premi, 24 vittorie, 29 pole position e 5 Mondiali vinti. Prima di Schumacher e Hamilton, nessuno mai come Juan Manuel Fangio.

Fangio, la leggenda della Formula 1

Fangio, la leggenda della Formula 1

Il pilota argentino ha vinto 5 Mondiali (1951, 1954, 1955, 1956 e 1957) con Alfa Romeo, Mercedes, Ferrari e Maserati: abilissimo a portare al traguardo qualsiasi monoposto, ha fatto la storia dell'automobilismo sportivo. Fino all'arrivo di Schumacher, il suo record è rimasto imbattuto

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