Francesco Moser compie 70 anni

Lo Sceriffo è il ciclista italiano più vincente di sempre oltre che il terzo al mondo alle spalle di Merckx e Van Looy

 

Francesco Moser compie 70 anni

Alessio Abbruzzese/Redazione EdipressAlessio Abbruzzese/Redazione Edipress

Pubblicato il 19 giugno 2021, 07:01 (Aggiornato il 19 giugno 2021, 09:26)

Il ciclismo su strada è da sempre uno degli sport più popolari e amati del nostro Paese. Seguito e praticato da tantissimi a diversi livelli, rappresenta una passione comune per molti italiani da nord a sud. Nella lunga storia di questo sport, il ciclista su strada italiano più vincente di sempre è Francesco Moser.

Moser, il prototipo di ciclista del futuro

Soprannominato “Lo Sceriffo” per le sue ineguagliate doti di leader è stato un innovatore su tutti i fronti, proiettando il ciclismo di quegli anni nel futuro. Primo a usare le ruote lenticolari, a indossare gli occhiali anti-vento, a sperimentare nuovi metodi d’allenamento, è stato un vero e proprio pioniere, curando per primo molti dettagli che più in là verranno copiati dagli altri corridori. Con la schiettezza che l'ha reso celebre, Moser si è reso protagonista di una vera e propria epopea sportiva, dall'infanzia contadina nella sua Palù di Giovo, in Trentino, ai record di Città del Messico, dalla rivalità con Saronni ai duelli con Merckx, dalle infernali classiche del Nord ai Giri d'Italia, dalle brucianti sconfitte alle incredibili vittorie.

Dall’esordio al trionfo nel Giro del 1984

Moser esordisce da professionista giovanissimo nel 1973 e fa capire subito di essere un predestinato aggiudicandosi la tappa di Firenze del Giro. Nel 1975 vince il Giro di Lombardia e si laurea campione d’Italia su strada, terminando il periodo da “giovane promessa”. Da lì in poi diventa uno dei ciclisti più affermati d’Europa e del mondo e accende la rivalità con Saronni, più volte paragonata da tutti gli appassionati a quella tra Coppi e Bartali. Nel 1984 corona una carriera di successi aggiudicandosi il Giro d’Italia e battendo il record dell’ora a Città del Messico, detenuto da 12 anni dal ciclista belga Eddy Merckx. Dopo il ritiro torna nel suo Trentino, dove vive ancora oggi, a occuparsi della sua attività vitivinicola, che gestisce insieme alla famiglia.

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