Lazio-Roma del 29 novembre 1998: un pirotecnico 3-3

Lazio-Roma del 29 novembre 1998: un pirotecnico 3-3

Il derby d'andata della Serie A 1998-99 regalò reti e spettacolo: una partita che sembrava nelle mani dei biancocelesti terminò con un incredibile pareggio 

Jacopo Pascone/Edipress

15.05.2021 ( Aggiornata il 15.05.2021 17:45 )

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È il 29 novembre 1998, l’inverno sta arrivando, ma l’aria di derby scalda la temperatura nella Capitale. In casa Roma c’è voglia di rivalsa dopo lo storico poker centrato dai cugini nella passata stagione, con quattro successi in altrettanti derby disputati. La Lazio non è però partita bene: 13 punti in 10 gare. Non si è ancora capita la vera identità della nuova squadra di Eriksson, capace di rifilare un 5-3 all’Inter, ma anche di perdere tanti punti con le “piccole”. Pesano senza dubbio le assenze dei lungodegenti Nesta - fermo dal Mondiale di Francia – e Vieri, infortunatosi a settembre. Eriksson deve rinunciare anche a Boksic, avendo così a disposizione i soli Salas e Mancini in attacco. I giallorossi di Zeman sono partiti meglio: con 18 punti occupano la seconda piazza. Il boemo deve fare a meno di Cafu, Di Biagio e Zago (presente in panchina), sostituiti da Wome, Tomic e Petruzzi. 

Equilibrio

Il campo, almeno inizialmente, rispecchia i valori della classifica. L’incertezza in uscita di Marchegiani regala a Tommasi una grande occasione, ma il suo tentativo viene respinto sulla linea da Favalli. Al 25’ arriva il meritato vantaggio giallorosso: Wome mette al centro, Marchegiani esce e buca l’intervento, Delvecchio in spaccata deposita in rete. La Lazio per pareggiare si affida all’immensa classe del suo numero 10. Passano solo tre minuti, quando Mihajlovic alza la testa e lancia Mancini, l’ex Samp calcia al volo di sinistro e segna un gol fantastico. 

Illusione Lazio

Il palo scheggiato da Stankovic in avvio di ripresa precede il sorpasso laziale, che si materializza ancora sull’asse Mihajlovic-Mancini. Il serbo calcia la punizione, il Mancio si fionda sulla sfera e gira in rete con uno straordinario colpo di tacco: seconda perla di giornata per il numero 10. La gara ha cambiato inerzia, ma quello che sta per succedere ha dell’incredibile. I giallorossi restano in 10 per la doppia ammonizione di Petruzzi. Passano tre minuti e Wome stende Salas in area: rigore. Lo stesso Matador trasforma dagli 11 metri. 3-1 a 20 minuti dalla fine, con la Lazio che gode anche della superiorità numerica, tra l’entusiasmo di Cragnotti in tribuna e i cori della Curva Nord, la partita sembra saldamente nelle mani dei biancocelesti. 

Rimonta Roma

Totti, però, non è d’accordo. Sguscia via sulla sinistra e mette verso il centro: Nedved lascia lì la sfera e Di Francesco accorcia le distanze. Passano due minuti e la Roma pareggia: il gol del 3-3 lo segna proprio Totti, bravo a seguire l’azione e a sfruttare un assist di “rapina” servitogli da Delvecchio, che sorprende Couto alle spalle. Per il 10 giallorosso è il primo gol in carriera in un derby, un gol indimenticabile perché per la Roma vale come una vittoria. Ma non è finita, pochi istanti più tardi Delvecchio insacca sulla punizione calciata dal Totti: sarebbe il gol dell’incredibile 3-4, ma l’arbitro Farina annulla. L’ultimo brivido lo regala Stankovic, che a pochi secondi dalla fine impegna Chimenti. Finisce 3-3 uno dei derby più belli ed emozionanti di sempre, che va in archivio come una grande beffa per la Lazio e che consente ai giallorossi di mettere fine a un incubo.

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