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Una vittoria figlia di un azzardo, rivelatosi vincente. Nonostante l’errore al via, è Lando Norris a conquistare il Gp d’Ungheria (quattordicesima prova del Mondiale 2025 di Formula 1) e a regalare alla McLaren la sua duecentesima vittoria nella massima serie motoristica grazie a una strategia basata su una sola sosta, che gli ha consentito di poter ritornare in gioco e di battere sia il compagno di squadra Oscar Piastri che la Mercedes di George Russell, al termine di una corsa che aveva visto in gioco per la vittoria nei primi due stint di gara anche la Ferrari di Charles Leclerc, improvvisamente calata nell’ultimo stint per un problema al telaio che ha costretto il pilota monegasco a chiudere in quarta posizione dopo aver subito i sorpassi ad opera di Piastri e di Russell.
Una vittoria, quella di Norris, caratterizzata, come detto, da un errore al via: al momento della partenza, infatti, il pilota inglese ha uno scatto anche migliore di quello di Piastri, ma per tentare il sorpasso nei confronti del compagno di squadra (abile ad approfittare della scia della Ferrari di Leclerc, partito molto bene) decide di sfruttare la traiettoria interna, senza però trovare lo spazio per completare la propria manovra. Ciò fa si che al momento di affrontare curva 1 Norris venga superato prima dalla Mercedes di George Russell, e poi anche dall’Aston Martin di Fernando Alonso, scivolando così dalla terza alla quinta posizione.
Sembrerebbe una gara di fatto conclusa per il pilota inglese della McLaren su una pista come quella dell’Hungaroring che di certo non facilità i sorpassi, ma Norris non demorde, e così dopo aver superato Alonso nel corso del terzo giro e messosi alle spalle di Russell, decide di fare qualcosa di alternativo rispetto ai piloti che lo procedono optando per la strategia basata su una singola sosta, a differenza sia del compagno di squadra Piastri (che si fermerà per la prima sosta nel corso del 19°Giro con l’obiettivo di superare la Ferrari di Leclerc tramite undercut), sia di Leclerc e di Russell (che si fermeranno per la prima sosta nel corso del 20°giro). Norris prosegue con le gomme medie fino al 32°giro, quando si fermerà per quella che sarà la sua unica sosta ai box con un vantaggio di 2”161 sulla Rossa di Leclerc, risalito in seconda posizione una volta superata l’Aston Martin di Fernando Alonso nel corso del 21°giro. Una volta effettuata la sosta ai box e tornato in pista in quarta posizione con un nuovo set di gomme dure, Norris comincia ad aumentare il ritmo realizzando in più frangenti il giro più veloce in modo tale da non creare quel gap che consentirebbe a Leclerc di effettuare la seconda sosta e di poter tornare in pista davanti alla sua McLaren.
Nel corso del 41°giro il pilota monegasco della Ferrari effettua la sua seconda e ultima sosta (imitato poi da Russell nel corso del 44°giro, e da Piastri al termine del 46°giro), con Norris che torna così in testa alla gara. Con la Ferrari di Leclerc in crisi prestazionale nell’ultimo stint di gara (come vedremo più avanti per un problema al telaio) e superata piuttosto facilmente da Piastri (nel corso del 51°giro) e con più fatica da Russell (nel corso del 62°giro), gli ultimi giri del Gp d’Ungheria sono all’insegna del dominio McLaren con la vittoria in bilico tra Norris (che comincia ad accusare i giri in più sulle proprie gomme dure) e il compagno di squadra Piastri con gomme dure più fresche, e che giro dopo giro si fa sempre più minaccioso.
All’inizio del penultimo giro Piastri in curva 1 tenta l’attacco ai danni della MCL39 gemella di Norris arrivando però lungo con l’anteriore sinistra bloccata, rischiando (come già visto in Austria) il tamponamento nei confronti del compagno di squadra, che fortunatamente non avviene. Lando Norris può così tagliare vittoriosamente il traguardo del Gp d’Ungheria con 698 millesimi nei confronti del compagno di squadra Piastri, e con 21”916 nei confronti della Mercedes di George Russell.
Una gara, quella di Norris, che a parte l’errore commesso in partenza, è stata affrontata in maniera a dir poco impeccabile da parte del pilota inglese, al quale va dato atto di aver gestito molto bene le gomme, al punto da riuscire ad azzardare la strategia su una sola sosta che la stessa McLaren non aveva minimamente preso in considerazione. Una ulteriore conferma non solo della superiorità tecnica della MCL39 (che ha consentito sia a Norris con la strategia a una sola sosta che a Piastri con la strategia su due soste di potersi giocare la vittoria), ma anche del feeling di Lando con la pista dell’Hungaroring.
Chi certamente esce deluso dalla gara magiara è senza ombra di dubbio Oscar Piastri, che voleva bissare la vittoria ottenuta un anno fa, e che alla fine suo malgrado si è trovato penalizzato da una strategia che alla fine ha sorriso al compagno di squadra.
Ciò nonostante, Piastri chiude la prima parte di campionato in testa alla Classifica Piloti con nove punti di vantaggio nei confronti di Norris, in vista della seconda parte della stagione che vedrà quasi sicuramente i due piloti McLaren lottare molto più strenuamente di quanto si sia visto fino a questo momento.
Da sottolineare, infine, che nel giorno della sua duecentesima vittoria in Formula 1 la McLaren conquista in Ungheria la sua quarta doppietta consecutiva (grazie alla vittoria di Norris e al contemporaneo secondo posto di Piastri ) dopo quelle ottenute in Austria, Gran Bretagna e Belgio: era dalla stagione 1988 con Senna e Prost al volante che il team di Woking non otteneva questo risultato (all’epoca le quattro doppiette consecutive furono conquistate in Messico, Canada, Stati Uniti e Francia), a conferma del netto dominio tecnico della squadra guidata da Andrea Stella, rafforzatasi ulteriormente grazie agli ultimi aggiornamenti introdotti.
Alle spalle del duo McLaren Norris-Piastri, troviamo in terza posizione la Mercedes di George Russell, che ha saputo approfittare dei problemi occorsi alla Ferrari di Charles Leclerc per artigliare un podio preziosissimo che rida morale al team tedesco, apparso nel corso del weekend decisamente più in forma rispetto alle ultime gare dopo il ritorno alla vecchia sospensione posteriore deliberato per la gara ungherese.
Decisivo per il terzo gradino del podio il duello tra Russell e Leclerc, andato in scena tra il 61°e il 62°giro. Se nel corso del 61°giro il pilota monegasco si difende prontamente chiudendo la traiettoria in curva 1, nel corso della tornata successiva nulla può Leclerc nei confronti dell’attacco del pilota Mercedes, arrivando anche a spostarsi ben due volte in frenata (una volta sul rettilineo principale prima di frenare, e una seconda volta al momento di frenare, sfiorando quasi il contatto) verso di lui.
Questa doppia manovra difensiva viene investigata dalla Federazione, la quale infliggerà al pilota monegasco una penalità di cinque secondi, mentre Russell chiuderà in terza posizione staccato di 21”916 dalla McLaren vincitrice di Norris, e al contempo forte di un vantaggio di 20”644 sulla Ferrari di Leclerc.
La ripresa della Mercedes (legata all’abbandono della nuova sospensione posteriore) viene sancita anche dal decimo posto finale di Andrea Kimi Antonelli, autore di una gara complicata per via dell’eliminazione in Q2 (che lo aveva costretto a partire dalla quindicesima posizione in griglia), ma al contempo positiva in quanto il 18enne pilota bolognese è riuscito ad entrare in zona punti.
Intervistato al termine della gara da Mara Sangiorgio (Sky), Antonelli nel fare un bilancio della prima parte della sua prima stagione in Formula 1 non ha esitato a definirla molto intensa, dove in certi momenti ha fatto fatica a gestire le energie. Sicuramente con la nuova sospensione posteriore il pilota bolognese ha fatto molta fatica a livello di feeling e anche a livello mentale, iniziando anche a dubitare di se stesso. Kimi è però contento del fatto che con la sospensione vecchia il feeling stia ritornando, e considera ciò un nuovo punto di partenza e sopratutto un nuovo inizio dopo la pausa estiva.
© Getty Images
Un’occasione mancata. Dopo aver emozionato gli appassionati conquistando una pole assolutamente inattesa dopo quanto visto nel corso delle prove libere, dobbiamo scendere fino al quarto posto per trovare la Ferrari di Charles Leclerc, autore di una gara a dir poco valida e generosa nei primi due stint di gara, salvo poi subire un improvviso ed inspiegabile crollo prestazionale nel corso dell’ultima parte del Gp.
Al via, infatti, Leclerc parte molto bene riuscendo a mantenere la testa della corsa, e al contempo gestendo alle sue spalle la McLaren di Oscar Piastri, con il gap tra le due monoposto quantificabile in circa 1.8-2 secondi.
Non sono mancati in quella fase alcuni team radio relativi ad alcuni tagli del motore (con inevitabile cambio di mappatura volta a far risparmiare benzina), ma di fatto nonostante ciò Leclerc era riuscito a gestire alle sue spalle la minaccia rappresentata dalla McLaren di Piastri. Una volta effettuata la prima sosta e superato in pista l’Aston Martin di Fernando Alonso tornando così in seconda posizione, Leclerc riduce drasticamente il distacco nei confronti della McLaren di Lando Norris (su una sola sosta e per questo fermatosi nel corso del 32°giro per effettuare il cambio gomme) portandolo da dodici a due secondi circa, e al contempo riesce a difendersi dalla monoposto papaya di Oscar Piastri, con il gap tra i due ridotto a circa 1”486 al momento di effettuare la seconda sosta, anticipata da Charles nel corso del 41°giro.
Se Leclerc alla fine è costretto a dover rinunciare a un piazzamento sul podio, peggio ancora è andata a Lewis Hamilton, che ha chiuso il Gp dell’Ungheria in dodicesima posizione al termine di una gara piuttosto sottotono da parte dell’eptacampione del mondo inglese.
Se al momento prevale in Leclerc la delusione per un’occasione sprecata (a maggior ragione dopo la pole miracolosamente conquistata nella giornata di sabato), la Ferrari può andare in vacanza e pensare già alla ripartenza del campionato con un po' più di fiducia rispetto alla prima parte di stagione. L’introduzione del fondo in Austria e della sospensione posteriore riveduta e corretta in Belgio hanno infatti portato la SF-25 a compiere un passo avanti piuttosto significativo, e sopratutto nelle prossime gare potrà lottare ancora più strenuamente con Mercedes per la lotta al secondo posto per il titolo costruttori, oltre a giocare un ruolo di arbitro nella lotta iridata tra Norris e Piastri, puntando potenzialmente anche a delle vittorie di tappa. L’importante, però, sarà non sbagliare nelle prossime tappe di campionato, e magari poter contare anche sul contributo di Lewis Hamilton, apparso piuttosto in difficoltà tra Belgio e Ungheria.
Se i primi quattro classificati hanno sostanzialmente fatto gara a se, il Gp d’Ungheria deve registrare l’ottima performance dell’Aston Martin, classificatasi in quinta e settima posizione rispettivamente con il sopra raffigurato Fernando Alonso e Lance Stroll, con l’AMR25 che si conferma una monoposto capace di performare piuttosto bene sulle curve lente, e sotto questo aspetto gli aggiornamenti recentemente introdotti (il nuovo fondo a Silverstone, e il nuovo muso nonché la nuova ala anteriore in Belgio) sono stati sicuramente fondamentali per consentire al campione asturiano così come al pilota canadese di ottimizzare le proprie prestazioni su una pista amica come quella dell’Hungaroring.
Pregevole anche la gara di Gabriel Bortoleto, che ribadisce una volta di più grazie a un ottimo sesto posto finale sia l’evidente crescita tecnica della Sauber (guidata da Jonathan Wheatley e che può contare sul profilo tecnico del preziosissimo supporto di Mattia Binotto), ma ancor di più la crescita personale del pilota brasiliano, al terzo arrivo a punti nelle ultime quattro gare.
Positiva anche la gara di Liam Lawson (ottavo), che ha conquistato punti preziosi per la Racing Bulls in un weekend che ha visto il compagno di squadra Isack Hadjar chiudere di poco fuori dalla zona punti in undicesima posizione. Il pilota neozelandese si è anche preso la soddisfazione di precedere sul traguardo quella Red Bull che dopo due gare lo aveva bocciato a beneficio di Tsunoda.
Non c’è dubbio sul fatto che il team austriaco rappresenta se vogliamo la delusione più grossa del weekend magiaro, con Max Verstappen che ha chiuso in nona posizione alle spalle di Lawson una gara che ha visto la RB21 in estrema difficoltà nel cercare la corretta finestra di esercizio delle gomme (ribadita anche dal diciassettesimo posto di Yuki Tsunoda), con il campione olandese che si è fatto apprezzare anche per un sorpasso ai danni di Lewis Hamilton.
Una piccola, grande soddisfazione per Max in un weekend che lo ha visto lamentarsi della macchina affermando sia nelle libere che in qualifica di scivolare con la sua RB21 come se stesse pattinando sul ghiaccio, a causa di un grip a dir poco scarso sia all’anteriore che al posteriore.
Un episodio, quello occorso all’Hungaroring, che sulla carta dovrebbe restare isolato, con Verstappen destinato a tornare maggiormente competitivo alla ripresa del campionato, nella gara di casa a Zandvoort.
In Classifica Piloti Oscar Piastri resta in testa con 284 punti, con il compagno di squadra Lando Norris (secondo) a quota 275. In terza posizione troviamo Max Verstappen con 187 punti, seguito da Russell (172), Leclerc (151), Hamilton (109), Antonelli (64), Albon (54), Hulkenberg (37), Ocon (27), Alonso e Stroll (26), Hadjar (22), Gasly e Lawson (20), Sainz (16), Bortoleto (14), Tsunoda (10) e Bearman (8).
In Classifica Costruttori la McLaren è in testa con 559 punti, seguita da Ferrari (260), Mercedes (236), Red Bull (194), Williams (70), Aston Martin (52), Sauber (51), Racing Bulls (45), Haas (35), Alpine (20).
La Formula 1, dunque, si ferma per la consueta pausa estiva, pronta a ripartire per una doppietta di gare che la vedrà impegnata Domenica 31 Agosto sul circuito di Zandvoort per il Gp d’Olanda (diretta esclusiva su Sky e in streaming su NOW, differita pomeridiana su TV8), e poi Domenica 7 Settembre per l’attesissimo Gp d’Italia a Monza (diretta tv sia su Sky che su TV8, e in streaming su NOW).
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