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F1, Belgio 2000: il sorpasso di Hakkinen su Schumacher
 © @McLarenF1

F1, Belgio 2000: il sorpasso di Hakkinen su Schumacher  

Il Gp del Belgio disputato il 27 Agosto 2000 viene ancora oggi ricordato per il sorpasso di Mika Hakkinen nei confronti di Michael Schumacher all’altezza del rettilineo del Kemmel, mentre entrambi erano intenti a doppiare la BAR-Honda di Ricardo Zonta

Un sorpasso entrato nella storia. Tra le varie edizioni del Gp del Belgio disputate nel corso degli anni un posto speciale lo merita sicuramente quella andata in scena il 27 Agosto 2000 sul circuito di Spa-Francorchamps, caratterizzata dal sorpasso effettuato dalla McLaren di Mika Hakkinen ai danni della Ferrari di Michael Schumacher a tre giri dal termine, mentre entrambi erano intenti a doppiare lungo il rettilineo del Kemmel la BAR-Honda del brasiliano Ricardo Zonta. Chiamala intuizione, chiamala fortuna, fatto sta che la mossa portata a compimento dal campione finlandese consentì allo stesso Hakkinen di conquistare la gara disputata sul circuito situato all’interno delle Ardenne e di ampliare momentaneamente il vantaggio in classifica piloti nei confronti dello stesso Schumacher, il quale però dopo un primo momento di delusione riuscirà a fare la differenza aggiudicandosi le ultime quattro gare di campionato e a riportare a Maranello un titolo piloti che in Ferrari mancava da ben 21 anni. 

Dopo essersi aggiudicato il Gp d’Ungheria con 7”917 sulla Ferrari di Schumacher e con 8”455 sulla McLaren gemella di David Coulthard, Mika Hakkinen si presenta in Belgio con due punti di vantaggio nei confronti del campione tedesco di Kerpen (64 i punti del pilota finlandese contro i 62 di Schumi) e con sei nei confronti del compagno di squadra Coulthard, mentre in Classifica Costruttori la McLaren ha un punto di vantaggio nei confronti della Ferrari (112 vs 111). C’è grande attesa per la gara in programma sul circuito di Spa-Francorchamps, su una pista favorevole a Schumacher, che proprio a Spa aveva debuttato in Formula 1 nel 1991 al volante della Jordan, oltre a raccogliervi non solo la sua prima vittoria nella massima serie motoristica al volante della Benetton nel 1992, ma anche alcuni successi al volante della Ferrari nel 1996 (quando superò la Williams di Jacques Villeneuve appena uscito dalla pitlane) e nel 1997 sul bagnato. 

Le qualifiche del Gp del Belgio vedono un netto dominio da parte di Hakkinen, che ottiene facilmente la sua ventiseiesima pole in carriera con il tempo di 1’50”646, precedendo di 773 millesimi la Jordan motorizzata Mugen Honda di Jarno Trulli (1’51”419) e di 798 millesimi la Williams-BMW di Jenson Button (1’51”444). Più distanziati i rivali di Hakkinen per il titolo, con Michael Schumacher quarto e staccato di ben 906 millesimi dalla pole (1’51”552)  per via dell’assetto non del tutto ottimale adottato sulla Ferrari, mentre Coulthard si qualifica in quinta posizione con il tempo di 1’51”587 e staccato di 941 millesimi dal compagno di squadra Hakkinen. 

A differenza delle giornate di venerdì e di sabato, la mattinata di domenica vede l’arrivo della pioggia a Spa nel corso del warm-up, che viene interrotto per il violento incidente che vede come protagonista Giancarlo Fisichella, che nell’affrontare la curva Stavelot perde il controllo della sua Benetton, con la monoposto che finisce per impattare contro la barriera di gomme situata alla sua sinistra, capovolgendosi e ritornando sul lato sinistro della pista, priva di tre delle quattro gomme (solo l’anteriore sinistra resterà attaccata ai cavi di ritenzione). Fortunatamente il pilota romano esce illeso dall’incidente, e può così prendere parte alla gara, che vede al via le monoposto effettuare un giro di pista dietro alla safety car per via della pioggia caduta come detto nella mattinata. Una volta che la vettura di sicurezza torna in pitlane al termine del primo giro, la gara prende il via a tutti gli effetti mantenendo in linea di massima le posizioni della griglia di partenza, ad eccezione del pilota brasiliano Pedro Paulo Diniz, che, partito con gomme d’asciutto, viene progressivamente scavalcato dagli altri piloti che lo precedevano (con gomme da bagnato) retrocedendo fino all’ultimo posto, In testa Hakkinen comincia a creare un vantaggio nei confronti della Jordan di Trulli (partito con molta più benzina a bordo rispetto al pilota finlandese della McLaren, e che tende proprio per questo a consumare maggiormente le proprie gomme), che di fatto blocca alle sue spalle la Williams di Jenson Button e la Ferrari di Michael Schumacher. Tra la conclusione del terzo e l’inizio del quarto giro Schumacher è abile a superare prima Button e poi Trulli, salendo così in seconda posizione alle spalle di Hakkinen. In contemporanea al sorpasso di Schumacher anche Button prova a superare il pilota abruzzese della Jordan, finendo però con il tamponarlo e di fatto a decretarne il ritiro, oltre a perdere a livello personale due posizioni, venendo superato dal compagno di squadra Ralf Schumacher (che sale in terza posizione) e dalla McLaren di David Coulthard (che sale così in quarta posizione). La pista comincia man mano ad asciugarsi, cosìcchè sul finire del quarto giro  Jean Alesi (Prost-Peugeot) azzarda con successo il passaggio alle gomme d’asciutto, imitato poi tra il sesto e il settimo giro dagli altri piloti. Una volta che tutte le monoposto sono passate alle gomme scanalate d’asciutto, la classifica vede in testa la McLaren di Mika Hakkinen davanti alla Ferrari di Michael Schumacher e alla Williams di Ralf Schumacher. In queste condizioni di asciutto con la pista ancora un po' umida il ferrarista è decisamente più veloce di Hakkinen, con il distacco tra i due che giro dopo giro comincia progressivamente a ridursi fino ad arrivare a circa 4”6 nel corso del dodicesimo giro. La sensazione che si ha è che nell’arco di alcune tornate il campione di Kerpen possa arrivare al pilota finlandese della McLaren.
Nel corso del tredicesimo giro però Hakkinen commette un errore, toccando con le gomme la riga bianca ancora bagnata all’altezza della curva Stavelot. Inevitabile la perdita di aderenza e il mezzo testacoda, con Michael Schumacher che prende la testa della corsa, e con Hakkinen che riesce a ripartire in seconda posizione, staccato di 5”636 dal campione tedesco della Ferrari, che, giro dopo giro, cerca di ampliare il suo vantaggio, portandolo a 11”552 nel corso del 21°giro. Al termine di quella stessa tornata Schumacher si ferma per effettuare la sua seconda e ultima sosta, imitato nel corso della 25°tornata dal fratello Ralf, e nel corso della tornata successiva da Hakkinen. Al termine del 26°giro Michael Schumacher riprende dunque la testa della gara, ma il vantaggio nei confronti di Hakkinen è sceso a 7”784: se in quei giri effettuati in più il pilota finlandese è riuscito a ridurre il proprio distacco dal campione di Kerpen, bisogna anche dire che ben 2”3 sono stati guadagnati da Hakkinen durante la sosta (8”8 il pit stop del pilota finlandese contro 11”1 del pilota tedesco della Ferrari). 
Se nello stint antecedente la seconda sosta era Schumacher che guadagnava su Hakkinen, in questo nuovo stint è il pilota finlandese a guadagnare maggiormente sulla Ferrari del pilota tedesco, presumibilmente per via di un assetto impostato sull’asciutto. Ciò fa si che al progressivo asciugarsi della pista Hakkinen comincia sempre più ridurre il suo distacco nei confronti di Schumacher, arrivando negli scarichi della Rossa nel corso del 36°giro


Dopo alcune tornate di studio, nel corso del 40°giro Hakkinen tenta un primo affondo sul rettilineo del Kemmel, ma Schumacher è abile a difendersi nei confronti della McLaren. La sensazione che si ha è che stringendo i denti Schumacher potrebbe addirittura difendere la vittoria nei pochi giri che mancando, risultando la sua Ferrari F1-2000 piuttosto performante sopratutto nel secondo e parte del terzo settore (ad eccezione dell’ultima chicane, ad appannaggio della McLaren). Solo un colpo di scena o una situazione fortuita potrebbe dare ad Hakkinen la possibilità di superare Schumacher, ed è quello che puntualmente avviene nel corso del 41°giro, con la situazione fortuita rappresentata dal doppiaggio del pilota brasiliano della BAR-Honda Ricardo Zonta. 

Affrontata la prima curva, Hakkinen si avvicina alla Ferrari al momento di affrontare Eau Rouge e Redillon, mentre Schumacher è intento a doppiare Zonta. I due contendenti arrivano così sul rettilineo del Kemmel, con Hakkinen che si mette in scia al campione tedesco, con Schumacher che decide di doppiare Zonta utilizzando la traiettoria alla sinistra del pilota brasiliano. Hakkinen invece opta per la traiettoria destra, con Zonta a sandwich tra i due piloti. Ad avere la meglio è proprio il pilota finlandese che riesce così a superare Schumacher, e di fatto a conquistare il Gp del  Belgio, che lo vede tagliare il traguardo con 1”104 sulla Ferrari del campione tedesco, e con la Williams-BMW di Ralf Schumacher terza e staccata di 38”096 dal vincitore. 

La ricostruzione di Hakkinen 

Un sorpasso, quello compiuto dalla McLaren di Hakkinen ai danni della Ferrari di Michael Schumacher lungo il rettilineo del Kemmel, che ancora oggi lascia sorpresi e affascinati gli appassionati, stupiti dalla manovra compiuti dal campione finlandese, il quale nelle scorse settimane ha così ricostruito sul sito ufficiale della Formula 1 quel sorpasso ormai entrato nella storia della massima serie motoristica. 

“Dopo essere diventato due volte campione del mondo, ero pieno di fiducia in vista della stagione 2000. Ancora una volta, Adrian Newey aveva progettato la nostra auto e, ancora una volta, era molto veloce, anche se molto difficile da guidare. Ricordo che eravamo sul filo del rasoio. Il nostro inizio d'anno è stato discreto. Abbiamo avuto qualche problema tecnico, che ha complicato le cose, ma in vista del Gran Premio del Belgio, sentivo che avremmo fatto bene. Sapevo che la nostra macchina sarebbe stata veloce a Spa-Francorchamps, e lo è stata. Davvero, davvero, davvero veloce!
Quando è arrivato il momento delle qualifiche di sabato, sono riuscito a massimizzare le prestazioni della vettura in ogni settore del giro e a conquistare la pole position con oltre sette decimi di secondo di vantaggio.
Poi è arrivata la pioggia domenica. Guidare una F1 sul bagnato è un'esperienza piuttosto spaventosa, soprattutto se la macchina è sul filo del rasoio. Tutto è andato bene all'inizio; ho preso il comando, ero a mio agio, ma poi ho toccato il cordolo un po' troppo a Stavelot, ho perso il controllo e sono finito in testacoda...
Per fortuna, il motore era ancora acceso quando sono finito sull'erba. Ovviamente, ho visto Michael superarmi a tutta velocità. (…) Quando succedono cose del genere, non hai tempo di pensarci troppo. "Cosa ho sbagliato?" Devi solo concentrarti, tornare in pista, verificare che non ci siano danni da nessuna parte sulla macchina e premere l'acceleratore.
Dopodiché, ho iniziato a dare la caccia a Michael. Credo che avesse un po' più carico aerodinamico di me, perché era molto bravo nel settore centrale della pista, che ha parecchie curve. Riusciva ad allungare un po' lì, ma ogni volta che andavamo in rettilineo, lo raggiungevo alla grande.
Ho fatto dei tempi sul giro incredibili e sapevo che prima o poi avrei raggiunto Michael, anche se non ero sicuro di riuscire a superarlo. Conoscevo Michael, sapevo come correva, ed era un tipo davvero difficile da sorpassare. Non ti ha aperto la porta.
Se avessi provato a sorpassare Michael nel modo classico, lasciando la frenata all'ultimo minuto e mettendo il muso in mezzo, probabilmente saresti finito in un incidente. Era molto aggressivo in quel tipo di situazioni. Il lato positivo era che era costante!

Quando finalmente ho raggiunto Michael, ho guardato dove era veloce, dove era lento, che tipo di tattica avrei dovuto adottare per poterlo sorpassare. Ho capito subito che c'era un solo punto in cui avevo la possibilità di superarlo: il rettilineo del Kemmel. Ma per farlo, dovevo percorrere l'Eau Rouge quasi a tutta velocità.
Sapevo che prima o poi avrei raggiunto Michael, anche se non ero sicuro di riuscire a superarlo.
Con la configurazione da gara, con gomme vecchie, con una macchina già a pezzi... percorrere l'Eau Rouge a tutta velocità, sapevo che era un rischio. Ma dovevo correre questo rischio per poterlo sorpassare.
Anche Michael sapeva che quello era l'unico posto dove potevo sorpassare, e continuava a chiudermi la porta.(...)

Poi c'è stata un po' di fortuna. Di solito non penso alla fortuna. Devi lavorare su te stesso, devi collaborare con la squadra, massimizzare tutto ciò che puoi. In questo caso, è stata una fortuna che ci fosse un doppiato – Ricardo Zonta – su quel rettilineo. Ho pensato: "È finita. Devo sfruttare questa opportunità ora".
Stranamente, Ricardo guidava al centro della pista. Non a destra, non a sinistra, ma al centro. Era molto insolito. Quando ci siamo avvicinati, Michael ha girato a sinistra, il che aveva senso, perché l'altro lato della pista era ancora un po' umido. Sapevo che Michael avrebbe puntato sulla linea asciutta per aiutarsi in frenata a Les Combes.
Non appena è diventato chiaro che Michael mi avrebbe sorpassato a sinistra, ho dato tutto a destra. Sapevo però che dovevo tornare sulla sua traiettoria il prima possibile e trovarmi sulla parte asciutta della pista per frenare. Ecco perché il movimento è avvenuto così rapidamente. È stata una sensazione fantastica quando è successo tutto".

Grazie alla vittoria ottenuta in Belgio Mika Hakkinen porta a sei i punti di vantaggio nei confronti di Michael Schumacher (74 i punti del pilota finlandese contro i 68 del ferrarista), mentre in Classifica Costruttori la McLaren porta a otto i punti di vantaggio sulla Ferrari (125 i punti conquistati dal team di Woking contro i 117 della scuderia di Maranello). Il timore è che Hakkinen e la McLaren possano scappare via nei rispettivi campionati, ma, come si dice in questi casi, è quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare. Ed è proprio quello che farà nel caso specifico Michael Schumacher, vincendo le ultime quattro gare di campionato a Monza, Indianapolis, Suzuka e Sepang, e andando così a conquistare il suo terzo titolo piloti in carriera, mettendo così fine a un tabù che per la Ferrari durava da ben 21 anni (prima di Schumacher, infatti, l’ultimo pilota della Rossa a conquistare il titolo mondiale era stato nel 1979 Jody Scheckter), con la scuderia di Maranello che al contempo bisserà il titolo costruttori vinto nel 1999. Ma, come scriverebbe Michael Ende, questa è un’altra storia. 

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