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Amarcord: Jean Alesi e la prima (e unica) vittoria in Formula 1© Getty Images

Amarcord: Jean Alesi e la prima (e unica) vittoria in Formula 1

L’11 Giugno 1995 il pilota francese al volante della Ferrari si aggiudica il Gp del Canada, precedendo le Jordan-Peugeot di Barrichello e di Irvine

3 giorni fa

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Un personaggio fortemente apprezzato tra gli appassionati per la sua grinta, per il suo talento, ma ancor di più per l’amore che egli stesso prova per la Ferrari. Tra i piloti che hanno incrociato il proprio destino con quello della scuderia di Maranello un posto speciale lo merita senza ombra di dubbio Jean Alesi: pur non vincendo molto, il pilota francese originario di Montfavet (piccola frazione assorbita dalla cittadina di Avignone) è stato in grado di far innamorare di se i tifosi della Rossa, che ancora oggi lo ricordano con grandissimo affetto. Diversi i podi ottenuti con la scuderia di Maranello, ma non c’è dubbio che l’impresa che ancora oggi i tifosi ricordano con particolare affetto è stata senza ombra di dubbio la prima e unica vittoria in Formula 1 che Alesi ottenne in Canada il giorno del suo compleanno l’11 Giugno 1995 al volante della sua Ferrari 412T2. Una vittoria inaspettata, quella del pilota francese, e proprio per questo ancora più gradita. 

Una stagione (quella 1995) iniziata con una certa continuità sul podio da parte della stessa Ferrari (in lenta crescita), che giusto l’anno prima era tornata alla vittoria in Germania grazie a Gerhard Berger, mettendo così fine a un digiuno di vittorie durato quasi quattro anni (l’ultima vittoria, risaliva, infatti al Gp di Spagna 1990 che aveva visto la doppietta della scuderia di Maranello, con Alain Prost davanti a Nigel Mansell, staccato di 22”064 dal Professore). 

Se nella prima gara del Mondiale 1995 in Brasile aveva visto il terzo posto di Berger alle spalle del vincitore Michael Schumacher su Benetton e del secondo classificato David Coulthard su Williams-Renault (inizialmente squalificati per aver usato una specifica di benzina Elf irregolare con la vittoria assegnata a tavolino al pilota austriaco della Ferrari, salvo poi venir riammessi nell’ordine di arrivo i soli piloti, con Berger tornato così in terza posizione), in Argentina era stato Alesi a salire sul podio grazie al secondo posto (con Berger sesto), replicato poi nella successiva gara a Imola, con Alesi e Berger rispettivamente secondo e terzo alle spalle della Williams di Damon Hill. Se sia in Spagna che a Monaco Alesi sarà costretto a ritirarsi in entrambe le gare (rispettivamente per un problema al motore in terra spagnola, e per il contatto con la Ligier-Mugen Honda di Martin Brundle a Monaco), Gerhard Berger ottiene un doppio e prezioso terzo posto. 

Arriviamo così al Gp del Canada, andato in scena sul circuito di Montreal intitolato a Gilles Villeneuve come già detto l’11 Giugno 1995, e che aveva visto nelle qualifiche svoltesi il giorno precedente la terza pole position stagionale di Michael Schumacher al volante della Benetton B195 (1’27”661) davanti alle Williams-Renault di Damon Hill (1’28”039) e di David Coulthard (1’28”091) e alle Ferrari di Gerhard Berger (1’28”189) e di Jean Alesi (1’28”474). Nella mattinata canadese a poche ore dall’inizio della gara uno scroscio di pioggia bagna la pista, togliendo così la gomma che si era andata a depositare nelle sessioni precedenti. Le squadre temono la possibilità di una gara bagnata, ma con il progressivo avvicinarsi al via della gara la pioggia smette di cadere, con la pista che pian piano comincia ad asciugarsi, mettendo così gli stessi team e i piloti di poter affrontare il Gp del Canada con le gomme d’asciutto, con qualche chiazza di umido che resta comunque presente. 

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Al via Schumacher nonostante uno scatto apparso un po' lento riesce a mantenere la testa della gara davanti alle Williams di Damon Hill e di David Coulthard, e alla Ferrari di Berger. Alesi non parte benissimo e rischia in curva 1 di venir infilato dalla Benetton di Herbert ma grazie a una traiettoria più interna riesce a mantenere la sua quinta posizione con la sua Ferrari 412T2. Sempre nel corso del primo giro Berger comincia a pressare la Williams di Coulthard. Hakkinen (settimo) prova a superare la Benetton di Herbert all’altezza di curva 10 (l’Epingle), ma finisce con il toccarlo. Le due vetture si incastrano, con il muso della McLaren infilato tra le ruote anteriori e posteriori della Benetton. Herbert prova a disincastrarsi  dalla McLaren del pilota finlandese, ma così facendo finisce non solo per distruggere ulteriormente il muso della McLaren, ma addirittura per spostare entrambe le monoposto nella traiettoria ideale di pista. Dinanzi al reale rischio di una bandiera rossa e di una conseguente ripartenza, encomiabile è il lavoro dei commissari di pista, che riescono a disincastrare prontamente entrambe le vetture (costrette al ritiro), con la McLaren che però incredibilmente viene lasciata dagli stessi commissari in mezzo alla traiettoria. A metà del secondo giro anche la Williams di David Coulthard è costretta al ritiro, a causa di un testacoda originato non tanto da un errore del pilota, quanto da un differenziale non ancora ben settato: la dimostrazione sta nel fatto che al momento di utilizzare il pedale dei freni la monoposto vada automaticamente in testacoda, con il pilota di fatto prigioniero del proprio mezzo. Il tutto dinanzi alla Ferrari di Jean Alesi, che in quello stesso frangente stava superando il compagno di squadra Berger. La gara vede così per quanto riguarda le prime posizioni all’inizio del terzo giro Schumacher in testa con un vantaggio di 2”834 sulla Williams di Damon Hill, con le Ferrari di Alesì e Berger rispettivamente in terza e quarta posizione. Alesi è staccato di di 3”069 dalla Williams superstite del pilota inglese, mentre le due Rosse sono staccate tra di loro di 454 millesimi. In quinta e sesta posizione le Jordan motorizzate Peugeot di Rubens Barrichello (staccato di 5”977 dalla Ferrari di Berger) e di Eddie Irvine (staccato di 1”535 dal compagno di squadra brasiliano). 
La sensazione è che si ha (rafforzata dal giro più veloce fatto registrare da Alesi nel corso di quella terza tornata con il tempo di 1’32”091) è che entrambe le Ferrari possano essere in grado di ricucire il distacco nei confronti della Williams-Renault di Damon Hill, risultando anche più veloci rispetto al pilota inglese (alle prese con qualche problema di inserimento della FW17 nell’ingresso di curva 10). Se Schumacher comincia gradualmente a scappare via, chi sembra in grado di resistere al ritmo del campione tedesco è proprio Alesì, che a sua volta porta dietro di se la Rossa di Berger. 
La Classifica al termine del quinto giro vede Schumacher in testa con 4”852 sulla Williams di Damon Hill, con 6”145 e 6”996 rispettivamente sulle Ferrari di Alesi e di Berger, e con 19”993 e 20”995 rispettivamente sulle Jordan-Peugeot di Barrichello e di Irvine. 

Nel corso del 14°giro Hill riesce a riacquisire un po' di vantaggio nei confronti della Rossa di Alesi, ma è una mera illusione, perché tre tornate dopo (nel corso del 17°giro) il pilota avignonese riesce a trovare il sorpasso nei confronti della Williams del pilota inglese in prossimità di curva 10, salendo così in seconda posizione. Con il proseguo dei giri Berger comincia progressivamente a sua volta ad avvicinarsi alla Williams di Hill, trovando il sorpasso tra curva 2 e curva 3 nel corso del 26°giro, salendo così’ in terza posizione, approfittando anche dell’errato ingresso in curva del pilota inglese, troppo intento a difendere la posizione nei confronti della Rossa del pilota austriaco. 
Al termine di quella stessa tornata la Classifica vede Michael Schumacher (autore proprio in quel frangente del giro più veloce della gara in 1’29”811) in testa rispettivamente con 12”307 sulla Ferrari di Alesi e con 16”224 di vantaggio su quella di Berger, con Hill quarto staccato di 17”071 dal campione tedesco della Benetton. A dimostrazione delle difficoltà riscontrate in precedenza, una volta subito il sorpasso ad opera di Berger, Hill al volante della sua Williams non riesce a seguire il pilota austriaco, con il distacco tra i due che aumenta progressivamente e che sarà quantificabile nell’ordine dei 3”602 al termine del 29°Giro, mentre il distacco del pilota inglese nei confronti del leader Schumacher è di circa 20”485. Alle spalle di Hill (quarto), Barrichello (quinto) si trova staccato da Schumacher di 32”008, con Irvine sesto staccato di 35”056 dal campione di Kerpen.

Nel corso del 33°Giro (dopo che nelle tornate precedenti avevano cominciato a fermarsi i team di medio-bassa classifica) cominciano le soste anche per i primi sei classificati: il primo ad effettuare l’unica sosta in programma è Eddie Irvine con la Jordan, che effettua il suo pit stop (comprensivo di cambio gomme e inserimento del quantitativo di carburante per arrivare fino al termine della gara) in 16”1. Da rilevare come in quella tornata sia Schumacher che Alesi avevano fatto registrare il loro giro più veloce (con il campione di Kerpen più rapido del pilota francese di circa 1”1) a dimostrazione di quanto la sosta sia sempre più vicina. Non a caso, infatti, al termine del 34°giro è Jean Alesi a fermarsi per il suo pit stop (effettuato in 16”7) così come Damon Hill (tempo più lento rispetto a quello del ferrarista, ma non indicato dalla FOM) e Barrichello.

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Dopo aver effettuato la sosta, Alesi torna in pista in terza posizione: la classifica al termine del 34°giro vede Schumacher in testa con 21”329 di vantaggio su Berger , con 45”056 sul pilota francese e con 55”548 su Hill, con questi ultimi due piloti appena fermatisi ai box. 
Se Schumacher decide di proseguire ancora al termine del 35°giro, nel rettilineo che precede l’ingresso dei box a sorpresa rallenta vistosamente la Ferrari di Gerhard Berger, entrando molto lentamente in pitlane: la sensazione (come riferisce Andrea De Adamich nella telecronaca della gara) è che il pilota stia procedendo per inerzia, senza la trazione del motore, quasi come fosse rimasto senza benzina. Con molta fatica Berger riesce ad arrivare nella piazzola Ferrari, spinto negli ultimissimi metri dai meccanici: la sosta avviene comunque, con il tempo di 25”1, in cui oltre al cambio gomme e all’inserimento della benzina vanno conteggiati anche i secondi necessari per la riaccensione del motore, che avviene piuttosto celermente. 
Alla luce del problema occorso a Berger (rientrato in ottava posizione), la Classifica aggiornata al termine del 36°giro vede Schumacher (non ancora fermatosi ai box per la sosta) in testa con 52”244 sulla Ferrari di Alesi,  con 1’02”458 sulla Williams di Damon Hill, e con rispettivamente 1’15”769 e 1’18”335 sulle Jordan di Barrichello e di Irvine. 
Al termine del 38°giro è la volta di Michael Schumacher rientrare ai box ed effettuare la sua sosta al volante della Benetton: 12”9 il tempo della sosta, con il campione di Kerpen che rientra comodamente in testa doppiando Berger, con un vantaggio aggiornato di 30”076 sulla Ferrari di Jean Alesi, di 40”455 sulla Williams di Damon Hill, e con le Jordan di Barrichello e Irvine staccate rispettivamente di 56”183 e 57”111 dalla vetta. 

Al termine del 50°giro Damon Hill a causa di un problema al cambio è costretto a ritirarsi, fermando la sua Williams ai lati della linea del traguardo: salgono così in terza e quarta posizione le Jordan di Barrichello e di Irvine, seguite dalle Ligier-Mugen Honda di Olivier Panis e di Martin Brundle e dalla Rossa di Gerhard Berger, settimo e a pochi decimi non solo dalla Ligier del pilota inglese ma anche dall’ingresso nella zona a punti.

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In testa, la gara non sembra riservare particolari emozioni, con Schumacher sempre più indirizzato verso la quarta vittoria stagionale in sei gare finora disputate, e con Jean Alesi (sopra raffigurato) ottimo secondo con la Ferrari, staccato di circa mezzo minuto dal campione di Kerpen. 

Nel corso del 58° giro, però, ecco materializzarsi l’inatteso colpo di scena: la Benetton di Schumacher comincia improvvisamente a rallentare per un improvviso contatto elettrico, che lo costringerà a rientrare ai box. Con molta pazienza gli ingegneri Benetton (anche provando a resettare tramite computer) riusciranno alla fine a far ripartire il campione di Kerpen, ma appare chiaro a tutti come la sua gara ormai sia compromessa, con Schumacher che non a caso tornerà in pista in settima posizione, staccato di 11”9 dalla Ferrari di Gerhard Berger (sesta), in una situazione che vede ora in testa l’altra Rossa, guidata magistralmente da Jean Alesi.

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A nove giri dal termine il pilota francese della Ferrari ha un vantaggio rispettivamente di 21”730 e di 29”793 sulle Jordan di Rubens Barrichello e di Eddie Irvine, di 47”315 e di 58”284 sulle Ligier di Panis e di Brundle, con Berger sesto staccato dal compagno di squadra di 58”876, con Schumacher settimo e staccato di 15”3 dal duo Ligier-Ferrari che lo precede. 
All’inizio del 62°giro Berger tenta di superare Brundle per il sesto posto, ma il pilota austriaco al momento di affrontare curva 1 resta con due gomme (anteriore e posteriore sinistra) sull’erba, sbagliando così l’ingresso della curva e finendo per toccare la Ligier del pilota inglese, con entrambe le monoposto che rimangono insabbiate. Gara finita per entrambi, con Schumacher che sale così in quinta posizione, così come la Footwork-Hart di Gianni Morbidelli in sesta

Gli ultimi giri di gara vedranno Schumacher (staccato di 1’08 dalla vetta) girare anche tre secondi al giro più veloce (potendo contare su una Benetton tornata a funzionare regolarmente) per provare a raggiungere la Ligier di Olivier Panis, arrivando a pochissimi decimi dal pilota francese nel corso dell’ultimo giro.  

©Getty Images 
In testa, invece, Jean Alesi può finalmente andare a festeggiare la sua prima vittoria in carriera in Formula 1, andando a conquistare il Gp del Canada con 31”687 e 33”270 sulle Jordan-Peugeot di Rubens Barrichello e di Eddie Irvine, con 36”506 sulla Ligier-Mugen Honda di Olivier Panis, con 37”060 sulla Benetton di Michael Schumacher e con un giro di vantaggio sulla Footwork-Hart di Gianni Morbidelli. 

Bellissimo il gesto a fine gara di Michael Schumacher: rimasta la Ferrari di Alesì senza benzina durante il giro d’onore all’altezza della curva dell’Epingle, sarà proprio il campione di Kerpen al volante della sua Benetton in un’immagine divenuta iconica a dare un passaggio fino ai box al pilota avignonese in un ideale passaggio di consegne (in quel momento impossibile da immaginare), che vedrà la stagione successiva Schumacher approdare in Ferrari, con Alesi (e Berger) fare il percorso inverso, approdando in Benetton alla corte di Flavio Briatore. 

 

In quel momento, però, l’attenzione è tutta per Alesi, che come già detto coglie a Montreal la sua prima vittoria in Formula 1 al volante della Ferrari, e con il pubblico canadese che non mancherà di invadere la pista per rendere omaggio sotto al podio al pilota avignonese, peraltro nel giorno del suo trentunesimo compleanno.

Da quella vittoria sono ormai passati trent’anni, ma nel riviverla e nel rivedere le immagini appartenenti a un’epoca differente da quella della F1 attuale, è impossibile però non percepire come (aldilà del sound dei motori, decisamente differente da quello contemporaneo) in quel momento più che la macchina fosse ancora il pilota a fare la differenza. 
Certo, il problema tecnico alla Benetton di Schumacher ha indubbiamente facilitato Alesi nel cogliere una vittoria altrimenti complicata da raggiungere, ma proprio il talento, lo stile di guida espresso quel giorno, ma sopratutto il grande cuore e la volontà di provarci comunque mettendoci tutto se stesso gli hanno consentito di regalarsi nel giorno del suo compleanno una vera e propria perla, ricordata ancora oggi con grande affetto dai tifosi della Ferrari. La vittoria di una vita, quella conquistata a Montreal. La vittoria di Jean Alesi. 

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